Cronaca dal Monte Tomba: il futuro è dei giovani

Ore 14.30 si parte, con le sorprese. Dei tanti animatori, quasi tutti over, e quindi un po’ scassati, si ritrovano solo le due più giovani Ellena e Ilaria con 18 rampanti giovani e una guida “tibetana”. Si aggrega anche l’Assessora, la moglie dell’Assessore.

I 600 metri di dislivello passano velocemente, fioccano le foto e le spiegazioni della guida che, nel frattempo, distribuisce lungo il percorso cartelli in una lingua sconosciuta.

Prima delle 17.00, il gruppo è già in rifugio, accolto dal marito dell’Assessora, Michele (Assessore), l’alpino addetto alla casa e alla pastasciutta e Diletta, capa di Casa del Campo, la Comunità.

Michele, che nel frattempo è riuscito a fare la spesa, caricare il furgone, caricare i sacchi a pelo, scaldare la casa, accoglie tutti con la griglia che crepita già.

I nostri baldi giovani non ci mettono tanto a fare gruppo e ad organizzarsi in uno strano gioco di scotch e indovinelli.

Anche le nuove reclute, che sono ben 5, si mettono subito in mezzo al gruppo senza grandi timori.

Nel frattempo, arrivano anche Filippo e soprattutto il prof. Codemo e ci si mette tutti a preparare tavole e pietanze. Il menù è ricchissimo: pastasciutta, salsicce e costicine alla griglia, fagioli, panettone e pandoro…

Finché gli infaticabili giovani e meno giovani mettono a posto, il prof Codemo prepara la bandiera italiana e il cerchio di sedie per la narrazione. Quando tutti sono pronti, comincia a raccontare la storia della prima guerra mondiale e in particolare che cosa è successo in questi luoghi. Il racconto cattura tutti. In Italia, fra civili e militari, ci sono stati 1.200.000 morti. Il racconto cattura tutti, portando un’immersione nella realtà di cent’anni prima, nella vita, nelle tragedie e negli orrori di quegli anni.

Alle 23.00 niente discoteca, ragazzi e animatori hanno le palpebre che si abbassano e quindi tutti preparano materassini e sacchi a pelo. Una grande camerata di 21 persone, dove per fortuna nessuno russa.

Al mattino presto, i più temerari escono ad ammirare un’alba mozzafiato. Alle 7,30 l’Alpina Ellena suona la tromba e in poco tempo la colazione è pronta. Il rifugio viene lasciato pulito e profumato.

Ritorna la guida che accompagna tutti alla discesa, cambiando sentiero per poter scoprire ancora qualche segreto del territorio.

Arrivati tutti a Casa del Campo, le Dottoresse Diletta e Giulia spiegano brevemente che cos’è l’autismo e che cosa comporta, lasciando spazio al confronto ed alla conoscenza della Comunità, con i suoi spazi ed i suoi ospiti.

Appena si sentono le campane suonare mezzogiorno, si butta la pasta (rigorosamente al pesto, come da tradizione domenicale) e il pranzo è pronto, con tanto di secondo, contorno e dolce. La tavolata diventa sempre più numerosa, con operatori e ragazzi della Comunità che pian piano si aggregano nella condivisione della festa.

Le relazioni sono fluide e tutti sono decisamente soddisfatti delle cibarie e dell’esperienza vissuta, il resto sono saluti e abbracci. I genitori stanno già aspettando fuori.