Buio, luci
Nel tempo dell’anno in cui il dì si contrae, il Sole arretra, dal profondo dei secoli ci giunge il timore che la notte vinca, che non torni la luce.
Si accendono i lumi nella festa ebraica dell’Hanukkah; file di luci abbracciano gli alberi di Natale, a festoni ricoprono le vie.
Quest’anno è diverso: ci sono meno luci, e alcune sono cattive.che dovrebbero essere saggi, benedicono armi e soldati: non sempre la luce è buona. Quei lumi proiettano ombre funeste.
Abbagli. Non voglio luci finte, voglio solo le stelle e il riflesso di uno spicchio di Luna.
Il buio è pesto.
Le stelle, voglio solo le stelle.
L’oscurità ricopre città intere, senza elettricità e riscaldamento, dove le uniche livide luci sono le tracce nel cielo dei missili e dei droni, e il bagliore delle esplosioni. Non qui, ma ora. Non distante dalle nostre frontiere, in Europa, nel nuovo millennio.
Inquietanti si accendono le candele nelle chiese dove patriarchi, che dovrebbero essere saggi, benedicono armi e soldati: non sempre la luce è buona. Quei lumi proiettano ombre funeste.
Non voglio chiese, non voglio sacerdoti del potere. Voglio madri che cullano, benedicenti, donne che cantano nenie, che affidano il cuore.
Altre luci sono buone, e consolano. Nel buio della notte una candela è più brillante del Sole, cantava Sting. Nel freddo più intenso anche un piccolo lume acceso permette di scaldarsi, e di sopravvivere. Ai meli di non gelare e di portare frutto a primavera.
Voglio mani che seminano, speranze che attendono piccoli germogli di bene.
Accendiamo piccole, dolci luci. Che le tenebre non prevarranno. Così è stato promesso.