Giuseppe Toniolo: per un miglior bene avvenire

di Comitato di Redazione

Era aprile, aspettavamo un governo di larghe attese. Ci si aspettava di tutto. Le famiglie chiuse in casa aspettavano la fine del mondo. I preti in chiesa aspettavano il morto. Pinocchio aspettava il grillo. Pidi e Pidele, stretti in cabina di subcomando, aspettavano il reo. Ho fatto una capatina in piazza in attesa del controcorrente di Giuseppe Stoppiglia, che apre su I buchi neri della vita, come lo è il dolore che l’interiorità può lenire.
Ho preso il treno, il monografico viaggiava in terza classe, con i finestrini aperti. Con prudenza Mario Bertin apriva il guscio de L’attualità del pensiero di Giuseppe Toniolo.
Bruno Amoroso tratteneva i fogli in un nylon riciclato; e vi leggevo che la legge di coordinazione e solidarietà di Toniolo supera la contrapposizione tra etica ed economia.
Sottovento Domenico Sorrentino, in L’etica come elemento costitutivo dell’economia, scriveva che Toniolo cercò di combattere una cultura cattolica assistenziale, senza dimenticare di essere un economista. Con i capelli al vento, Giulio Sapelli in Democrazia cristiana e cittadinanza sociale appuntava che per Toniolo democrazia non è solo un sistema di regole, ma pure funzione di un ordine sociale a favore delle classi umili.
Ora il treno rallenta. Scendo. Mi vengono incontro, correndo, le rubriche. Prima la politica di Augusto Cavadi con Le vittorie di Pirro del riformismo e affronta un argomento che è sulla bocca di tutti, ma c’è un riformismo progressista e uno restauratore. Tu, su che cosa punteresti? Arriva un carrello. La mostra del libro? No! È la rubrica riservata In-forma di libri, che porta in evidenza i nomi: Eduardo Galeano, Jonathan Franzen, Giovanni Colombo, Gian Enrico Rusconi, Joseph E. Stiglitz.
Adesso aspetto un amico che verrà a prelevarmi; sfoglio il contenuto della bacheca: scrive Rubens Ricupero che L’eredità di Chávez è stata positiva, incerta, da perfezionare, con tante sfide da superare.
L’amico non arriva e allora prendo il taxi con le rubriche, che vorrebbero parlare tutte assieme. E il tempo è poco. Crescere figli altrui di Alessandro Bruni, sotto il titolo Riabilitazione e perdono racconta il difficile caso di un padre che ha abusato della figlia.
Ora tocca a carte d’Africa che in Guinea-Bissau di Patricia Gomes racconta di un paese in tensione.
Per economia | politica, della voce Inter-esse Fabrizio Panebianco dice che è ambigua e ha invaso il campo della politica.
La rubrica per la cronaca di Heymat, prima di dileguarsi, accenna ai Nuovi volti in parlamento e saltano fuori tutti dal finestrino, vociando.
Ora tocca al cronista di Macondo e dintorni, che avrebbe inventato la calamita, figurarsi! Poi leggi le pagine di Elisa Chiodarelli sulle foto del Gujarat, India.
Aspettavamo. E adesso moh! sto sulla piazza anch’io ad aspettare il fischio dell’arbitro.