Cronaca dalla sede nazionale
2 novembre 2005 – Valle San Floriano, Marostica (Vi). Fa buio la sera e ci guardano ancora i morti con nostalgia dei nostri passi e dei nostri volti. Nella sede della Provalle, Fabio Lunardon convoca il comitato della marcia per sentire le voci (dei vivi), ascoltare i pareri, decidere sui prossimi incontri, in particolare si parla della maratona e delle sue difficoltà. Ne prende le difese Diego per passione. Restano gli interrogativi sulla sua percorribilità e sulle forze disponibili per l’organizzazione dell’evento; infine si definisce la destinazione dei contributi che la marcia per l’infanzia ha raccolto.
7 novembre 2005 – Troina (En). Si riunisce il Comitato scientifico della casa editrice Città Aperta all’interno dell’Oasi. Presiede il professor Pietro Barcellona; il fondatore dell’opera, padre Luigi Ferlauto, parla del ruolo e della funzione dell’Oasi all’interno del territorio e dello spazio che ne occupa la Casa Editrice diretta dal dottor Mario Bertin. Del comitato fa parte anche il nostro presidente, che è volato a Catania la sera precedente l’incontro con qualche ora di ritardo, a causa di una influenza aerea, ma non era aviaria, che intacca le ali dei volatili.
10 novembre 2005 – Palermo. A dieci anni dalla sua morte, nel quartiere dell’Albergheria si celebra, si ricorda, si riflette sull’attività di don Rocco, un sacerdote che è vissuto a Palermo dedito ai poveri, agli emarginati. Ne celebra la memoria il sindacato popolare, la chiesa locale con una tavola rotonda cui partecipa anche il nostro presidente Giuseppe Stoppiglia, che mi dice quanto sia difficile spiegare che cosa significhi sindacato popolare e come possa trovare possibilità di incontro con la chiesa locale, a Palermo.
13 novembre 2005 – Tonezza del Cimone (Vi). Assemblea generale di Macondo per il rinnovo delle cariche; negli intervalli pubblicità delle cariche Duracell, la batteria che dura di più. La giornata si divide in due momenti: al mattino la relazione della signora Agnese Mascetti, antropologa sul tema Vivere tra tenerezza e violenza; afferma la signora che siamo dominati dal mercato, ci sfuggono le conseguenze della tecnologia, si riempiono i supermercati dell’Ikea, ai giovani manca il respiro della vita. Quel che resta è allora il recupero della interiorità, il percorso della misericordia, l’orizzonte della pace per superare l’angoscia di vivere.
Nel pomeriggio si passa al rinnovo delle cariche elettive: presidenza e segreteria. Vengono consegnate e vidimate le schede per la presidenza e la segreteria. Si costituisce nella sala una fronda libertaria, che presenta un secondo nominativo alla presidenza, che raggiungerà quota quattro su cento, sotto il livello del quorum per aver voce. La segreteria si apre su cinque nomi. Alla fine tutti applaudono al nuovo presidente, anche la cricca che aveva tentato la scalata e offerto al cronista transeunte la bramata sedia.
Presidente: Giuseppe Stoppiglia. Segreteria: Gaetano Farinelli, Vittorino Deganello, Elisabetta Grigoletto, Luca Realdi e Fulvio Gervasoni.
14/20 novembre 2005 – Todi-Mostar. Il mio (è Marta che scrive) viaggio verso Mostar comincia una sera di novembre assieme ad Amedeo che organizza ogni anno il trasporto: ci sono la nebbia, un furgone blu e un magazzino della Toppetti 2, fabbrica di materiale edile di Todi. Tengo a bada la mia ansia di arrivo a destinazione, perché i passaggi in frontiera da queste parti richiedono molta pazienza. In nostro soccorso arrivano Suor Arcangela, che è il punto di riferimento per Amedeo e la sua associazione.
Sbrigate le pratiche di frontiera, possiamo finalmente dare inizio alla nostra permanenza in Bosnia-Erzegovina, a Mostar. La distribuzione degli aiuti ci consente di entrare in contatto con realtà diverse: sono realtà appena sfiorate, ma l’impatto è fortissimo e le sensazioni molteplici. Incontriamo vecchi e bambini, uomini e donne, ognuno con la sua storia, triste e drammatica; li troviamo nelle strutture di assistenza e nelle loro case. E camminiamo dentro un paesaggio, tra montagne e boschi inaccessibili, fatto di contrasti e bello, di quella bellezza che quasi ferisce, perché porta i segni di una deturpazione recente, una bellezza carica di dolore ma più forte del dolore.
Questo paese ha così tanto da dire, e così diverse sono le sue facce che fatico a capire dove sta la verità, tra le tante a cui cerco di prestare ascolto. Il fatto è che le verità qui sono tante quante le storie di inimmaginabile sofferenza vissuta dalle persone, dai musulmani e dai cattolici. Non resta che ascoltare e cercare di comprendere, per quanto è possibile le ragioni di ognuno.
Mi sembra di percepire che l’atteggiamento nei confronti dell’altro, del musulmano o del cattolico è ambivalente, c’è la volontà di convivenza pacifica, che però si scontra con un’incapacità di venirsi incontro, un’intransigenza di principio, che nasce dalla sensazione che una pace e una divisone giusta non ci sia stata, un’incomprensione che è legata soprattutto alla politica (cronaca di Marta Biasin).
19 novembre 2005 – Camposampiero (Pd). Una giornata di sole, ma è già arrivato il freddo. La chiesa è gremita, in veglia davanti alla bara. Parte Aquino Morosinotto, lascia la sua casa, la sua terra. Resta di lui l’affabilità e la fermezza, la parola e il silenzio, la cura dei campi e il gioco delle carte, gli affetti e la riservatezza. E raggiunge la sua cara Maria, che lo ha anticipato di qualche anno e le porta notizia dei suoi figli, cui è riservato il compito di custodire la memoria.
20 novembre 2005 – Padova. Il progetto Giovani del Comune di Padova dal titolo Sogno e son desto, ha organizzato un incontro che comprendeva varie manifestazioni artistiche teatrali e culturali. Con l’associazione ADUSU (Associazione per i diritti umani sviluppo umano) e l’associazione IMPOLITIKA avevamo (è Giovanni Realdi che scrive) organizzato quella manifestazione per iniziare a proporre qualche parola nuova per la politica in città. Ospiti erano Beppe e Giuliano Lenzi, già partigiano e diessino. Provocazioni varie, specie di Beppe. Siccome eravamo alla ricerca di luoghi che stiano tra il rifugio individualista/emotivista e la piazza delle grandi occasioni e dei pochi risultati: ne è nata la parola coralità, come sintomo di un luogo non privato in cui un’idea viene sentita e divisa tra tutti. Breve polemica da parte di un giovane politico sulle critiche di Beppe a Ruini.
24 novembre 2005 – Nervesa della Battaglia (Tv). Bruna dal Secco, presidente dell’Antea, invita Giuseppe a parlare di un argomento che colpisce tutti, ma che la persona anziana sente più vicino, la morte e la elaborazione del lutto. Riguarda l’uomo e la donna che perdono la compagna/il compagno di vita. La serata è fredda, in attesa della neve, che ancora non cade. Giobbe nel suo dolore chiama in causa Dio, che ascolta e tace. Sono presenti una sessantina di persone, anziani e giovani, che ascoltano, ricordano e scuotano il capo, non per dissentire, ma seguendo un sentimento di rammarico e di dolore, forse.
1 dicembre 2005 – Bassano del Grappa (Vi). Giornata dedicata alla sensibilità sulla malattia della AIDS nel mondo, sui pericoli e sugli effetti della malattia e sulle precauzioni da adottare nei rapporti sessuali, che vanno dalla prudente moderazione dei rapporti all’uso del preservativo. Il Palasport era letteralmente invaso dagli studenti delle scuole superiori di Bassano. Sul palco si sono succeduti esponenti rappresentativi di aree diverse, tra cui Giuseppe Stoppiglia. Gli studenti sono più di quattromila, variamente colorati, vocianti, attenti e distratti insieme, come avviene all’età in cui tutto si raccoglie e lentamente si elabora nel tempo che viene. Nelle classi, prima dell’incontro, gli insegnanti hanno parlato della malattia e dei comportamenti e dei mezzi per prevenirla e combatterla.
4 dicembre 2005 – Valle San Floriano, Marostica (Vi). Casa degli Alpini. Il gruppo della Marcia di Valle San Floriano ha allestito una cena per quanti hanno partecipato alla preparazione della marcia. Allo scopo, oltre ai piatti consueti, hanno cucinato un maialetto, piccolo maiale ricoperto di spezie e di erbe aromatiche con una rosa canina in bocca, sgusciato dall’involucro da un maestro di cucina edile, servito in tavola da quattro ragazze dalle lunghe braccia, che stando a capo tavola offrivano i piatti che si adagiavano lenti e frolli a fronte del convitato senza mai spruzzare in faccia la salsina. Al termine della cena dopo aver premiato i signori Mario e Diego, il coordinatore della festa Fabio ha dato il resoconto del ricavato, Gaetano in qualità di responsabile dei progetti dell’infanzia ha illustrato le finalità della marcia e del ritrovarsi, mentre a lui di fronte un bimbo piccolo gli faceva le boccacce. Infine aleggiava nell’aria compunta un dispiacere congiunto per l’assenza del parroco alla cena comunitaria, che comunque ha inviato al comitato della marcia durante il brindisi un messaggio di cordoglio, che non sono riuscito a leggere; ma che fa lo stesso.
7 dicembre 2005 – Verona. Per la prima volta si incontra la nuova segreteria eletta a Tonezza del Cimone. Si distribuiscono i compiti per i settori, ci si sofferma sui programmi futuri. Dò un breve sintetico resoconto delle deleghe e degli incarichi: per l’amministrazione: Stefano Benacchio, che quest’anno si troverà a gestire l’amministrazione di Macondo ONLUS, con un carico più complesso. Per la formazione: Fulvio Gervasoni; per l’organizzazione: Vittorino Deganello; delega alla realtà negata: Luca Realdi; delega al sito Internet: Camata Alberto e Luca Realdi; delega per la rivista Madrugada: Gaetano Farinelli.
A gennaio si apre il forum di Caracas, capo della delegazione di Macondo sarà Mauro Furlan; altri avrebbero dovuto seguirlo, ma non poterono.
La festa di Macondo si terrà quest’anno in data 28 maggio; il tema sarà Dio ti dà un volto, sorridere tocca a te; questo titolo sarà il filo conduttore della festa, che si terrà a Spin di Romano in periferia di Bassano del Grappa. A Elisabetta e Luigi viene data delega per la organizzazione della festa.
Per i progetti di adozione a distanza la gestione viene data in delega a Ivana Pandolfi, Vittorino Deganello e Gaetano Farinelli.
20 dicembre 2005 – Verona. Incontro dei formatori di Macondo per la programmazione annuale dei campi. I presenti sono dodici, che adesso li conto. Siedono in cerchio attorno ad un tavolo quadrato. Fulvio, dopo aver parlato del campo di Zenica, avanza la proposta per il prossimo a Tuzla in Bosnia aperto ai giovani bosniaci, ai giovani del sindacato italiano e ai giovani di Macondo, che abbia come finalità: lo scambio, la fatica del rapportarsi tra diversità, provenienti da due contesti diversi. Seguono poi le considerazioni degli organizzatori del campo ‘La Rondine’: Lele, Luca e Andrea. Il campo è un momento forte emotivamente, ma necessita una continuità. Inoltre il campo mette troppa carne al fuoco e rischia di non avere aderenza alla realtà quotidiana dei ragazzi che vi partecipano. Bisogna puntare al vissuto dei giovani, tentare di far loro scoprire la loro identità a partire anche dal loro disagio. Comunque l’educazione è un processo, non è un punto fermo, anche se il campo rappresenta un picco.
23 dicembre 2005 – Piovene Rocchette (Vi). È diventata ormai una consuetudine; ogni anno Vittorino e amici invitano Giuseppe a parlare in occasione del Natale su di un tema a scelta. La speranza è il tema di oggi. Quanto spazio resta alla speranza; se sia una cosa che nasce dentro o che viene da fuori; e chi la possa fermare e chi la possa avviare; se significhi attesa o non invece moto attivo che propone e provoca. C’erano adulti ma anche i figli che frequentano l’Università o che lavorano. L’ambiente era caldo accogliente. Alla fine come sempre le donne hanno preparato il dolci, anzi un numero altissimo (in matematica n+1) di dolci e dolcetti e un bicchiere di vino.
25 dicembre 2005 – Bassano del Grappa (Vi), Casa Betania. Per motivi pastorali le suore di Sant’Anna non hanno potuto ospitarci come era consuetudine e abbiamo trovato alloggio presso le suore della Divina Volontà a Casa Betania. Abbiamo celebrato il Santo Natale nella cripta. Il messaggio del Natale è stato proposta dal celebrante Giuseppe. Poi per famiglia, a coppie, singolarmente, in ordine sparso, tutti sono rientrati nelle case loro o case famigliari per consumare il pranzo di Natale. E adesso, fino alla Befana, per tutti, per molti o forse solo per qualcuno sarà un’immersione negli affetti, incontri tra amici, incontri sospesi da anni che poi si sono realizzati; in casa e fuori casa, per dire, raccontare, riprendere i fili. Sotto l’albero, davanti al presepio, inciampando sempre contro il panettone e urtando sullo spumante, e che ti sei macchiato? Però l’odore è pure fragrante! Buon anno!
26 dicembre 2005 – Venezia. Stefano Benacchio parte per Chicago, per recarsi in visita agli amici Luca e Roberta, che là vivono e lavorano. Con lui i genitori di Luca, Carlo e Giuseppina. Si fermeranno fino ai primi di gennaio e trascorreranno il capodanno in riva al Lago Michigan, tra le domande di un quiz, i giganteschi alberi di Natale del Navy Pier, il freddo pungente e le ciabatte che non si trovano. Vengono bloccati al desk della Lufthansa sulla via del ritorno e trasferiti di autorità in prima classe per un ultimo gesto di ospitalità, frutto di una telefonata del potente di turno.
3 gennaio 2006 – San Giuseppe di Comacchio (Fe). A due mesi di distanza dalla moglie Corina, deceduta a seguito di una lunga malattia nell’ospedale di Comacchio in valle Oppio, se ne parte anche zio Virginio, familiarmente chiamato John, che ha percorso le varie tappe storiche di Comacchio nel Novecento: nella seconda guerra mondiale destinato alla marina nel settore dei sottomarini, sposato, emigrato per lavoro in Svizzera e Torino assieme alla moglie e al figlio, il rientro al paese per lavorare nella grande opera di bonifica delle Valli di Comacchio come spondino, il tecnico che organizzava l’attività della manovalanza per lo scavo e l’arginatura nella palude, dedicato poi assieme al figlio massimo all’attività turistica sui Lidi di Comacchio durante la pensione ed infine la malattia che lo ha portato lentamente alla tomba. Mi resta l’immagine di un uomo ottimista pur nelle dure vicende della vita, con la capacità gioiosa di raccontare storie.
8 gennaio 2006 – Pove del Grappa (Vi). Visita e pranzo con Paola, Debora, Silvia e Alessandro per festeggiare la partenza delle prime due che vanno in Brasile a fine mese in qualità di medici, fisiatra la prima e cardiologa la seconda, e partono per il Goias. A Goiania sono accolte dai volontari dell’associazione Modena Terzo Mondo e quindi via verso l’ospedale di Ceres dove lavoreranno per sei mesi. Per festeggiare la partenza hanno portato una quantità inesauribile di tortellini, svariati prodotti suini (nel senso del maiale) un’intiera costruzione dolciaria prodotta da mani esperte e ingurgitata saggiamente con vino bianco. Il tutto intriso e attraversato di parole e di memorie appassionate. Boa viajem, que Deus as abenìçoe!
11 gennaio 2006 – Bassano del Grappa (Vi). Auditorium dell’Istituto Graziani, duecentottanta posti a sedere su poltroncine azzurre. Conferenza del dottor Gustavo Zagrebelsky su Etica, politica, laicità. Camminare oltre lo stato di tutela. Dopo l’introduzione di Giuseppe Stoppiglia, il relatore ha parlato delle condizioni essenziali per la costruzione della democrazia, che rifugge dai dogmi, si nutre di decisioni relative, non assolute, su cui discutere e confrontarsi; non transige (la democrazia) su alcuni valori della persona, della libertà, della uguaglianza e della responsabilità verso l’altro, verso il bene comune e verso le generazioni future. Il relatore ha poi affermato che la vera distinzione non è tra chi crede e chi non crede, ma tra coloro che dipendono da una volontà esterna e rinunciano alla propria responsabilità in nome di verità assolute e coloro che rispondono ad una coscienza responsabile e fattiva di una convivenza che assieme si costruisce senza privilegi di sorta: e questo significa essere laici. Larga e soddisfacente la partecipazione con oltre duecento persone, attente e disponibili al confronto. Notevole risalto ne ha dato la televisione locale, la stampa con ampi servizi; su Il Gazzettino il professor Silvano Mocellin, che sempre sa cogliere dei fatti le motivazioni, le idealità e le prospettive.
17 gennaio 2006 – Venezia. A piedi per le calli in visita alla cooperativa Villa Renata di cui è presidente il dottor Paolo Stocco. Ci accompagna l’operatore Gianluigi Rasera al casa delle ragazze madri assieme a Giovanna Binotto che ha lavorato in Brasile nel progetto Luanova (Luna Nuova), che svolge un’attività consimile a quella di Venezia, finalizzata alle ragazze madri e al loro reinserimento nella vita sociale brasiliana, progetto aggregato alla cooperativa Villa Renata, e condotto sul posto (Sorocaba di San Paolo del Brasile) dalla dottoressa Raquel. Villa Renata ha in Venezia e al Lido varie strutture con funzioni diverse volte al recupero di ragazzi e ragazze cadute nel circuito della droga; e si avvale di operatori, di psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e medici, tutti con il titolo richiesto per operare in tali strutture in collegamento con i SERT di provenienza degli utenti. Nevica sulle calli e piove. Il dottor Paolo Stocco e l’operatore Gianluigi Rasera ci intrattengono sulle attività e sulle modalità di lavoro della cooperativa e sulla possibilità di scambio reciproco di conoscenze e di collaborazione. Giovanna Binotto ripartirà per il Brasile appena ultimate le carte per il visto di soggiorno a San Paolo.
22 gennaio 2006 – Milano. Partono per il Brasile, con destinazioni diverse, Chiara e Luis per Rio de Janeiro nel progetto di recupero e reinserimento delle ragazze madri di Nova Iguaìçu, e Bruna Peyrot per Belo Horizonte, che lavora all’interno del Consolato Italiano per coordinare le attività educative d’Italia sul territorio; purtroppo a seguito della morte del padre avvenuta il giorno ventisette di gennaio ha dovuto rientrare per il funerale, che si è celebrato a fine mese.
28 gennaio 2006 – Pove del Grappa (Vi), sede di Macondo. Si riunisce per la prima volta il Comitato della festa che si celebrerà il 28 di maggio a Spin di Romano. Elisabetta, Luigi, Baldassare, Tania definiscono le linee essenziali del programma, controllano le funzioni della macchina organizzativa, efficiente sui collegamenti, efficace negli obiettivi. Quando lasciano la sede sull’imbrunire, prima dell’ora del tè, già corrono i loro volti sugli schermi, le loro voci nei transistor e le parole sono tradotte in gergo nella posta senza fili. Si farà la festa, di certo, se Dio vorrà, se deus quiser.
31 gennaio 2006 – Roma. Università la Sapienza. Pietro Barcellona festeggia i suoi settant’anni con i familiari e gli amici inaugurando una mostra di pittura che titola L’impossibile completezza, curata da Mario de Candia e Patrizia Ferri; nella stessa aula laboratorio di arte contemporanea apre con una tavola rotonda Il libro degli amici, prodotto dalla Gangemi Editore; ne sfogliano le pagine: Lorena Preta, Franco Cassano, che del maestro ricorda la trasparenza e la lealtà, Giacomo Marramao, Salvatore Natoli, che ha definto la pittura di Pietro immagine della immagine, che coglie il vuoto degli affetti e ne richiama la presenza. Coordina Simonetta Lux. Poi si passa alle cose di questo mondo, con paste dolci e salate, bevande e vino. Si incontrano gli amici, si intrecciano nuovi fili in un clima soave di allegria. Le nipotine corrono tra le sedie, si richiamano nel gioco, e ridono felici tra le braccia del nonno.