Dentro la cornice, dietro la cornice
Le immagini di questo numero di Madrugada
Forse non è un titolo e neppure una provocazione; ma solo una chiave di lettura di un fenomeno, che è il raduno dei motociclisti. O meglio, i motociclisti in raduno. E la prima tentazione da scongiurare è di leggere l’evento con le categorie di apparenza e di sostanza, che sono anche categorie morali; in cui l’apparenza è la vanità del precario; e la sostanza è il sacro indicibile sottostante alle parvenze. In parole più pedestri, sostanza e apparenza sono verità e bugie.
Per nostra ventura o sventura ci troviamo di fronte una serie di foto di Adriano Boscato, scattate dentro la cornice; e la foto è immagine, e dunque non è verità: tenta di carpirla, di mascherarla, di stravolgerla; o di smascherare la falsità, forzando i limiti del vero e del verosimile. La foto è finzione e come tale è creazione, ricreazione, gioco e non solo.
Ma veniamo alla rivelazione del clic.
Dentro la cornice rombano i motori che sulle piste scorrazzano spingendo altri rulli, trasferendo i guerrieri in direzione della velocità; il guerriero in avamposto e lei alloggiata sul lungosella, ai bordi delle cosce del guerriero.
Rumori di guerra che la pellicola suggerisce; della guerra ci sono le divise delle periferie metropolitane; della guerra i volti camuffati e la pelle dipinta. La tortura dei sigilli sul naso e sulle labbra; gli orecchini del pirata; i grossi dadi di ferro del bolide nei lobi dell’orecchio con posteggio a cronometro.
Ma è una guerra contro nessuno, o forse contro la noia, contro l’omologazione di serie, che i loro motori portano sulla superficie dell’anima. Fugge la moto con il guerriero e la bella e si stemperano i suoi lineamenti nel mosso contro mano; e dietro non vedi il saracino che si batte contro il paladino; né il marine spara sul vietcong, forse don Chisciotte sui mulini a vento.
Riposa il guerriero nella tenda con la sua donna; e sotto la minigonna si illumina la calzamaglia della pulzella, negli occhi del guerriero in riposo.
Giovani allegri bevono sui loro cavalli di fuoco e di fumo bottiglie comprate al bar e stappate sul bordo delle staffe. Avanzano con i giubbotti antiproiettile, con le casacche sbracciate, calpestano l’asfalto coi grossi scarponi di cuoio e di ferro; e portano sulla tela della loro pelle la saga dei sogni e degli incubi che sono anche nostri, e che essi forse tentano di esorcizzare. Con il passo del drago; e accanto sfiora il terreno la gazzella; i lineamenti rilevati nei muscoli d’acciaio; e dietro le brocche d’argento e di ferro un volto, che forse riscopri nella foto ricordo della prima comunione.
Dentro la cornice fa un altro effetto.