Sempre sarai
Gabriella, in quinta elementare, vive la malattia e poi la morte del nonno molto amato. Ne scrive più e più volte all’insegnante. I biglietti non sono datati, perciò la sequenza temporale potrebbe essere imprecisa. Nell’insieme raccontano in modo commovente i vissuti e le emozioni di questa bambina. «Cara Renata, sono molto preoccupata perché mio nonno non sta bene ed è all’ospedale, potrebbe anche andare in dialisi. Cosa posso fare? Sono molto triste…». «Venerdì non sono venuta a scuola perché mi veniva a prendere la mamma per andare al funerale che iniziava alle tre. Il prete è stato bravo, pensavo peggio, il canto però ti distruggeva. La mamma aveva preparato una lettera stupenda da leggere, da quanto era profonda si sono messi tutti a piangere. Io sono stata brava e mi sono scese poche lacrime grazie al mio impegno. Ho fatto come voleva il nonno, lui mi diceva che non dovevo piangere ma ridere! Alla fine del funerale siamo andati al cimitero dove ci hanno fatto tantissime condoglianze. Lì hanno messo il nonno nella tomba della bisnonna. Io ho ereditato il posto del nonno a tavola e una calcolatrice. Lui mi diceva sempre che nessuno doveva sedersi al suo posto e che quando sarebbe morto ci sarei dovuta andare io! È stato un giorno triste. Siamo tornate a casa domenica. Il nonno poteva durare ancora 10 anni! P.S. spero che questa crepa di dolore nel cuore mi passi presto. Il mio nonno comunque rimarrà sempre nel mio cuore». «Mi inizia a mancare il nonno. Spero che il mio cuore sia forte e vada avanti nonostante il dolore!». «Domenica sono andata dalla nonna. Era triste, in casa c’era un’atmosfera cupa e triste, fredda o per meglio dire gelata. La nonna ha tappezzato tutta la casa con i santini del nonno e poi le vengono le lacrime o il pensiero. Io e la mamma siamo andate al cimitero per vedere i nuovi fiori. È brutto e triste. È stata una perdita molto dolorosa quella del nonno! Forza e coraggio!». «In questi giorni sogno sempre il nonno e dopo piango, piango, piango. Non pensavo che fosse così dolorosa la perdita di un nonno». «Il 2012 porta sfortuna. Mi è morto il nonno, sono fuori di casa per colpa del sisma e non so neanche se ci ritornerò… Dammi un consiglio per essere più felice». «Domenica sono andata dalla nonna, c’era la messa per il nonno. Il canto distruggeva, apriva sempre di più la mia ferita. Per fortuna la nonna è forte e ha tante amiche. Mi manca molto il nonno!». «Darò di certo tanti baci alla nonna. Per il momento pesante non ci possiamo fare nulla, è la vita! Ho sempre sperato che si rimettesse il nonno. Quando la nonna lo ha fatto ricoverare ero molto arrabbiata perché lui voleva morire a casa sua e comunque… mi manca molto. Penso sempre che lui mi guarda e mi protegge da lassù. Era fantastico il mio nonno!». «Ho nella mia testa sempre il nonno e piango. Non riesco a capire, a pensare, a rendermi conto che il mio nonno sia morto. Perché è morto? Me lo chiedo tutte le mattine! Grazie Renata perché stai e sei stata vicino a me in questo periodo doloroso! A festeggiare il Natale non riesco, penso solo e soltanto al nonno. Lui diceva: “Non piangere, ridi!”. Io invece piango. Non lo sto ascoltando ma non è colpa mia! Non riesco! Spero che Dio mi aiuti!». «Mi manca molto il nonno. Inizio a rendermi conto che non potrò più rivederlo e questo mi provoca solo dolore e sofferenza. Sono triste però ci sono gli amici, e il tuo sorriso di sempre mi mette allegria. Tutte voi maestre siete carine con me e di questo vi ringrazio. Spero che come hai dato allegria a me la darai a molti altri bambini. Sono stati 5 anni divertenti da un lato e orribili da un altro». «Tempo fa ho fatto un sogno strano. Ero all’acquedotto sui gradoni e dopo un po’ vedo queste due facce, il nonno quando stava bene e il nonno quando era magro, molto magro, e io lo toccavo in faccia per vedere se era veramente lui. Poi l’ho raccontato alla mamma e ho pianto! Solo al pensiero del nonno gli occhi mi diventano lucidi e piango con dei goccioloni che potrebbero formare un lago. Quest’anno sei stata la maestra che mi è stata più accanto. Grazie! Penso sempre a quello che mi diceva il nonno, “Non piangere, ridi”, solo che non riesco. Non riesco a controllare le lacrime! Grazie ancora per tutto quello che hai fatto per me». «Cara Renata, quando vado dalla nonna corro sempre verso la camera da letto del nonno e poi non lo trovo. Sono disperata perché Tommaso parla così e fa delle affermazioni così false sulla morte. Mi sta tornando il sorriso con gli amici e distraendomi. Renata, io ti ringrazio di cuore perché mi hai aiutato, non un po’, di più! Mi sei sempre stata accanto! Se avrai un giorno bisogno chiamami, scrivimi, io ci sarò!».
Elena Buccoliero
sociologa, componente la redazione di madrugada
(con la collaborazione dell’insegnante Renata Cavallari e degli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “C. Govoni” di Ferrara)