Macondo e dintorni

di Farinelli Gaetano

2 novembre 2023 – Valle San Floriano di Marostica (Vi). A dieci anni muore Francesco Dal Moro a seguito di encefalite fulminante. Di lui ricordo in particolare un incontro in casa mia assieme ai genitori, e forse era già nata la sorellina Benedetta.
Ho conosciuto suo padre Stefano tramite Macondo e nella marcia di San Floriano, che ogni anno si celebra a settembre. La morte di Francesco ha colpito una famiglia semplice e generosa, che ha atteso con grande gioia la nascita di Francesco e nella sua morte ha mantenuto l’animo addolorato e sereno. Con una religiosità composta, una fede che accetta la vita e la morte come un mistero di affetti, di gioia e di dolore, di attese e di partenze, di grande buio e lenti recuperi nella luce della vita propria e delle persone care.
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10 novembre 2023 – Settimo Torinese (To). Gaetano Farinelli e Stefano Benacchio in visita a Cecilia Alfier che abita in un appartamento di un caseggiato di colore rosso pietra. Il suo compagno Simone Macchioni ci viene incontro sulla sedia motorizzata e ci accompagna al tavolo del Gorilla Bakery, dove Cecilia ci raggiunge terminato il lavoro al Centro per l’Impiego. C’è sintonia tra i due e amano scherzare e dolcemente punzecchiarsi e fanno a gara tra di loro per chi offre il pranzo. Ci parlano del loro lavoro, dei colleghi, degli incontri in sezione di partito.
Camminiamo assieme a lungo nelle strade deserte della periferia. Poi ci congediamo per rivederci in redazione di madrugada e ancora ancora.
Il giorno seguente siamo a Torino per salutare Corrado Borsetti che abbiamo avuto per molti anni nella redazione della nostra rivista. Conosce la città e anche gli umori. Ha sempre svolto attività pedagogica e didattica nella scuola professionale e oggi fa volontariato con la Caritas di Torino. La notte riposiamo in un albergo di Pralormo (To) e a cena incontriamo, nella loro casa, la famiglia di Dino Mazzocco con Elena la moglie e Luca il figlio, che frequenta la prima media. Dino ci ha preparato la bagna cauda, ricetta piemontese a base di aglio e acciughe. Oltre l’adesione all’associazione Macondo si è sviluppata negli anni una familiarità che ci offre l’opportunità di incontrarci in varie occasioni durante l’anno.
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17 novembre 2023 – Bassano del Grappa (Vi). Funerale di Nico Filippin, morto il 15 novembre, padre di Natalino che oggi coordina l’attività di formazione svolta da Macondo a favore degli adolescenti e giovani di ambo i sessi, assieme a Lidia Alfano, Alessandro Mason e Andrea Gandini. Nico era attore e regista di teatro, in particolare ha messo in scena molte opere del Goldoni. La sua attività principale, prima della pensione, era il controllo del latte in territorio vicentino. La chiesa grande di Santa Croce, gremita di persone che conoscono personalmente Nico, ha accolto la bara, in silenzio. Al commiato, oltre al celebrante Gaetano, hanno preso la parola i nipoti.
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2 dicembre 2023 – Bassano del Grappa (Vi), museo civico, sala Chilesotti. Apertura e saluti da parte di Unisciti – Tavolo delle associazioni delle donne. Introduce le ospiti Monica Lazzaretto, sul tema Donne con i capelli al vento, che sono un segno di cura e di bellezza della donna, cui oggi in vari paesi d’Oriente viene proibito anche solo di esporli. La risposta delle donne è di tagliarli in segno di lutto.
Di seguito prende la parola la prima testimone, Nurgul Cokgezici, donna curda.
È giunta a Bassano in sostituzione della signora Gulala Salih, pure lei curda, che in questo giorno viene insignita di un premio per il suo ultimo libro. E non poteva mancare alla cerimonia, in memoria e onore del suo popolo in riscatto della sua storia. “Identità sospese” è il titolo del suo libro. Riprendo il filo: la signora Nurgul è scesa in Italia nel 1990 con la prima grande emigrazione dalla Turchia. I curdi sono un popolo antico, che si sviluppa in Mesopotamia cinquemila anni fa, che alla fine dell’impero musulmano perde la sua terra, che viene divisa in quattro parti, assegnate ai popoli confinanti tra cui una parte alla Turchia, che ne fa una minoranza perseguitata. Torture e deportazioni. In Italia diventa mediatrice culturale, prima da bambina per i suoi genitori e poi come professione, per gli adulti che non conoscono la lingua italiana. Il popolo curdo, che viene considerato un popolo di minoranza ed è il quarto paese mediorientale più numeroso, si trova oggi, dopo il trattato di Losanna, a dover elemosinare protezione presso i popoli europei che sono stati i responsabili di questa ignominiosa divisione.
Segue Amina Safdari, afgana, giovane sposa in attesa di un bambino. Si trova in Italia assieme a suo marito. Conosce poche parole di italiano. E parla con la traduzione della signora iraniana Samereh.
Le prime persecuzioni in Afganistan avvengono dopo l’imposizione della religione al paese da parte dei talebani. Le prime vittime della religione sono le donne: non possono frequentare la scuola, vivere in società, uscire di casa per andare a lavorare.
La famiglia di Amina vive in un villaggio dell’interno, che non viene raggiunto dai talebani e quindi tranquillo. Il problema si pone quando una donna deve andare in città, in ospedale o dal medico. Ed è difficile ottenere i permessi per accedere ai servizi.
Infine parla Samereh Sagheb, iraniana.
Apre la sua conversazione proponendo una canzone iraniana di protesta e di affermazione dei diritti. Racconta dell’ingiustizia cui sono sottoposte le donne che solo chiedono il rispetto dei diritti umani: giustizia e libertà. Il velo è solo un segnale di protesta, ma insieme la richiesta di non ridurre la vita familiare al solo fattore sessuale. Anche la religione è diventata un peso, perché non si possono fare domande e bisogna accettare ciecamente quel che viene insegnato, anche se spesso suona ridicolo e pure ipocrita cambiare il nome alle cose e così scrivere latte là dove si legge vino, perché l’alcol è proibito.
Al convegno numerosa la presenza delle donne. Non sono mancati gli uomini, pochi. Frequenti e scroscianti i battimani durante e alla fine delle testimonianze. In coda al convegno, per i tempi stretti, poche le domande dal pubblico.
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17 dicembre 2023 – Povo (Tn). Gaetano e Stefano passano la giornata ospiti degli amici Alessia Ansaloni e Michele Kettmajer, genitori di Tina e Martin. La loro casa è sita un poco fuori del paese di Povo, che ospita una parte dell’Università di Trento, in particolare il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Da molto tempo gli amici chiedevano la nostra visita e abbiamo approfittato della bella giornata per raggiungere Povo, con sosta alla pasticceria di Pergine per acquistare la treccia mochena. Durante il pranzo, al momento del caffè, la conversazione si è orientata verso l’intelligenza artificiale: Michele è membro del Comitato Scientifico per l’Educazione e l’Intelligenza Artificiale della Pontificia Facoltà Auxilium. Al pranzo era assente il figlio Martin, a sciare con gli amici. Nel pomeriggio ci siamo spostati a Sant’Agnese di Civezzano a visitare Orsolina Dissegna e Claudio Agostinelli e la figlia Dafne.
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23 dicembre 2023 – Piovene Rocchette (Vi). Continuano gli incontri natalizi di Gaetano e Stefano; pranzo in casa di Vittorino Deganello e Bertilla Tadiello.
Abbiamo incontrato anche il figlio Elia, di rientro dalla Svizzera in occasione delle feste. Un’occasione per ascoltare l’esperienza di Elia, emigrato in Svizzera, dove svolge un servizio professionale presso la biblioteca scolastica di un istituto superiore a Lugano. E abbiamo pure gustato la cucina di Bertilla, piatto centrale uno squisito baccalà. Il nostro viaggio doveva includere una visita a Marco Rigon, ricoverato in ospedale a Santorso. Che però è saltata per motivi tecnici e sanitari. La terza visita è stata dedicata nel primo pomeriggio agli amici Adriana e Piergiorgio Carollo, che abitano nel comune di Zané, su di un crocevia, protetti da un muro di cinta. Piergiorgio, tecnico della Telecom, ha fatto alcuni lavori in sede di Macondo. Adriana, assieme al marito, sostiene la casa, i figli e i nipoti affettuosi. Nella nostra conversazione familiare abbiamo affrontato alcuni temi inerenti le domande che il nostro tempo ci pone, cui gli uomini e le donne con intelligenza e cuore cercano insieme di dare risposta, ricostruendo rapporti che la fatica del vivere e i conflitti logorano, ma non possono spegnere.
E già Natale batte sui vetri, con le luci e le cornamuse.
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1 gennaio 2024 – Caniezza di Cavaso del Tomba (Tv). Cena in casa di Giorgio Geronazzo e della consorte Sonia Mondin. Erano presenti la presidente di Macondo, prof.ssa Monica Lazzaretto, il marito Carmelo Miola, psichiatra, la prof.
ssa Chiara Cucchini, il perito Baldassare Zanchetta e Gaetano, il cronista smemorato. Abbiamo salutato con lo spumante e il panettone il nuovo anno che non ha potuto dare risposta, data la tenera età.
In tavola le parole raccontavano del nostro pellegrinaggio tra i vivi, in memoria e compagnia di chi è passato nelle nostre vite. Rammentando le attività che ci coinvolgono, le prospettive del mondo che abitiamo e i coruschi venti di guerra che si accendono vicini e lontani.
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2 gennaio 2024 – Crespano del Grappa (Tv), casa di spiritualità don Paolo Chiavacci. Prende inizio la due giorni di formazione per ragazzi e giovani. Introduce con la musica la maestra di danza libera, accompagnata dal disc jockey Alessandro.
In pista sono scesi ragazzi e ragazze del convegno, muovendo il passo sul ritmo della musica e ornando la danza di figure che rispondevano alle parole della maestra.
Dopo il “riscaldamento”, Paolo Bartolini che ci ha raggiunti da Ancona ed è rimasto poi nel gruppo giovani, ha introdotto il tema: Imperfetti e contenti. La conoscenza di noi stessi, il valore dell’imperfezione. Partiva da una citazione di Spinoza: «Un essere è più o meno perfetto in base alla capacità di esprimere le sue doti». Accettare i propri limiti vuol dire essere umani. In contrasto con una società che ci vuole perfetti, completi. Senza rughe. Purtroppo le aspettative che gli altri o che noi stessi abbiamo nel confronto con gli altri sono il motivo di sentirsi scarto e della nostra infelicità.
Vivere vuol dire entrare in rapporto positivo con gli altri. Vivere è fare circolare qualcosa che non è nostro, ma lo diventaquando lo passiamo ad altri. Vivere per la felicità vuol dire non accontentarsi di seguire il solco che altri hanno già tracciato.
Ma uscirne per esplorare il mondo e non per semplice ribellione. Paolo conclude raccogliendo in dieci punti il percorso da seguire per essere imperfetti e felici. Non li trascrivo qui; per chi volesse conoscerli può rivolgersi alle ragazze e ragazzi del campo che certamente li snocciolerebbero a memoria, forse! Poi, dopo il pranzo assieme, iniziano i lavori. Il gruppo teenager ha beneficiato del fatto che alcuni già si conoscevano e quindi le dinamiche sono state più fluide, si sono sentiti più liberi e fiduciosi nell’esporsi e nel dialogo con gli altri. Non sono mancate le titubanze e la prudenza nel parlare, ma in vari momenti ci siamo stupiti dalla profondità di alcune riflessioni.
I temi sono stati affrontati con esercizi interattivi e schede, e nessuno, ma proprio nessuno, si è tirato indietro. Sabato sera, dopo cena, ci siamo nuovamente collegati con Rio, in Brasile, con Mauro, Milse e Irene, ospite della casa di Maria, che ci hanno portato l’idea di imperfezione dall’altro capo del mondo. Di seguito è stata riproposta un’esperienza di yoga, attività scelta perché molto utile per l’integrazione mente-corpo. A posteriori siamo ancora più convinti della sua utilità, visto che il rapporto con il proprio corpo non è sempre coordinato. E tutti hanno partecipato.
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9 gennaio 2024 – Venezia, aeroporto Marco Polo. Galdino Cagnin con la moglie Lucia e Silvia dell’associazione Karibu Africa onlus partono per visitare e animare alcune comunità dell’Uganda e del Kenya. Ci scrivono: «Due settimane trascorse in Uganda. Ora siamo qui in Kenya a percorrere quei momenti intensi nella nostra mente. Nell’orfanotrofio di Masaka incontriamo Noelina che, nonostante la scarsità dei mezzi, si prende cura dei suoi 84 bambini orfani e disabili, provata per il troppo lavoro e le nuove leggi ugandesi che la mettono alla prova. Nell’isola di Kome, nel lago Vittoria, incontriamo

Silvia, una giovane donna di 32 anni che ogni giorno offre speranza e un aiuto concreto a tante famiglie povere e bimbi disabili. Con lei abbiamo trascorso momenti indimenticabili. Nell’isola di Kome ci sono 50.000 abitanti, di cui 25.000 sono bambini. Vivono di pesca e agricoltura. Il gruppo Karibu vorrebbe costruire qui una piccola scuola di qualità gestita da Silvia, per offrire ai bambini un’opportunità di riscatto. Nell’isola sembra di essere in un altro mondo, la povertà è disarmante, descriverla è impossibile. Quello che ci sorprende sempre è l’incontro spontaneo con le persone. Ultimo momento intenso l’abbiamo vissuto in un villaggio vicino alla foresta, dove abbiamo iniziato a costruire la casa sociale (contiene la scuola, la chiesa e altro ancora). Ci siamo presi l’impegno di costruirla assieme agli uomini e alle donne del villaggio. Una grande festa con canti e balli ha arricchito l’incontro durante la messa». I nostri viandanti sono passati poi in Kenya a Kapsabit, in un seminario adibito a scuola, dove hanno portato aiuto e conforto alle suore Carmelitane scalze che operano per dare spazio e riparo ai bambini e bambine che frequentano la scuola. Inoltre hanno arredato due dormitori, uno per le bambine e uno per i bambini.
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13 gennaio 2024 – Bologna, pantheon della Certosa. Funerale di Luigi Ianelli, padre di Donatella, componente la Segreteria Generale della nostra associazione.
Attraversava la strada di primo mattino, per raccogliere le notizie del giorno.
Camminava sulle strisce per raggiungere l’edicola. Un’auto in corsa lo ha investito. L’autista è sceso per offrire il primo soccorso, ma Luigi era morto. La notizia arriva a lei sgomenta come un urlo nella notte. Le resta solo un fratello. Si prenderà cura di lui. E sedimenta l’amarezza di una morte violenta in strada.
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14 gennaio 2024 – Sappada (Ud). Rosita Kratter, componente la segreteria Generale di Macondo, era a Bologna, dove aveva partecipato ai funerali del padre di Donatella e, mentre stava congedandosi, riceve da sua sorella la notizia della morte di suo padre Antonio; al mattino era andato a messa, poi si era fermato al bar con gli amici. Dopo il pranzo si è accomodato sulla poltrona e si è spento nel sonno. Poi quando si è trovato sull’altra sponda si è girato indietro per vedere se la porta era ancora aperta. E l’angelo di guardia con le sue ali lo ha coperto, ha alleggerito la sua nostalgia e gli ha indicato l’altro sentiero.
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18 gennaio 2024 – Segreteria online di Macondo. Ho perso la registrazione e nemmeno Stefano è riuscito a recuperarla. Racconterò, attraverso l’ascolto della voce della fama e quel briciolo di memoria che mi resta, il riassunto. Si è parlato della festa di maggio in cerca di una data, individuato il tema: Se tutte le cose hanno una crepa, è proprio da lì che entra la luce che illuminerà il cammino dell’imperfezione. L’intento è di coinvolgere i ragazzi e i giovani dei campi sul tema sul quale si stanno allenando. Poi Monica ha affidato a ciascun componente la Segreteria un compito da svolgere, nel programma generale dell’associazione.
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21 gennaio 2024 – Bassano del Grappa (Vi). In casa di Natalino e Sabrina Filippin si tiene l’incontro del gruppo formatori, per programmare il calendario di formazione per ragazzi e giovani. In merito scrivono Natalino e Lidia: «Ci siamo dati un programma biennale, niente di obbligatorio, ma la proposta è questa. Il 13 e 14 aprile ci sarà il 3° MacondoCamp, sul tema Incontriamoci. Ama te stesso per amare gli altri e gli altri per amare te. Se possibile, inviteremo i ragazzi e i giovani a un’assemblea con la disabilità. A fine estate, dal 30 agosto al 2 settembre ricambiamo la visita ai nostri amici di San Giuliano (Campobasso). Seguono poi alcune indicazioni per l’anno seguente. Nel 2025, il 4-5 gennaio ci sarà il Camp invernale, seguirà il Camp primaverile e poi la preparazione per il viaggio in Brasile che sarà verso la fine di luglio».

Gaetano Farinelli

Componente della redazione di Madrugada