Passare dall’altra parte
Maggio vai adagio… il tempo corre e tu… lasciati portare.
Nell’atteso controcorrente, Giuseppe Stoppiglia, in La misericordia trionferà sempre sul giudizio, affronta il rapporto tra la Chiesa, i cristiani e il mondo, oggi ridotto a relazione di comando e non di ascolto.
Il monografico espone in parete l’indifferenza e vi si arrampicano quattro esperti: tira la cordata Luca Spegne con L’indifferenza cancella la differenza e sottolinea i limiti della religione borghese. Segue Adriano Fabris, che lancia il messaggio Violenza, indifferenza e fondamentalismi perché l’indifferenza coltiva la violenza e i fondamentalismi ne sono l’esempio. Aggancia in parete Marco Opipari su Indifferenza sociale e precarietà, e batte il chiodo che l’indifferenza non va curata in ambito psicologico, ma ne vanno cercate le cause nella precarietà sociale e individuale.
Conclude la cordata Giovanni Colombo, ad analizzare l’Indifferenza politica, causata da una democrazia mortificata.
In cima sediamo e apriamo le pagine delle Scritture sul tradimento.
Adolfo Locci ne analizza il significato alla luce della Torà: tradire è venir meno a una libertà responsabile. Nel Corano, Patrizia Khadija dal Monte legge che il tradimento avviene nelle tenebre, ma nulla sfugge ad Allah.
Don Roberto Ravazzolo apre la pagina su Il tradimento di Giuda nostro fratello perché anche in noi il male può entrare senza che ce ne accorgiamo.
Con un salto metaforico ci accostiamo alla vetrina dei libri; Alberto Gaiani, sulla copertina di Danny l’eletto di Chaim Potok, racconta la storia dell’amicizia tra Reuven e lui, Danny, e dell’ebraismo newyorkese di metà Novecento. Segue Rossella Messina con il libro di Gerard Donovan, Julius il solitario, cui resta solo un cane, ucciso da un cacciatore forse, che scatena la sua folle aggressività. Concludono la rassegna Marina Bertoncin e Andrea Pase con Attorno al lago Ciad. Contiene un giudizio critico sui grandi progetti di irrigazione e l’ipotesi di un ritorno alle pratiche antiche con le nuove abilità.
Ora a voi le rubriche: Fulvio Cortese ne Il governo del territorio ricorda la prerogativa dello Stato e delle Regioni, cui si aggiunge, in una democrazia reale, l’attività del privato.
Ora l’economia, punto. Fabrizio Panebianco, tra Efficienza ed equità, efficienza ed efficacia, mostra lo scarto esistente tra il linguaggio economico e il sentire umano comune.
Heimat detto/a anche Heimweh sull’Ode alla panchina fossile annuncia la sottrazione delle panchine da molte città italiane, per togliere agli umani l’estremo urbano piacere di guardare il mondo e non fare niente.
Ci scrive dal Brasile equatoriale Arnaldo de Vidi, Vivere a Manaus il suo pezzo, del rapporto tra vita e ambiente, religione e ritmo vitale, economia e affari.
Conclude in Macondo e dintorni il cronista prolisso che copre tenace gli spazi liberi, come case e «capannoni» occupano proditoriamente il nostro territorio.
Nel finale Karin con le foto illumina la memoria velata dalla cultura di morte che copre le strade e le spiagge di Procida, un tempo l’isola di Arturo, l’isola del Postino.