Alle radici del Brasile
Le immagini di questo numero di Madrugada sono delle litografie tratte dal libro Panorama dell’Universo, di Cesare Malpica, del 1855.
Le figure scelte vogliono rappresentare l’origine del carattere composito della cultura brasiliana, di tipo meticcio, misto, originato dalla confluenza di popolazioni diverse. Quattro sono, infatti, le radici da collocare alla base della brasilianità: la tradizione lusitana, africana, orientale e indigena.
Queste matrici spiegano il senso magico della vita, fondamentale per conoscere e cominciare ad addentrarsi nella realtà brasiliana.
Questa magia è data dal lirismo portoghese, dalla sua sentimentalità, dal senso di assenza proprio dell’uomo che solca i mari, lontano dalla patria. È data anche dalla mistica orientale, che ha conferito alla religiosità brasiliana caratteri di indefinitezza, di serenità, di attesa.
Terzo elemento è l’africanità, è la vita legata alla foresta e ad una religiosità animistica acculturatasi con la religione cristiana. Gli schiavi africani portarono un senso di fraternità, di danza e di musica. Essi si affidavano alla provvidenza degli esseri, degli dei e dei geni della foresta.
L’indio apporta il carattere della resistenza, della tenacia, della libertà. Non si è lasciato piegare dal portoghese. Ha il senso di essere signore (non padrone) della terra, perciò respinge chiunque voglia allontanarlo o domarlo.
Il risultato di questi diversi contributi è una cultura caratterizzata dal cuore e dalla sue intuizioni, che non si esprime tanto nelle categorie e nella organizzazione mentale propria delle scienze, quanto nella figurazione artistica, nella pietà fatta vita e negli spazi della solidale convivenza.
(informazioni tratte da Cultura latino-americana e cultura europeo-occidentale, caratteristiche di fondo, di Enzo Demarchi)