La Russia, nuova “persona non grata” del mondo occidentale
Durante un incontro organizzato presso l’Università di Lugansk, attuale capitale di una delle due Repubbliche ribelli del Donbass e filo-russe.
come etichettate dal mondo occidentale, una studentessa chiese all’ospite per quale ragione non scrivesse canzoni in lingua russa. Svjatoslav Vakarchuk rispose: «Tu sai che parliamo tutti russo. Ma io sogno in ucraino».
Vakarchuk, il presidente mancato
Al tavolo imbandito di morte e sofferenza, anche qualcun altro dovrebbe sentirsi responsabile per questa tragedia? Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Svjatoslav Vakarchuk, poeta e cantante del gruppo musicale più famoso dell’Ucraina: gli Okean Elzi. Era il 2008 o 2009, mi ritrovavo a Mosca per lavoro. Volai a Murmansk per assistere al loro concerto, al termine del quale mi presentai in camerino. Fu contento di sapere che un italiano si trovasse a Murmansk, oltre il circolo polare artico e luogo di stanza della Flotta Navale Russa del Nord, a un loro concerto. Avevo una conoscenza della lingua russa già discreta; ma conoscevo grazie alle sue poesie e canzoni anche frasi e parole di ucraino. Ne fu felice. La sua discesa in campo in politica, lui originario di Leopoli, capitale storica della Galizia, territorio di confine tra Polonia e Ucraina, mi lasciò perplesso. Prospettava un’Ucraina più lontana dalla Russia. E io, a sua differenza, a 35 anni, avevo cominciato a sognare di notte in lingua russa. Oggi, guardando indietro, lui che fondò il partito “Golos” (la voce) e che promosse sulla scena politica nuove risorse dalla società civile.
ma che decise di non concorrere mai alle elezioni presidenziali ucraine, lasciando avanzare la candidatura prima di Poroshenko, il re del cioccolato amico degli oligarchi, e poi dell’attuale presidente Zelensky, un attore prestato alla politica, si dice collocato dagli USA, che di attori al posto di comando avevano già esperienza (Ronald Reagan), molto avrebbe potuto per cambiare il corso della storia.
Il dialogo necessario tra Donbass e Kiev
Luna Park – New Askar Refugee camp, Palestina Per chi non lo conosce, il suo “manifesto politico” era chiaro: Ucraina indipendente dalla Russia ma dialogo continuo con la parte russofona dell’Ucraina, a loro massima autonomia, rispetto della storia e lingua russa nelle regioni dell’Est. È una lucida e chiara presa di coscienza della doppia anima dell’Ucraina. Tutto ciò che post “Maidan” si è soffocato nel sangue nel Donbass da parte dei nuovi arrivati al potere. Vakarchuk dichiarò 8 anni fa in diretta alla TV principale del Donbass: «Parliamo della legittimità o non legittimità dell’attuale governo. Non bisogna preoccuparsi. Oggi il Parlamento deve rispondere del futuro della nazione. Ci sono 425 deputati nel Parlamento e molti di questi vengono dalle regioni dell’est… e sicuramente il Parlamento dovrà ascoltare tutti. Cosa io intendo fare. Occorre tornare subito a una vita in pace. Bisogna fare in modo che sul nostro territorio non vi siano più carri armati e soprattutto militari di altri Stati, solo l’esercito ucraino. Occorre smettere di mettere i cittadini gli uni contro gli altri, in base alla diversa lingua.
storia regionale, eroi… è chiaro che noi abbiamo diverse vedute su questi temi nell’ovest e nell’est dell’Ucraina, ma noi dobbiamo guardare avanti. Occorre consentire al popolo dell’est autonomia.
che scelga i nomi delle proprie strade, quali monumenti storici preservare, quali eroi mantenere per come vedono la storia e nessuno a Kiev e Leopoli dovrà avere parola nel dire loro che non hanno questi diritti. E lo stesso reciprocamente. Noi dobbiamo capire che occorre tolleranza reciproca, che anche se non ci si capisce l’un l’altro.
occorre rispettarsi, e con questo spirito guardare avanti. Quando ci calmeremo, noi dobbiamo capire che siamo sì diversi, ma insieme».
Vakarchuk: critica al potere centrale
«Arriverà il tempo in cui il potere centrale ascolterà ognuno di noi. Da troppo tempo il potere a Kiev non ascolta la popolazione dell’est. A Donetsk si aspettano di essere ascoltati, si aspettano diritti, di ricevere autonomia, vogliono avere fiducia nel domani. E io sono d’accordo. Tuttavia, la cosa più importante: tutto questo deve avvenire all’interno della Costituzione ucraina e della legislazione vigente. Quelli che urlano come organizzare qualche referendum, o idee simili di autonomia, non possono decidere, queste pretese non possono essere accettate. Io so che quello che sto dicendo potrà non piacere a qualcuno che ascolta. Ma vi invito a riflettere, torniamo alla pace e alla concordia. Permettiamo al potere centrale di lavorare, alla Polizia di svolgere le proprie funzioni, all’economia di cominciare a funzionare. Credetemi. Il nuovo potere oggi insediato ha molto timore della gente, del suo “potere” in piazza». Da lì a tre mesi si sarebbero celebrate le elezioni, dopo i gravi fatti del Maidan. Poroshenko divenne presidente. Vakarchuk di fatto lentamente negli anni a seguire sparì di scena, sino a ritornare al suo mondo musicale con le elezioni di Zelensky. Mi domando per quale ragione l’Occidente (e gli Usa) non abbiano “investito” per la pace in Europa all’epoca, scegliendo e sostenendo questo politico e il suo seguito per costruire una vera società civile ucraina prospera, nel rispetto dei diritti di ogni sua componente e anima, e quindi anche dell’anima russa e russofona.
Cosa hanno fatto USA e Nato per la pace
La pace nel Donbass e la pacificazione delle due anime in Ucraina hanno ricevuto l’impegno e l’attenzione che si imponeva già allora? Era l’Ucraina territorio strategico per gli USA e la NATO? Ricordate la signora Nuland, l’assistente della Segreteria di Stato degli Stati Uniti d’America? «Fuck the EU» urlò al telefono, mentre intercettata discuteva animatamente con l’Ambasciatore Usa a Kiev, Geoffrey Pyatt, disvelando al mondo intero la quantità di dollari riversati in Ucraina, alcuni sostengono per destabilizzarla e per preparare il colpo di Stato contro il governo gradito ai russi di Yanukovich, fomentando e sostenendo i nazionalisti dell’ovest: Maidan. Lascio agli esperti di geopolitica la risposta. I danni e la catastrofe umanitaria sono dinanzi a tutti noi. Anche se il pensiero unico oggi è gridare con odio e sdegno che Putin sia il nuovo Hitler e i russi un popolo di aggressori, i nuovi reietti che la democrazia occidentale unita sconfiggerà.
cancellandone anche la cultura dalla faccia della Terra, io penso a Vakarchuk, il poeta musicista.
alla sua saggezza di uomo artista che non odia ma che si sforza di comprendere e di unire, nonostante riconosca che ovest ed est del paese «sono [siamo] diversi».
I responsabili della guerra
Si afferma che l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel sia l’unico autorevole mediatore per fare terminare questo conflitto orribile. Forse, indietro nel tempo, sostenere quella parte di società civile ucraina rappresentata da uomini come Vakarchuk avrebbe evitato questa catastrofe, permettendo la nascita di un’Ucraina indipendente ma neutrale.
ponte tra l’Europa e la Russia. A parte i reietti russi e il loro criminale comandante in capo, come ovunque si afferma nell’Occidente democratico, davvero nessuno in Europa e a Washington si sente responsabile?