Musica popolare brasiliana: documentazione e materiali per approfondirne la conoscenza
Si sente dire spesso che i Brasiliani sono un popolo con scarsa memoria, nel senso che, occupati come sono a vivere intensamente il presente (fatto magari di cose effimere come il carnevale o il gioco del calcio), non avrebbero né tempo né voglia di occuparsi del loro passato, lontano o recente che sia, così come (per la stessa ragione) non si preoccuperebbero più di tanto del loro futuro, che attualmente non è dei più rosei, malgrado le grandi potenzialità del paese. Non so quanto ci sia di vero in questa diceria, che comunque sa di rozza semplificazione di una realtà assai complessa e in parte di difficile comprensione per noi Europei; so però con certezza, per esperienza diretta, che le cose non stanno affatto così in almeno un settore specifico, precisamente quello che costituisce l’argomento di questa rubrica: la MPB del periodo aureo, che abbraccia il trentennio che va grosso modo dalla fine degli anni ’20 alla fine degli anni ’50.
Nei confronti di questo ingente patrimonio, al tempo stesso musicale e poetico, i Brasiliani dimostrano non solo di avere ottima memoria, ma anche di saper fare tutto il possibile per conservarlo, valorizzarlo e studiarlo, insomma per legarlo nel modo migliore alle generazioni future. Non mi pare invece che noi Italiani possiamo dire di aver fatto o di stare facendo lo stesso riguardo alla nostra musica leggera e popolare di quel medesimo periodo (che è stato anche per noi un periodo d’oro), cosicché la sua memoria autentica rischia di andare irrimediabilmente perduta proprio per incuria e carenza di adeguate iniziative di conservazione: ancora una volta, quindi, faremmo bene a guardarci più attentamente allo specchio, prima di trinciar giudizi avventati sugli altri.
Dunque, lo studioso o il semplice appassionato che desiderino approfondire la loro conoscenza della MPB degli anni che videro il suo maggior splendore troveranno oggi sul mercato una quantità decisamente abbondante di materiale biblio-discografico, in genere di buona qualità. Sfortunatamente dischi, libri e spartiti, che fino ad un paio di anni fa costavano poco (specialmente per l’acquirente europeo), sono ora diventati cari e talvolta carissimi, in conseguenza dell’adozione da parte del governo brasiliano del cosiddetto plano real, che ha sì frenato l’inflazione galoppante, ma mandando alle stelle il costo della vita. Durante un mio recente soggiorno di studio a Rio de Janeiro ho verificato di persona che, eccettuati pochissimi prodotti di largo consumo (come il popolare e squisito cafezinho), si spende per vivere laggiù come se non di più che qui in Italia, con la differenza però che gli stipendi brasiliani sono incredibilmente bassi rispetto ai nostri: in effetti non si riesce a capire come la gente comune riesca a sbarcare il lunario, guadagnando ufficialmente in un mese quello che basta sì e no per campare una settimana! Comunque non sarà certo per noi l’acquisto di un po’ di dischi e libri, sia pure a prezzo di affezione, a mandarci in rovina; semmai, come ho già spiegato la volta scorsa, incontreremo le maggiori difficoltà nel procurarci dall’Italia tale materiale. Tuttavia chi è attratto dal Brasile e dalla sua straordinaria cultura, come lo scrivente, sentirà prima o poi il desiderio di trascorrere in quel paese un po’ del suo tempo: sarà dunque questa la miglior occasione per fare il pieno di buona musica e di quant’altro serva a capirla e gustarla meglio, all’occorrenza utilizzando le presenti note come sommaria guida.
In epoca moderna la prima iniziativa valida mirante a valorizzare la MPB classica fu realizzata dalla Abril Cultural di São Paulo, la quale pubblicò negli anni 1970-72 (e in seconda edizione riveduta e ampliata negli anni 1976-78) una História da Mìúsica Popular Brasileira in 50 fascicoli, distribuiti nelle edicole con periodicità quindicinale. Ogni fascicolo era dedicato ad una o più figure di spicco di tale musica e constava di dodici pagine di ottimi testi riccamente illustrati, più un disco microsolco di 25 cm con otto incisioni, parte originali dell’epoca, parte realizzate con interpreti ed arrangiamenti moderni di qualità. Ovviamente tali fascicoli sono da tempo esauriti presso l’editore, ma con un po’ di fortuna si possono ancora reperire in qualche sebo (negozio o bancarella di libri e dischi usati); io personalmente ho potuto acquistarne una ventina di numeri ancora sigillati e ad un prezzo ragionevole (3,5 reais cadauno, ossia circa 6.500 lire) nei fornitissimi sebos (specialmente quelli delle catene di negozi Toc Discos e Moto Discos) localizzati nella centrale Rua Sete de Setembro, a Rio de Janeiro. Questi fascicoli hanno tutti un interesse di prim’ordine, ed in alcuni casi (ad esempio quelli dedicati ad Ernesto Nazareth, a Chiquinha Gonzaga, a Dorival Caymmi o a Orestes Barbosa) rimangono a tutt’oggi la miglior introduzione all’opera di questi grandi artisti. L’unico neo di tale prestigiosa collana sta nell’aver privilegiato gli autori e gli interpreti di canzoni (bellissime, sia ben chiaro!), trascurando invece o addirittura ignorando esponenti anche di primo piano della MPB strumentale: così cercheremmo invano nei titoli di testa di questi 50 fascicoli i nomi di musicisti dal talento prodigioso come Pernambuco, Garoto, Jacob do Bandolim, Dilermando Reis, Waldir Azevedo, Altamiro Carrilho e tanti altri, tutti… rei di essere stati grandi solo come strumentisti e compositori di musica strumentale!
In questi ultimi anni ci sono state varie altre iniziative, tendenti tutte a riproporre su supporti moderni (LP e, più recentemente, CD) il meglio della discografia storica, avvalendosi anche delle sofisticate tecnologie odierne per “ripulire” (i tecnici dicono “rimasterizzare”) le vecchie incisioni dai rumori parassitari e dal caratteristico fruscio di fondo dei 78 giri di veneranda memoria. Il risultato è spesso così buono (almeno in apparenza) che incisioni vecchie di sessanta e persino settant’anni sembrano risalire a non più di un paio di decenni fa. Qualche irriducibile purista se ne lamenta, ma io sono ben contento di poter ascoltare oggi queste musiche forse meglio di come le riascoltarono a suo tempo gli stessi artisti che le incisero!
Il primo in Brasile ad avere avuto l’idea di ripubblicare vecchie canzoni classiche riunite in dischi LP, dopo averle sottoposte ad un accurato lavoro di restauro, è stato l’avvocato-editore carioca Milton Varela Vilas. Personaggio davvero fuori dal comune, questo dinamico signore oggi sessantottenne (che mi onora della sua cordialissima amizade) ama d’un amore esclusivo e indefettibile la musica popolare dei suoi verdi anni, che conosce alla perfezione essendo stato amico, anche intimo, di molti dei compositori, musicisti e cantanti che la resero grande. Possessore di una imponente biblio-discoteca e dotato inoltre di una memoria stupefacente, è in grado di cantare così su due piedi e senza nessun accompagnamento, con voce calda e intonatissima, un numero impressionante di canzoni del bel tempo che fu, senza dimenticare o cambiare una sola parola dei relativi testi! Ovvio quindi che la sua antologia, lanciata nel 1987 col titolo molto evocativo di Filigranas musicais (sedici LP con dodici incisioni ciascuno) riproponga il meglio del meglio di questo repertorio. Tali dischi si trovano ancora tutti in parecchi negozi di Rio de Janeiro (in particolare nella sede di Praìça Floriano di Moto Discos), ad un prezzo relativamente contenuto. In alternativa si possono acquistare anche presso l’ufficio del dr. Varela Vilas, in rua Senador Dantas, 117 – Grupo 1533: in tale occasione è garantita l’accoglienza più calorosa, particolarmente ai visitatori italiani, in virtù del fatto che il buon patrigno dell’avvocato fu proprio un nostro connazionale trapiantato in Brasile.
La piccola casa editrice fondata dal dr. Varela Vilas pubblica anche un simpatico periodico (per modo di dire, perché esce con cadenza assai irregolare), che si intitola Recordaìçìões… Saudade! Ogni numero è dedicato ad uno o più cantanti famosi degli anos dourados da MPB, riproponendo, assieme ad una garbata biografia dell’artista (firmata dallo stesso Milton), i testi delle sue più belle interpretazioni. A piè di quasi ogni pagina si può leggere un proverbio, un motto o una bella frase di qualche celebre scrittore o pensatore, e ciò perché l’editore ha una particolare predilezione per la saggezza in pillole. Anzi qualche massima profonda ce la propone lui stesso, ed è con una di queste che mi piace chiudere la presente puntata: “O irmão conhece-se nos transes apertados; aquele que é amigo, é-o em todo tempo” (“Il fratello si vede nei momenti difficili, l’amico in ogni momento”). Conoscendo Milton, so che è il suo modo di concepire l’amicizia, per lui sentimento più profondo della stessa fratellanza.