Cronaca dalla sede nazionale
9 febbraio 2000 – Venezia. Giuseppe e Tullio Chiminazzo ritornano dal Brasile; hanno incontrato molte persone, per avviare un rapporto di lavoro e di formazione. Il progetto di avviare una mentalità ed un’attività imprenditoriale assieme ai brasiliani là dove e come sia possibile. L’anima è Tullio, con la Scuola di Etica ed Economia; Giuseppe l’ha accompagnato a Rio de Janeiro, Alcobaìça, Salvador, Recife, Santarem; San Paolo, per incontrare le persone adatte a far da riferimento. Hanno depositato i loro doni in Brasile e sono tornati con tanti sogni e qualche tratto di penna.
12 febbraio 2000 – Pove del Grappa. Seconda lezione del corso di socio-politica. Fedeli i trenta discepoli ascoltano, chiedono, riflettono e poi annotano la lezione precisa sul periodo tra le due guerre del prof. Andolfato. Pane, sopressa e formaggio non mancano per ristorare i corsisti. E poi un caffè per riprendere l’approfondimento del pomeriggio sui totalitarismi.
13 febbraio 2000 – Milano: un gruppo di famiglie invita Giuseppe sul tema: Giustizia tra Nord e Sud. Come costruirla nelle famiglie e nelle scelte personali. L’iniziativa era partita da Fiorella Morelli, che riflettendo con alcune famiglie sul senso del giubileo, s’è trovata a dover fare i conti non solo con una responsabilità generica, ma con un impegno personale. Anche perché le parole del Deuteronomio non sono rivolte ad un gruppo informe di volontari o di religiosi, ma diventa regola e usanza per un popolo.
22 febbraio 2000 – Mussolente (VI). Di passaggio per l’Italia a confortare l’anima, non certo lo spirito, che è attivo e reattivo, padre Taddeo, che lavora in una comunità di Imperatriz, si è incontrato con un gruppo di amici che hanno con lui lavorato in Brasile, o e hanno condiviso l’attività e gli intenti, o che amano rivederlo dopo lunghi tratti di Brasile: Gianni, Sonia, Adriano, Elena, Giuseppe, Meridio e tanti altri i cui nomi sono scritti sotto il pane dell’ospitalità. Padre Taddeo continua l’attività pastorale a Imperatriz, con la nuova comunità dei frati brasiliani; accompagnando sempre la cooperativa dei contadini.
24 febbraio 2000 – Forlì. Un gruppo di animatori di parrocchia invitano Giuseppe a condurre un corso sulle motivazioni, che spingono un animatore a fare attività coi ragazzi e coi giovani, in un lavoro che li coinvolga non solo nel mestiere, ma nella ricerca di senso.
2 marzo 2000 – San Martino di Lupari (PD). C’è un volantino simpatico scritto in bilingue (italiano e veneto) che annuncia l’incontro con Giuseppe Stoppiglia con un titolo molto lungo, ritradotto poi in vernacolo locale. La firma del volantino è poi è un programma, in cui alle lingue di cui sopra si aggiunge lo spagnolo e l’inglese. Un modo sicuro per combattere i personalismi e le rocche dello strapaese e del razzismo. All’incontro organizzato dalla parrocchia ci sono ben centoventi animatori che affrontano il tema: “Giubileo del 2000: fumo o qualcosa di molto, molto concreto per la mia vita di tutti i giorni? (magari te la cambia in meglio)”. Il messaggio del Giubileo va oltre il semplice rito, e affronta i temi della vita dei popoli in termini non mistificati e rassegnati.
3 marzo 2000 – Santa Maria di Sala (VE). Il consiglio di fabbrica della azienda Safilo che produce occhiali ed è costituita quasi totalmente di donne, ha invitato Giuseppe all’assemblea di fabbrica; è un incontro cordiale attorno alla evoluzione dell’organizzazione del lavoro; ed il ruolo del sindacato oggi. Era naturale che non mancasse qualche considerazione sul ruolo della donna nella società di oggi e le prospettive future, per rompere le rigidità di una società fondata sulla competizione.
4 marzo 2000 – Pove del Grappa. Dal 1943 ai nostri giorni. Terza lezione di Sociopolitica. I soliti trenta discepoli non si perdono nessuna delle parole di Vittorio Andolfato. Il professore, non sentendo né tossire, né sbadigliare, continua la spiegazione e arriva fino agli anni ’70.
Alle 13.00 Enrica e Baldassare faticano ad interrompere per proporre il pranzo al ristorante Monsignore. Troppo bravo, professore, troppo appassionante. Neanche mangiare lo lasciano…
6 marzo 2000 – Ferrara. C’è un legame forte di Giuseppe con Ferrara; non tanto con la città, ma per gli amici ed il ricordo di un’attività svolta negli anni sessanta in quel di Comacchio. Il gruppo ferrarese della Fuci lo ha invitato ad una conversazione attorno al tema I nuovi poveri. Che sono anche i giovani in una società che nonostante il forte dinamismo economico tende a conservare i ruoli e dunque lascia uno spazio avventizio al rinnovamento. Ma è pure l’occasione per rivedere don Piero Tollini, che dopo anni di pastorale nella città di Ferrara si è ritirato in pensione al compimento dell’età canonica. E resta uno spirito libero, che continua pur nella difficoltà spesso di una ambiente non sempre accogliente ad incontrare le persone di un tempo con le quali ha percorso la strada di una fede non provvisoria, e non dogmatica.
10 marzo 2000 – Bassano del Grappa. Il professor Franìçois Turcotte del Liceo Scientifico della scuola Da Ponte invita Giuseppe a parlare alle quarte sul rapporto Nord e Sud del Mondo, all’interno del programma culturale che ogni la scuola dispone. È un’occasione per presentare la interdipendenza dei territori e delle popolazioni, che a tratti sfumano in un tutto unico, nell’inganno delle transazioni e delle cifre; ma che poi ripropone il contrasto e la frattura nei volti delle persone; nelle rivolte improvvise covate nel dolore; e nel cinismo delle parole che condonano il debito e chiedono un pedaggio subdolo nell’aggiustamento strutturale, che significa diminuzione del diritto alla vita, all’istruzione, alla sicurezza. E così quello che dovrebbe essere un rapporto Nord e Sud si trasforma in una guerra silenziosa ed implacabile, dove il nostro compito si sfalda o si stempera, se non è sostenuto dalla volontà e dal sentimento di essere attenti e responsabili ai processi sociali ed economici, che passano nelle parole d’ordine di sviluppo e progresso; e schiacciano e comprimono le anime e i corpi nel buio della rassegnazione. Gli occhi stavano aperti e sgranati; qualcuno si stropicciava l’occhio azzurro, l’occhio verde. Dietro l’occhiale. Nell’aula magna della scuola erano presenti circa centocinquanta giovani e ragazze.
11/12 marzo 2000 – San Giovanni in Marignano (FO). Il parroco don Piero Battistini, che fa la spola con la chiesa di Santa Maria in Pietrafitta, collocata tra gli alberi a ridosso di una dolce collina, dove cresce un buon vino corposo, ha invitato Giuseppe a parlare al gruppo dei responsabili della formazione pastorale. Sono stati due giorni intensi di formazione attorno al lavoro della progettazione. Come attivare preparare un intervento di pastorale sul territorio, tenendo conto dei contenuti e delle tecniche. È un lavoro difficile che si compone anche attorno alle difficoltà dell’animatore a trovare spazio e tempo in tale intervento. C’è un’antica amicizia con Giuseppe, nata fin dal seminario regionale di Bologna; e che è cresciuta nel tempo e nelle vicissitudini pur diverse della vita. Molti prendevano appunti; alcuni rosicchiavano la penna, forse pensando alla strada bianca che porta in cima al colle.
Di rientro da San Giovanni in Marignano (che forse ha qualche attinenza con il mare vicino?) Giuseppe si è fermato da don Pino Ricci, amico carissimo, reduce da una lunga malattia, parroco nella chiesa di Bertinoro in quel della Romagna, dolce paese. Sul piano correvano le note di Beethoven, che qualche indolente ha trasformato in cane, dimenticando o scambiando i latrati o i guati con le note Per Elisa.
15 marzo 2000 – Ceneselli (RO). La Biblioteca Comunale e la Pro Loco hanno organizzato un ciclo di incontri, dal titolo “Siamo sognatori di mondi” e hanno invitato a parlare Giuseppe su “La memoria del presente; i mondi dimenticati”, che riporta il discorso su territori che sono dimenticati dalla stampa, e dunque fuori del circuito dell’informazione; ma che magari ancora qualcuno ricorda, e sta scritto nei suoi quaderni di contabilità. Del dare e dell’avere e dal quale risultano molte cifre in rosso; nonostante l’invito a ripensare il Giubileo, in termini di giustizia e di vita. E nonostante siano già tante le restituzioni in danaro e materie prime, da parte dei paesi in rosso. Ma tant’è; la proprietà privata è un fondamento troppo importante nella società del diritto per badare alle quisquilie dei morti di fame, e delle barche che affondano, e dei volti clandestini stipati in scatole di sardine. Nella sala consiliare, che accoglie le rappresentanze della comunità a decidere delle piccole cose fondamentali della vita, il pubblico, la gente ha seguito con attenzione una animata conversazione.
18 marzo 2000 – Ferrara. Si tiene la redazione di Madrugada in casa del direttore Francesco Monini. Sono all’ordine del giorno i temi dei prossimi numeri e alcune considerazioni sulla rivista e l’ultimo numero in particolare. Tenendo conto della composizione sociale di Macondo e dei lettori, pare opportuno affrontare il tema del lavoro, inserendo anche il sindacato; e di seguito la formazione, che tanta parte assume in Macondo specie negli ultimi anni. All’incontro è presente anche Maria, rientrata dal Brasile già a settembre, per ritrovare i vecchi amici di Ferrara, in particolare Francesco.
Santa Maria di Sala. Nello stesso giorno, Giuseppe è invitato a parlare del “Debito estero” dei paesi in via di sviluppo durante la Santa Messa. Un momento opportuno, laddove si spezza il pane della parola e della vita, per ricordare quanto anima e corpo vivono anche sulla precarietà essenziale del pane che viene dalla terra; e che il pensiero non germoglia dai diamanti dell’apoteosi, ma dagli umori di madre terra se liberata dalle recinzioni che escludono la mano operosa di chi non ha terra.
19 marzo 2000 – Castelfranco. Dietro invito della comunità terapeutica di Mira, Giuseppe parla ai ragazzi che sono già rientrati e reinseriti nella società, sul tema La fatica di vivere tra sogno e realtà. La dove il sogno non è un progetto; e la realtà non è cosa immutabile cui adeguarsi; ma lo spazio delle relazioni che si contraggono e si alimentano nel silenzio, nell’ascolto e nel rispetto della vita e delle aspirazioni dell’altro. Per uno che ha sofferto la tossicodipendenza è difficile il rientro, che nella mentalità comune significa adeguarsi alla società, senza tener conto che essi con il loro disagio sono un segnale che “forse” qualcosa non quadra nella nostra vita sociale.
20 marzo 2000 – Pove del Grappa. Il Comitato della festa riunisce tutte le associazioni aderenti alla festa nazionale di Macondo, per fare il punto della situazione e per comunicare alcune linee di comportamento nella gestione degli spazi e dei tempi. La sala dell’associazione piano piano si riempie di volti e di parole, per delineare i tratti ed i momenti dell’incontro di Spin di Romano, dove si terrà la festa nazionale, che negli ultimi due anni si era tenuta nel centro giovanile di Bassano.
22 marzo 2000 – San Zeno di Cassola (VI) Dopo averlo inseguito con discrezione per diverso tempo, l’Associazione Macondo è riuscita a portare nel territorio di Bassano Fabio Fazio, simpatico conduttore televisivo, impegnato da sempre nel sociale a difesa di quanti non hanno accesso al diritto alla vita e dunque alla felicità; un’attività che Fabio conduce per spirito “egoistico” come dice lui con ironia; ma anche per smitizzare e riportare a dimensione umana anche l’impresa di fare il bene; che non è un dovere, ma deve nascere nel silenzio, nell’ascolto e nel pudore della riservatezza. Il tema era: Globalizziamo la giustizia, tema che ha volutamente provocato l’ambiguità divertita che il Fazio invitato fosse l’altro, quello della banca. L’uditorio era numeroso, attento e divertito dall’ironia semplice e naturale di Fabio, dalla conversazione a tre a quattro che si snodava della sala di Etica ed Economia, gentilmente concessa dalla scuola medesima, e che toccava molti temi; compresa naturalmente la funzione della parola e delle immagini televisive; del pericolo della banalità, che si insinua nei palinsesti della televisione. E tutto procedeva con semplicità, senza relazioni introduttive; ma tutto segnato da una temperie di vita che non si lascia corrompere dal successo, senza affermazioni retoriche, ma con il lente dell’ironia e dell’autoironia.
24 marzo 2000 – Lugano. Si riunisce il Club di Lugano. Sono due giornate di lavoro presieduto dal professor Bruno Amoroso. Il Gruppo di Lugano è costituito da insegnanti, ricercatori e gruppi di base impegnati da anni nella costruzione e nel mantenimento di legami di solidarietà tra la gente, le generazioni, i popoli, i paesi, per opporre al disegno dell’apartheid globale, imposto dalla globalizzazione, un sistema di solidarietà e di benessere mondiale. Il gruppo di Lugano nasce in un momento di grandi cambiamenti e decisioni forse definitive; tra un cambio radicale di civiltà, come scrive Amoroso, e la catastrofe. All’incontro ha partecipato anche l’Associazione Macondo, con Giuseppe come relatore, che si pone nel gruppo come cerniera di trasmissione tra il momento elaborativo, le prese di posizione pubblica e la comunicazione dei dati. Per questo Macondo ha pure costituito un osservatorio che andrà delineando i suoi ruoli assieme al professor Mauro Pellegrino, per divenire uno degli “anelli di solidarietà” tra culture, regioni e gruppi sociali per cui è nato il Club di Lugano.
25 marzo 2000 – Pove del Grappa. Corso di sociopolitica. Il professor Gabriele Donola inaugura il ciclo delle lezioni dedicate all’economia. Si comincia dal confronto fra il sistema keynesiano e quello monetaristico. I corsisti cominciano a capire i rudimenti del sistema economico. Cosa produrre? Quanto? Con quali tecniche? E soprattutto, per chi? I partecipanti seguono diligentemente, cercano di metabolizzare e di far propria la materia, cominciano a chiedersi quale sia, fra quelle proposte, la migliore visione economica della società.
28 marzo 2000 – Padova. 20° anniversario dalla morte di Dom Romero. L’iniziativa parte dal Comitato di Solidarietà con il popolo di El Salvador. I primi due interventi mostrano in controluce i motivi della morte di Romero, ed il silenzio che tenta di coprire la sua morte di testimone di un’ingiustizia che non ha fine: M. Cantarelli sull’America Latina schiacciata dal neoliberismo, e la Teologia della Liberazione di J. Ramos Regidor. Stoppiglia tenta invece di vedere quali sono i rapporti possibili con questo continente perché quella morte apra un percorso di solidarietà responsabile. Alla tavola rotonda, che si tiene alla Sala Polivalente di via Valeri, interviene pure Mariella Tornago.
1 aprile 2000 – Piovene Rocchette (VI). Dopo diverse peripezie, tra cui anche l’incidente occorso alla vigilia di Natale, superato miracolosamente, Giuseppe, invitato dal gruppo famiglie che si raccoglie attorno alla famiglia Deganello ha affrontato il tema del rapporto educativo con i figli, che si basa sulla capacità di lettura dei segni dei tempi, sull’ascolto, e sul senso di limite che la famiglia constata in tale fase educativa… Poi si passa al Giubileo, che non è la festa del touring, o dello spingi che non ci vedo; ma un impegno nato in seno ad un popolo, per fare in modo che la convivenza non dimenticasse la fratellanza; ed i rischi della sottomissione fino alla servitù.
8 aprile 2000 – Dosolo (MN). Si è tenuta la segreteria di Macondo. All’ordine del giorno c’era la festa nazionale; gli incontri con gli autori del libro Clochard; i campi scuola estivi ed il senso del processo educativo; al proposito va sempre tenuta la funzione del viaggio in Brasile e nell’America latina come momento formativo al confronto interculturale.
Si costituisce l’Osservatorio sulla Globalizzazione che ha la funzione di trasmettere il materiale alternativo all’economia liberista, in collaborazione con il Club di Lugano presieduto dal dottor Bruno Amoroso.
Si prende poi in considerazione il progetto di costruzione di una casa di ospitalità ad Alcobaìça all’interno della scuola di Salvino Medeiros per gli italiani che soggiornano ad Alcobaìça in collaborazione al progetto CELS. Si conferma la disponibilità alla collaborazione con Anna Bertoldo nel progetto educativo in Bolivia, disponibilità che serve a dare un punto di appoggio e di ospitalità a quanti vogliono conoscere e fermarsi in quella realtà. In fine resta da ristampare il dépliant che illustra Macondo e le sue finalità.
9 aprile 2000 – Pove del Grappa. Gianni Tognoni viene invitato da Macondo per parlare ai giovani sul tema “Globalizzare la Giustizia: il silenzio della Politica”. Gianni Tognoni è medico ed insieme segretario del Tribunale permanente dei Popoli. Nella sala ci sono circa sessanta persone. Per il ruolo che ricopre affronta il tema assegnato sotto l’aspetto giuridico. Sono cambiati i significati delle parole; e questo stravolge i rapporti e rallenta o blocca la possibilità di intervento; bisogna dunque liberare le parole dalle incrostazioni che si sono formate. La guerra è diventata guerra umanitaria, che permette di intervenire; il villaggio globale è diventato proprietà di pochi che hanno cancellato l’universalità del diritto; la logica dell’efficienza ha cancellato la parola responsabilità dal linguaggio economico; la politica che canta la libertà di scambio delle merci impedisce la libera circolazione delle persone. Per non essere schiacciati dal peso del conformismo bisogna mantenere il contatto con la realtà e riprendere il diritto alla dialettica, schiacciata dai processi di concertazione.
14 aprile 2000 – Vicenza. In occasione dell’anniversario della morte di Augusto Giorgioni si sono riuniti gli amici del sindacato Cisl, che ha scoperto in sua memoria una lapide, a riconoscenza del lavoro da lui svolto per tanti anni nel mondo del lavoro. Era presente alla cerimonia la moglie Cristina.
15 aprile 2000 – Pove del Grappa. Quinta lezione del corso di sociopolitica. “Inflazione, disoccupazione e crisi monetaria”. Il relatore analizza il funzionamento del mercato del lavoro. Parla di occupazione, forza lavoro e risorse. Gabriele Donola lascia trasparire sempre più la sua passione per la materia, coinvolgendo anche i corsisti che partecipano attivamente alla lezione con domande di chiarimento o di approfondimento.
19 aprile 2000 – Lagosanto (FE). È stato sepolto nel suo paese natale don Giovanni Marinelli; c’erano molti comacchiesi alla cerimonia funebre. A Comacchio era rimasto circa trent’anni. Ora riposa nel cimitero del suo paese, vicino ai suoi genitori. Giornalista fervido e conversatore amabile; conoscitore degli uomini della sua terra e degli intrecci sociali. Era socio di Macondo. L’avevamo incontrato l’ultima volta a Serravalle. C’eravamo ritornati, ma era ricoverato a Bologna; e poi è passato il tempo. Con lui avevamo passato momenti indimenticabili negli anni sessanta e settanta: lui parroco e noi immansueti cappellani. Con una umanità umile, che teneva i piedi sull’humus della nostra terra madre. Nella simpatia che era cordialità aveva mantenuto il rapporto con noi scommettendo con ironia sulla nostra avventura con il Brasile e con Macondo. Siamo arrivati nella chiesa che ricordavano le sue imprese; forse lui avrebbe sorriso; o forse avrebbe aggiunto parole ingroppate che poi sarebbero divenuto un fiume dove s’immergono i bambini ed i pesci e forse dove corrono di soppiatto anche le anguille.
28 aprile 2000 – Solagna (VI). Macondo Tracce assieme al gruppo Cineforum di Solagna organizza una serata di riflessione e dibattito sul tema: Globalizzazione: verso un’umanità disumana? Quale il ruolo della Politica? Dopo la presentazione del tema della serata da parte di Gaetano Farinelli dell’Associazione Macondo, prende la parola del relatore Benito Boschetto, già direttore di Piazza Affari Borsa di Milano. La sala intanto va riempendosi e verso le nove ci saranno almeno ottanta persone ad ascoltare. La globalizzazione non è la soluzione dei problemi dell’umanità; l’economia ha le sue regole: produce ricchezza ed il mercato accumula. Gli stati vanno perdendo potere; ma c’è la possibilità, anche attraverso le nuove tecnologie (Internet) di una nuova democrazia universale, che si oppone informando ed aggregando in tempo reale attorno e contro le decisioni dei pochi a scapito dell’universale. La politica ha la funzione di mettere regole per la distribuzione del reddito; e se gli stati perdono potere, le realtà locali nelle loro componenti multietniche potranno intervenire opponendosi ai processi di anonimato e di massificazione dele multinazionali. A fronte della complessità degli argomenti, il dibattito si è sviluppato in modo articolato e dinamico.
Bari. Giuseppe incontra, in occasione di un intervento formativo, alcuni amici di Macondo ; conversa e dialoga con p. Pietro, cugino, e p. Gianni Capaccioni, padri Comboniani, ed è stato poi accolto da tutta la Comunità in modo fraterno e cordiale.
29 aprile 2000 – Pove del Grappa. Sesta e ultima lezione del corso. Conclude Benito Boschetto: “Lavoro, finanza e tecnologia nell’era del mercato globale”. Finale con l’acuto: chi si immaginava che un direttore della Borsa di Piazza Affari fosse comunicativo, immediato e soprattutto chiaro? Chi ha detto che di economia non si capisce niente? Le lezioni di Donola e Boschetto dimostrano il contrario.
Chiusura conviviale da Sandro; si uniscono al gruppo la bella Valeria, il Presidente, Donna Maria ed il cronista Farinelli.