Liberi di essere diversi
L’imperfezione, secondo alcuni, è un qualcosa che ci caratterizza e che ci appartiene, è l’opposto della perfezione che invece è vista come irraggiungibile. Secondo me la perfezione sta nell’accettare le imperfezioni, se invece si tenta di raggiungere la perfezione ci si vedrà sempre imperfetti. Dobbiamo imparare a convivere con le nostre imperfezioni e trasformare la fragilità in opportunità. Le imperfezioni sono il vero segno dell’evoluzione e del possibile, come intuì Charles Darwin, e l’homo sapiens ne è un esempio. Il nostro corpo, il nostro DNA e il nostro cervello sono pieni di imperfezioni che hanno funzionato e altre che non hanno funzionato, ma quest’ultime sono quelle che ci hanno permesso di evolverci e di diventare ciò che siamo. Forse siamo così creativi proprio perché imperfetti.
Le imperfezioni sono molto importanti, hanno l’audacia di aggiungere carattere, autenticità e profondità, trasformando un oggetto, un gesto, una persona in qualcosa di unico e irripetibile.
Se fossimo tutti perfetti, saremmo tutti uguali, invece le imperfezioni ci rendono liberi di essere diversi.
Le persone scelgono se percepire le imperfezioni come un difetto o come un tratto distintivo da salvaguardare, la percezione dei propri difetti influenza l’autostima, che è la considerazione che un individuo ha di sé, va costruita e curata, è necessaria per poter star bene.
Spesso è influenzata dal confronto sociale, dai nostri giudizi e da quelli altrui. Trovo che prendersi cura di sé sia un bellissimo gesto che rivolgiamo a noi stessi, ci curiamo non solo per apparire agli altri, ma anche per dimostrarci affetto; questo può aiutare molto la propria autostima e l’accettazione delle imperfezioni. Costruire una solida autostima rafforza la resilienza personale e ci permette di sviluppare un’empatia e una sensibilità maggiore nei confronti degli altri. Accettare le nostre imperfezioni ci permette di accettare anche quelle degli altri.
Imparare ad accettare ciò che prima giudicavamo o veniva giudicato di noi, ci fa comprendere l’altro e le sue esperienze, spesso simili o uguali alle nostre. Tutti noi ci siamo giudicati e ci siamo sentiti giudicati per le nostre imperfezioni, questo ci ha permesso di notarle, magari ci ha fatto stare molto male, ma solo così abbiamo potuto imparare ad accettarle e poi ad apprezzarle.
Apprezzarsi è essenziale, l’autogiudizio negativo porta a proiettare verso gli altri un aspetto che vogliamo negare di noi stessi; ciò che proiettiamo, lo possediamo anche noi, altrimenti non riusciremmo a riconoscerlo negli altri. La proiezione delle qualità negative è un meccanismo di difesa, ci evita di guardare le nostre imperfezioni, notando e giudicando quelle degli altri; questo meccanismo non è efficace perché inconsapevolmente e inconsciamente porta a un autogiudizio negativo.
L’introspezione, imparare a conoscersi, comprendere i propri pensieri, guardarsi dentro, accogliere le proprie emozioni e avere consapevolezza di sé è sostanziale per l’accettazione delle proprie imperfezioni.
Sara Gasparetto
Vive a Venegazzù (Tv), studentessa del V anno al liceo delle scienze umane Duca degli Abruzzi, ama il cioccolato e, nel tempo libero, leggere e fare teatro.