Il dio denaro e la gratuità quale atto di contestazione
In fondo alla scala della sede di Macondo, sulla porta, stava rannicchiato un porcospino. L’ho sollevato e l’ho collocato sotto i melograni rossi, nella dolce temperatura d’autunno. Sono rientrato a casa e ho bussato alla porta dello studio: Giuseppe sta scrivendo il controcorrente, non posso disturbarlo, vedo solo il titolo: Visioni inedite e ce n’è bisogno in questa nebbia grassa, dove una signora di rispetto indossa alla messa la maglietta pubblicità: meglio magnoni, che coglioni.
Sciolgo i sigilli del monografico, curato dal nostro collaboratore Egidio Cardini e leggo il tema: Denaro e gratuità. Apre il guscio Franco Riva: La vita precaria.
Denaro e onnipotenza. Dire che il denaro non può tutto, non basta. Bisogna giungere alla critica profonda che il denaro trasforma tutto; ma non può sostituirsi a ciò che compra.
Due vite e un approccio a «mani nude», scrivono da Parigi Michel Collard e Colette Gambiez, che molti di noi ricordano tra i clochard di Francia e del Belgio, condividendo con loro solidarietà e disperazione.
La democrazia a un bivio viene da Milano, è di Benito Boschetto, che scrive che siamo accecati dalla finanza in libertà, ma dobbiamo sollevare la benda per scegliere la strada del bene comune.
Termina il monografico La filosofia dell’etica ci salverà, dialogo tra Gian Luca De Gennaro e Arturo Paoli che afferma: il pensiero filosofico ci aiuta a passare dalla scoperta dell’autonomia alla scelta della responsabilità.
Esco dal castello del monografico e punto su Palermo, dove Augusto Cavadi in Politica e non violenza ci accompagna per un percorso attivo di riduzione della violenza dello Stato.
Adesso mi posso concedere una sosta nell’angolo dei libri, a conversare con i lettori. Il paniere è ricco di saggistica e di narrativa, che lascio alla curiosità del lettore.
Frugando nel baule dello scriba ho trovato le carte di Enzo Demarchi, redattore di Madrugada che ci ha lasciato dieci anni fa, Bartolomé de Las Casas, difensore dei neri: una rivisitazione complessa di questo grande uomo del cinquecento e per noi l’occasione di ricordare il nostro compianto collaboratore.
Sierra Leone, continua l’esplorazione dell’Africa e ci inoltriamo in un paese segnato dalla guerra civile, con l’aiuto di Antonella Pelliccia e Peter Bayuku Konteh.
Non parliamo di spread; per l’economia Fabrizio Panebianco nell’articolo: Vi(v)a l’euro ci illustra i danni che comporterebbe l’uscita dell’Italia dalla moneta unica.
Accelera la chiusura il cronista distratto, alle prese con l’autunno.
Paolo Gualdi chiude il sipario della rivista con le foto di Cairo 2007, prima della primavera araba.
Buona lettura.