Zambia

di Gahimbare Maria Goretti, Facondini Valentina

Popolazione: 14.638.500 Confini: è circondato da Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Malawi, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Namibia e Angola Posizione: Africa Sub-sahariana orientale Capitale: Lusaka Indipendenza: 24 Ottobre 1964

Dati generali

Lo Zambia (nome che deriva dal fiume Zambesi) è uno Stato dell’Africa subsahariana che non ha alcuno sbocco sul mare e confina a nord con la Repubblica Democratica del Congo, a nord-est con la Tanzania, a est con il Malawi, a sud con Mozambico, Zimbabwe, Botswana e Namibia, e a ovest con l’Angola. Ha una estensione di 752.614 kmò (poco meno di tre volte quella d’Italia) e una popolazione di 14.638.500 abitanti, di cui il 60% vive nella zona rurale e il 40% ha meno di 40 anni. Ben 73 diverse tribù coesistono pacificamente all’interno del paese e le principali lingue parlate sono: bemba, nianja, lozi, tonga, luva, kaonde e inglese; quest’ultima è la lingua ufficiale. Il clima è tropicale, caratterizzato da tre stagioni principali: la stagione asciutta temperata che va da maggio ad agosto (temperature dai 10° ai 25°C), la stagione calda asciutta che va da settembre a novembre (dai 20° ai 30°C) e la stagione delle piogge che va da dicembre ad aprile (dai 25° ai 32°C). Il lungo periodo di media piovosità favorisce la crescita di una vasta gamma di colture e attività agricole, favorendo l’80% della popolazione che ancora vive di agricoltura di sussistenza. Lo Zambia è una nazione cristiana, come indicato nella stessa Costituzione. L’85% degli abitanti si dichiara tale di cui 30% sono cattolici, seguiti da protestanti, ortodossi, pentecostali, evangelisti. Le chiese regolarmente registrate sono ben 3400. Altre religioni presenti sono quella islamica (5%), quella induista e gli innumerevoli credi spirituali indipendenti compresi quelli tradizionali, ancora riconosciuti e tramandati di generazione in generazione anche se influenzati dalle forti contaminazioni esterne.

Politica e istituzioni

Conosciuta anche come ex Rhodesia del nord, lo Zambia ha ottenuto l’indipendenza dai coloni inglesi il 24 ottobre 1964. Il primo presidente fu Kenneth David Kaunda leader del Partito Unito dell’Indipendenza Nazionale (UNIP). Kaunda, figlio di un maestro originario del Malawi, nel 1951 diventa segretario generale del Congresso Nazionale Africano della Rhodesia del Nord (NRANC) e avvia un’azione di mobilitazione delle popolazione nera contro le politiche amministrative ingiuste e razziste della corona. Dopo quattro anni di attività viene arrestato e accusato di essere sovversivo. Uscito dal carcere fonda il Congresso Nazionale delle Zambia (ZANC) che nel 1961 prende l’attuale nome di UNIP. In quegl’anni dà vita a una campagna di disobbedienza civile chiamata «Cha-cha-cha». La protesta, nata come azione non violenta, sfocia presto in scontri, con incendi di edifici e disordini per le strade da parte dei rivoltosi e forti repressioni e massacri da parte delle forze di sicurezza inglesi. Questo obbligò l’amministrazione britannica ad attuare riforme costituzionali in grado di soddisfare le richieste della UNIP che nel 1964 vincerà le elezioni. Oggi lo Zambia è una Repubblica presidenziale con un presidente dotato di supremi poteri decisionali affiancato da un parlamento chiamato Assemblea Nazionale di 158 membri, di cui 150 eletti in partiti, 8 di nomina presidenziale. Nel 1991 è stata istituita la camera alta del Parlamento, chiamata Camera dei Capi, che conta 27 membri non elettivi, in rappresentanza di tutte le etnie che compongono il Paese. Lo Zambia rientra nell’ambito del Commonwealth, membro delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana e associato all’Unione Europea. L’attuale presidente è dal 25 gennaio 2015 Edgar Lungu, esponente del Fronte Patriottico (Fp).

Condizione economica

L’economia del paese ha visto negli ultimi decenni una forte crescita (si parla di un PIL che è cresciuto in media del 4,8% all’anno), una netta inversione di marcia rispetto alla stagnazione economica che ha regnato fino ai primi anni novanta. Questa tendenza positiva è legata a diversi fattori, tra i quali certamente le condizioni economiche globali favorevoli e una riforma economica che ha visto il passaggio da un mercato rigidamente controllato dal governo a uno libero e con importanti investimenti dall’estero. Si esportano soprattutto rame e cobalto, ma anche ferro, zinco e pietre preziose (il 20% della produzione mondiale di smeraldi arriva da qui), mentre si importano principalmente macchinari e carburanti. Le foreste forniscono buoni quantitativi di legname pregiato (teak e mogano) e diffusa è l’attività peschereccia d’acqua dolce, mentre scarsamente praticato è l’allevamento, prevalentemente bovino. Il mais rappresenta la coltivazione dominante ma di recente è incrementata anche la produzione di tabacco, soia e fiori freschi. Grazie a una posizione strategica e a un buon sistema di comunicazioni, che vede la presenza di ben tre compagnie di linee telefoniche mobili, canali televisivi e radio pubbliche con stazioni in ogni provincia e una rete ferroviaria e stradale abbastanza sviluppata, lo Zambia è diventato oggi un punto di distribuzione decisivo per le nazioni circostanti e per i commerci nel mercato comuneàdell’est e sud dell’Africa.

Scuola e sanità

Il paese è un’attraente destinazione d’investimento anche in settori come quello manifatturiero, energetico e turistico, ma le aziende non sempre si avvalgono di manodopera locale, in quanto poco specializzata e con un livello educativo basso, pertanto nella realtà sono in pochi a beneficiare di questa attuale crescita economica. Il governo sta cercando di adeguare il sistema scolastico alle esigenze nazionali ma questo rimane purtroppo ancora inefficiente. Basti pensare che, nonostante la propaganda per la scuola primaria gratuita, il 33% degli adulti rimane analfabeta e che soprattutto nelle zone rurali mancano ancora strutture e insegnanti. Il modello scolastico prevede: un anno di scuola materna, sette anni di scuola primaria, cinque anni di scuola secondaria e dai due ai cinque anni di college o università. Discorso analogo può essere fatto anche per il servizio sanitario gratuito, che lo Stato offre in cliniche pubbliche spesso inadeguate e carenti di medicinali e personale. Con la liberalizzazione economica sono nati ospedali, farmacie e cliniche private che garantiscono una migliore assistenza, ma rimangono proibitivi per il 60% della popolazione che vive ancora sotto la soglia di povertà.

Maria Goretti Gahimbare,
Valentina Facondini
volontarie SVI (Servizio Volontario Internazionale) in Zambia