Imparare a orientarsi
L’esperienza del Master ORFEO dell’Università di Cassino
«Milioni di persone hanno visto cadere una mela,
ma solo Newton si è chiesto: perché?».
[Bernard Mannes Baruch]
Orientarsi: riforma salutare, carenze professionali
Orientare, orientarsi, dirigersi verso Oriente, là dove sorge il sole, fare strada insieme, aperti alla scoperta e alla sorpresa, come i tre principi di Serendippo 1 . In questi giorni scopriamo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a pagina 182, parla apertamente di Riforma del sistema di orientamento: «L’intervento normativo introduce moduli di orientamento formativo – da ricomprendersi all’interno del curriculum complessivo annuale – rivolti alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di II grado, al fine di accompagnare gli studenti nella scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante (ITS), propedeutica all’inserimento nel mondo del lavoro».
E ancora, di orientamento attivo nella transizione scuola-università: «L’investimento mira a facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola secondaria superiore all’università e, allo stesso tempo, ad affrontare gli abbandoni universitari negli anni successivi, contribuendo a porre le basi per il raggiungimento dell’obiettivo strategico di aumentare il numero dei laureati».
A dispetto dell’importanza di questo tema, che costituisce un vero e proprio tubo cardanico nella crescita umana e professionale dei giovani studenti, un enorme numero di attività e di interventi viene oggi lasciato nelle mani spesso inesperte di personale improvvisato e senza una vera progettualità che prenda seriamente in considerazione i contesti, le risorse e gli obiettivi da mettere in campo, in una prospettiva di razionalità limitata..
Università di Cassino: ORFEO cerca (Euridice) per formare esperti in orientamento.
Per rispondere a queste lacune, da quest’anno accademico è attivo presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale il nuovo master executive di II livello in Esperto in Orientamento formativo e scolastico [acronimo ORFEO].
Il Master si pone l’obiettivo di formare professionisti e professioniste dell’orientamento e del career counselling (consulente di carriera) con conoscenze e abilità necessarie per supportare la persona, nell’arco della vita e nella progettazione di un futuro di qualità. Quello che si intende offrire è un quadro di lettura delle minacce e delle sfide degli attuali contesti formativi e scolastici e definire le procedure e le metodologie di orientamento scientificamente fondate che – all’interno di modelli inclusivi e sostenibili – possano supportare le scelte e la progettazione formativo-professionale, a vantaggio di una vita di qualità anche per coloro che sperimentano condizioni di disagio e vulnerabilità. Il Master ORFEO si rivolge a tutti quei professionisti che si occupano di orientamento nelle università, nelle scuole e nei vari contesti formativi ed educativi. Pertanto, esso intende formare una figura professionale in grado di contribuire, tramite azioni di orientamento e advocacy sociale, alla costruzione di contesti inclusivi sostenibili. In tal senso, l’offerta formativa è stata progettata per accompagnare i partecipanti nelle sfide e nei cambiamenti richiesti dal mondo del lavoro, con una formazione specifica per lo sviluppo e il consolidamento di hard e soft skills (abilità), per formare a costruire soluzioni partecipate e condivise.
Master ORFEO: percorso interdisciplinare di formazione
Il master si pone dunque come scopo quello di formare esperti nella progettazione, nel monitoraggio e nella valutazione dei percorsi di orientamento e alternanza scuola-lavoro (ora PCTO, Percorsi per lo sviluppo delle Competenze Trasversali e l’Orientamento), con competenze specifiche nell’ambito dell’orientamento formativo, delle relazioni interne ed esterne alla scuola e di tutoring nei confronti degli studenti. L’esperto in orientamento formativo e scolastico è quel professionista che guarda in una prospettiva più ampia di quella scolastica, abbracciando anche gli aspetti riguardanti il progetto di vita adulta.
Il master intende fornire competenze metodologiche e operative fondate su validi princìpi teorici volti a incoraggiare una sensibilità educativa basata sulla persona e una serie di abilità, in virtù delle quali il futuro esperto in orientamento possa rendersi capace di analizzare la complessità degli aspetti psicologici, di contesto sociale e formativo, di metodo, incoraggiando interventi orientativi efficaci, atti a favorire l’inclusione sociale delle fasce svantaggiate giovani e adulte (formativi, professionali, di inserimento).
Per rispondere alla complessità delle esigenze di interventi di orientamento che provengono dal mondo della scuola, il master ORFEO prevede un percorso formativo interdisciplinare con il coinvolgimento di esperti ed esperte nel settore dell’orientamento, della sociologia, della pedagogia, della psicologia, delle scienze giuridiche e politiche, della sostenibilità e dell’innovazione sociale, ecc..
Scuola oltre lo studio teorico, per una nuova cittadinanza.
A partire dagli anni Novanta, il Ministero dell’Istruzione, in conformità con le direttive europee, ha fondato la riforma della scuola italiana sullo sviluppo di nuove competenze non disciplinari.
Il superamento della formazione teorica, basata unicamente sull’acquisizione di conoscenze (know what), è stato collegato al bisogno di sostenere il soggetto come cittadino, assegnando così al discente la capacità di orientarsi e agire nella vita sociale oltre il suo percorso di studi (know how). Infatti, all’interno della Legge n.
107/2015 (la “Buona Scuola”), viene istituita l’alternanza scuola-lavoro, il progetto di sviluppo “delle attività di accompagnamento e di consulenza formativa per il sostegno alla progettualità individuale”, che le linee guida nazionali avevano previsto tempo prima.
Sotto l’azione dei due governi Conte, l’arrivo della pandemia da Covid-19 e lo sconvolgimento realizzato dalle varie didattiche a distanza (DID, DAD, FaD) non solo è stato di fatto superato l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro ma è stato ridisegnato l’impegno delle scuole nello sviluppo dell’orientamento permanente. La maggior parte delle attività di orientamento promosse attualmente dai vari istituti scolastici consiste, infatti, nell’apertura agli istituti di formazione universitaria e non, che continuano a presentare la propria offerta formativa anche attraverso la partecipazione a videolezioni; pertanto, non in linea con quanto espresso nelle linee guida che mettono al primo posto l’orientamento inteso come empowerment, ovvero come sviluppo autonomo e responsabile delle competenze orientative di base.
Non lasciare nessuno indietro
Orientare significa per noi anche non lasciare nessuno indietro, significa dare la possibilità a chi proviene da famiglie di status socio-economico non elevato di poter scegliere liberamente e senza condizionamenti i propri percorsi di vita, considerare l’università come un veicolo di mobilità sociale, anche in Italia, in cui il numero di laureati è proporzionalmente più basso rispetto a quello dei principali paesi europei. E invece all’università ci vanno ancora soprattutto i ricchi, riproponendo quelle forme di leadership ereditaria già individuate da Max Weber più di un secolo fa, e ben rappresentate dalla fortunata espressione coniata negli anni Cinquanta da Michael Young, quella di Lucky Sperm Club, i figli dello sperma fortunato.
Il mondo del lavoro è in continua costante evoluzione, i robot sostituiranno la maggior parte dei profili professionali a scarsa professionalizzazione e ci sarà bisogno di una formazione superiore eccellente e trasversale, per evitare eserciti di disoccupati nei prossimi anni.
La ricreazione è finita
Una ricerca della Martin School dell’Università di Oxford (2013) ha valutato che entro il 2035 quasi la metà dei lavoratori attualmente presenti nell’economia americana saranno interamente sostituiti da computer e robot. E così, noi proviamo anche a esorcizzare il mito della laurea utile: come ci ricordano Roger Abravanel e Luca D’Agnese nel bel libro La ricreazione è finita (Rizzoli, 2015), il 65% dei laureati in Lingue della Ca’ Foscari trova lavoro, contro il 35% dei laureati in economia di Catanzaro! E il divario tra gli ingegneri che lavorano e i laureati in Lettere che lavorano è in Italia il triplo che nel Regno Unito! Nella congerie di teorie e di dati a disposizione degli studiosi, una cosa rimane granitica: studiare aiuta a vivere meglio e a vivere di più; scegliere cosa studiare, e dove farlo, diventa determinante per capire come vivremo nei prossimi anni, e quanto la nostra società sarà a misura di ognuno di noi, perché come diceva Victor Hugo: «Ogni volta che si apre la porta di una scuola, si chiude la porta di una prigione».
1Cristoforo Armeno (metà XVI secolo), scrittore e traduttore italiano di origini mediorientali, è stato il primo a tradurre nel 1548 la fiaba Viaggi e avventure dei tre principi di Serendippo. C. Armeno, Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo, a cura di R. Bragantini, Salerno 2000.
Maurizio Esposito
professore associato di sociologia generale
dipartimento di scienze umane, sociali e della salute,
Università di Cassino e del Lazio meridionale