Lettera della Presidente Natale 2024

Tramonte di Teolo, Padova, 12 novembre 2024

Carissime Amiche e Carissimi Amici,
finché si dava alla stampa il testo di Leonardo Boff Sorella Madre Terra. Per una dimensione politica e teologica dell’ecologia, scelto quest’anno quale strenna di Natale di Macondo, è arrivata la triste notizia della morte di Gustavo Gutiérrez, domenicano peruviano, padre fondatore, assieme all’arcivescovo brasiliano Hélder Câmara e a Leonardo Boff, della teologia della liberazione.
Quando se ne vanno i giganti ci si sente più soli, più piccoli, si teme di perdere più velocemente la storia e la memoria di un periodo straordinariamente fecondo e impegnato di una teologia del popolo legata a una concreta pratica di liberazione, movimento che si è sempre rifatto a una metodologia essenziale basata su quattro grandi pilastri: vedere, giudicare, agire e celebrare, scegliendo di stare dalla parte dei poveri e della giustizia sociale.
Un motivo in più per tenerci stretto Leonardo Boff, che ho personalmente conosciuto agli inizi del 1993 a Rio de Janeiro quando, nella casa di Macondo, incontrava i responsabili della casa editrice Cittadella di Assisi assieme a suo fratello Clodovis. Ho avuto modo di riabbracciarlo in più occasioni, a Bassano del Grappa quando era in visita ai suoi avi di Seren del Grappa e a Giuseppe Stoppiglia, l’ultima volta l’anno scorso a Petrópolis, nel suo “Centro de Defesa dos Direitos Humanos” (CDDH), centro di educazione ecologica integrale, che ancora subisce attacchi e sabotaggi dagli attivisti di Bolsonaro, decisi a impedire lo svolgersi delle attività con lancio di molotov, sassi e a impaurire con continue minacce volontari, educatori, studenti e adolescenti che lo frequentano. La sua accoglienza è stata fraterna e calorosa, il suo abbraccio mi ha ricordato quello di Giuseppe Stoppiglia, energico, affettuoso, come i suoi occhi vispi e la sua barba fluente e incolta.
Leonardo ha sempre sostenuto la convinzione che la Terra, chiamata in tanti modi nella storia e nelle latitudini – Magna Mater, Nana, Pachamama, Tonantzin e attualmente Gaia – sia un super-organismo che articola sistematicamente tutti gli elementi fisico-chimici ed energetici che permettono e sostengono la vita. Realtà vivente, è continuamente in azione e re-azione, invia messaggi da decifrare, messaggi attualmente soprattutto di allerta e i fatti naturali estremi di questi tempi ne danno tragica testimonianza.
Lo hanno sempre saputo i popoli delle foreste e dei fiumi che cercano di dar voce allo scempio, ma gli umani del “primo mondo” sono troppo impegnati a depredarla, inquinarla, possederla, violentarla, a trattare la Terra come una mera res extensa, una realtà senza scopo, una specie di scrigno di risorse naturali a disposizione della propria volontà di potenza e dominio. I più pensano, ingenuamente, che le risposte, le reazioni saranno lontane a venire e loro passeranno indenni tra le sciagure. E invece catastrofi e disastri naturali sono già qui.
Leonardo Boff da decenni concentrato sulla questione ecologica insiste che non c’è più tempo, che serve una conversione convinta, la condivisione tenace e tempestiva di un nuovo paradigma, «una nuova forma di sperimentare il mondo, di dire, di attuare sopra il mondo».

Macondo è in piena sintonia con questo pensiero, lo sostiene e lo promuove. Nelle attività formative e di sensibilizzazione di questa prima triennalità, che mi ha vista presidente, si è cercato di insistere su temi strategici proposti in occasione delle feste nazionali, dei seminari, degli incontri per famiglie e, novità, nei campi giovani di Macondo.
Dopo il covid, e l’inevitabile arresto delle attività in presenza, siamo tornati lentamente ad incontrarci, non senza difficoltà e resistenze iniziali, ma la vita associativa è ripresa e le iniziative si sono succedute in Italia e anche a Rio de Janeiro, dove Macondo ha sempre una casa di accoglienza che quest’anno ospiterà, ad agosto, il primo campo giovani in Brasile, una carovana di 19 persone che vivranno esperienze di incontro, confronto e scambio con coetanei brasiliani e all’interno di associazioni attive nella difesa dei diritti umani, di formazione, di promozione dell’inclusione e della cittadinanza attiva.

Il 5 ottobre scorso c’è stato il rinnovo della Segreteria generale e la conferma dei gruppi di lavoro che vedono attivi almeno 20 volontari impegnati nelle diverse attività dell’associazione: l’organizzazione della festa nazionale che si è voluta itinerante tra le comunità territoriali e associative che intendono ospitarci e disponibili a co-progettare assieme l’evento, come è stato con Olmi di San Biagio di Callalta (TV) che ci ha accolti nei propri spazi. Nella nuova Segreteria sono stati eletti: Daniela Baroni, Adriano Cifelli, Paolo Costa, Chiara Cucchini, Gaetano Farinelli, Alessandro Mason. A costoro, che hanno accettato di affiancarmi e a Donatella Ianelli, Rosita Kratter e Samuele Pedrazzini (che non si sono ricandidati) il mio grazie più sentito per l’impegno e la dedizione.
Ci sono poi i seminari formativi, il finanziamento di progetti di cooperazione che Macondo sostiene in diversi paesi del mondo, le adozioni a distanza, le attività con i giovani e giovanissimi con Macondo Camp che ha coinvolto, quest’anno, 32 ragazzi e intende allargare il bacino di adesione anche all’Emilia Romagna, oltre che al Molise dove si è organizzato un campo di fine estate.
Nel programma della nuova triennalità vorremmo rinforzare queste attività stringendo legami ancora più forti con altre associazioni che operano nello stesso settore, con il direttivo della marcia di Macondo in Valle San Floriano che è arrivata ormai alla 22ª edizione. Vorremmo riuscire a organizzare anche un viaggio di “aggiornamento” per i soci adulti di Macondo in Brasile, perché le cose cambiano… le provocazioni restano ed è corretto incontrare le persone e le associazioni e capire assieme come poterci muovere e su quali priorità.
Poi succede che nel correre a volte affannoso di ognuno di noi, arriva il momento in cui ci accorgiamo che è ancora Natale: una musica? una nevicata? una nostalgia? un profumo di mandorle caramellate? È l’“ancòra” che mi commuove, il “nonostante tutto”, nonostante la frenesia, le preoccupazioni, la fatica, le nostre infedeltà, la Promessa torna a farsi ricordare, lei sì fedele ogni anno. E se Natale è speranza in una ri-nascita, davanti alla culla nostra o del bambino Salvatore del mondo, anche quest’anno faremo i conti su come siamo messi con la nostra vita, con il nostro progetto personale e comunitario, con i sogni che ancora ci spingono a osare. Anche quest’anno cercheremo una risposta, cercheremo di fare posto, nell’attesa che qualcosa di bello e di buono possa essere vissuto per e tra noi.

Mentre sto per consegnare alle stampe questa lettera di auguri, mi giunge la notizia della morte di Mario Bertin, all’età di 85 anni, a Roma nella serata del 10 novembre 2024.
Ha amato la vita sua e degli altri, per questo era sereno. Quel che era e quel che aveva lo ha profuso, passato in abbondanza agli amici. Ha scelto strade di comunicazione a lui congeniali: il libro è stato il suo oggetto e il suo strumento di relazione. Ha tenuto uno sguardo attento alla cultura, alla politica, alla spiritualità, ha sollecitato l’attenzione sulla letteratura africana, ha indagato la vita dei ragazzi di strada in Brasile. E ci ha lasciato un suo ultimo dono, che era già nascosto nel suo libro per Francesco d’Assisi, ed è la strenna del prossimo Natale 2024 allegata a questa lettera. Ci lascia in eredità la povertà di Francesco, l’amore per la Terra, la ricerca del senso della vita, che scoprì nel volto dell’altro. Gli siamo profondamente riconoscenti per il suo forte legame con Macondo, il suo fondamentale impegno nella redazione di madrugada, nella scelta dei temi della festa di Macondo e delle strenne natalizie. Tutte le attività editoriali della storia di Macondo sono frutto della sua intelligenza e del suo lavoro. Uomo gentile, garbato raffinato, ha vissuto con grande coerenza e umanità, accogliente e sempre disponibile, capace di connotare positivamente le sfide e le fatiche di ogni giorno.
L’augurio che Macondo vuole fare ad ognuno è di essere sempre più consapevoli – come ricorda il poeta indigeno argentino Atahualpa Yupanqui – che «l’essere umano è la terra che cammina, che sente, che pensa e che ama». Auguri di cuore.

la Presidente
Monica Lazzaretto