Cronaca dalla sede nazionale
3 aprile 2005 – Belvedere di Tezze (Vi). Don Ernesto Martignon organizza un incontro su La sequela: costruiamo la pace e invita a parlare Giuseppe. Pace: questa parola ha perso parte del suo significato. La storia, infatti, viene scritta dai vincitori; la giustizia abbandona il loro campo e la guerra proclamata per la democrazia, è solo un pretesto per la difesa dei propri interessi; mentre qui la democrazia s’affossa. La pace è una dimensione interiore, la pace è accoglienza, ricomposizione, giustizia. All’incontro c’è un gruppo numeroso di persone che si ritrova con don Ernesto a riflettere sui temi della vita e dei rapporti sociali, politici, alla luce del vangelo.
12 aprile 2005 – Bassano del Grappa (Vi), Istituto tecnico commerciale e per geometri, Comitato dei genitori. Tema dell’incontro: Quando pensavamo di avere le risposte, ci hanno cambiato le domande. Parla Giuseppe, filosofo, teologo, prete operaio. Dice l’oratore: c’è una stagione della vita, l’adolescenza, in cui il giovane vive un momento di forte emotività, di grandi cambiamenti, incertezze, umori, rabbie. Cerca una identità che gli viene dal gruppo, dalla scuola, dal lavoro. Dove la può trovare? Ci sono soggetti che oggi possono dare ai giovani questo riconoscimento? Senza riconoscimento non c’è identità; e senza identità il giovane va alla deriva.
14 aprile 2005 – Levada Torreselle (Pd). Don Davide programma coi parrocchiani due incontri; Oggi sul tema Genitori educatori; infatti la formazione si sviluppa a partire da se stessi, dal coinvolgimento di sé nell’opera educativa. Senza un’autoeducazione costante, che significa ascolto dei segni dei tempi, ascolto dell’altro, messa in crisi dei propri valori depositati e stabili, non è possibile, sentenzia il relatore Giuseppe, entrare in rapporto e dunque educare i propri figli. Il giorno vent’otto di aprile, nel secondo incontro, Giuseppe riprende la comunicazione dicendo che è un luogo comune l’accusa ai giovani di disinteresse, di incostanza, poca intraprendenza; d’altra parte la loro formazione è individuale, competitiva, non hanno spirito d’appartenenza, consumano emozioni, ma non sono educati ai sentimenti e questo li rende fragili. Soluzioni toccasana non esistono. Ci vuole disponibilità di tempo più che generosità di denaro. Capacità di ascolto più che esortazione verbale. I genitori ascoltano, con una punta di diffidenza a fronte di uno straniero che parla, dice, e che scava come la talpa sotto il terreno che calpesti.
17 aprile 2005 – Pove del Grappa (Vi), Chiesa di san Vigilio. Laura e Paolo sposi. Alta, snella vestita di bianco accompagnata dal padre lei; lui in abito scuro emozionato al fianco della madre raggiunge la sposa ai gradini dell’altare. Salgono in cima al presbiterio, si scambiano il consenso e gli anelli, canta il coro. Nella navata gli astanti battono le mani. Si prolunga il rito fin verso sera; gli astanti naviganti nella navata astanteria barcollano un poco, ma non demordono, nessuno abbandona il posto suo di guardia. Ci sarà la cena. Tutti sono contenti. Lanciano il riso agli sposi e gridano evviva, come un tempo sui calici farfugliavano “amaro”, perché dolce fosse e amabile il vino dell’amore.
19 aprile 2005 – Padova. Flavia e il coordinamento delle donne organizzano una serie di incontri sul femminile. Questa sera dopo Yarona Pinhas, Il femminile nella Torà, e la relazione tenuta da una donna musulmana, è la volta di Giuseppe Stoppiglia che in La donna nel Cristianesimo afferma che se non si affronta il tema del femminile, non si affronta la sessualità e non si esce dall’autoritarismo del maschile; infine l’uomo verrà considerato macchina a pezzi che si può smontare e non un tutto organico.
2 maggio 2005 – Medolla (Mo). Dietro invito del signor Nicola Baroni, Giuseppe parla nella sala consiliare sul tema Incontro con la diversità, che non è solo lo straniero; diversità è colui che non viene accolto perché rappresenta un imprevisto, una minaccia e richiede uno sforzo. Diverso è il giovane, la donna, il nero e il giallo quando non sono preminenti; ogni persona che ponga un interrogativo di collocazione e di convivenza. Medolla è un paese di campagna, un territorio legato alle sue tradizioni; i rapporti con la città sono lenti ed anche per questo lo straniero fatica ad entrare. È un pubblico compatto, silenzioso, che scruta l’oratore per carpirne, controllare i codici, alla fine applaude con parsimonia.
5 maggio 2005 – Milano. Un pullman è pronto per partire; grande, bello luccicante aspetta i passeggeri in viaggio per la Germania. Fulvio Gervasoni conduce un gruppo di sindacalisti a Dachau e Mathausen per visitare i campi di concentramento, dove furono internati e morirono migliaia di ebrei, di perseguitati politici, di zingari, di omosessuali. Un modo per non dimenticare la barbarie del passato, ma anche per essere più critici a fronte del presente, il pensiero unico, l’economico che riduce alla fame, alla emigrazione, che produce la morte di milioni di persone in quelli che vengono chiamati paesi del terzo e del quarto mondo. Daniele fa da guida e prepara i visitatori peregrinanti all’impatto raccontando la storia, facendo scorrere davanti ai loro occhi le immagini dei documentari che ancora colpiscono i sentimenti e la ragione per la cruda rappresentazione dei campi di concentramento: dove le parole cedono lo spazio al silenzio. Giuseppe da parte sua tenta con loro una riflessione sulle analogie tra l’epoca che precedeva l’avvento del nazismo e la fase attuale.
10 maggio 2005 – Castellarano (Re). Su invito di Emanuela e Giorgio, Giuseppe incontra i Modena City Ramblers, accompagnato da Carlo Valle che ha seguito fin dall’inizio le vicende del complesso e la loro musica. Lo scambio avviene in una sala dove ci sono ad aspettare ottanta persone, più della metà sono giovani, attratti dalla presenza dei Modena City. Il tema è il viaggio, che è scoperta continua, metafora della vita, distacco necessario dal nido che ti protegge, partenza che il giovane ama. E si intrecciano le parole dei componenti il complesso che hanno viaggiato in varie parti del pianeta, e i racconti sorpresi di Giuseppe che ha percorso le vie di Europa, America latina, Vietnam, Stati Uniti.
17 maggio 2005 – Bassano del Grappa (Vi), Istituto Einaudi. Giuseppe parla ai ragazzi di quarta sulla situazione del sud del mondo, sulle condizioni di vita. I ragazzi ascoltano in silenzio, alla fine si stringono attorno a lui; che li provoca per un viaggio in America Latina, in Brasile, per vedere direttamente, per capire le contraddizioni del progresso. L’entusiasmo sale al punto che lo sequestrano e lo tengono tra di loro fino al diciannove, perché parli anche alle quinte e nella sezione di Marostica, che hanno bisogno di una scossa dal torpore panico in cui li ha precipitati l’ esame di stato ed il bivio e quadrivio esistenziale, che pur li attende.
21 maggio 2005 – Padova, Palazzo della Ragione. Mostra dello scultore Giuliano Vangi. Racconta in visione la forza e la violenza dell’uomo sull’uomo; l’uomo allo stato ferino; ma pure il momento della contemplazione e del moto; dello straniamento e del dramma; tra spigoli e rotondità; nella opacità della materia, nella plasticità del metallo, nei colori della pietra e del marmo. Tra i promotori della mostra la Plastotecnica, che da anni finanzia la rivista Madrugada. Era presente una delegazione significativa di Macondo.
22 maggio 2005 – Maserà (Pd). La parrocchia di Maserà ha organizzato una serata nel programma di preparazione del viaggio di alcuni giovani che partono per il Brasile e fanno esperienza di vita coi ragazzi di strada di Rio de Janeiro. Allegro l’allestimento della cena; in cucina i brasiliani preparavano la comida bem brasileira, ai tavoli numerose le famiglie, vecchi e giovani e bambini insieme a contribuire per la spedizione ed a raccogliere fondi utili per le associazioni in Brasile, che accompagnano e proteggono i ragazzi di strada. Don Federico ha presentato la squadra dei ragazzi che partiranno a settembre; due parole di saluto da parte di Gaetano Farinelli.
23 maggio 2005 – Fossalta di Piave (Ve). Elia, figlio di Antonietta e di Amedeo, viene immerso nelle acque battesimali e sollevato dalla mano del celebrante Giuseppe mentre lo guardano sorridendo i padrini e le madrine pronte coi fazzoletti ad asciugare il capo del bimbo frastornato dal rito e dalla gente che osserva, pronto a gridare se scade il tempo della immersione o del rifornimento. Canta il coro degli angeli, la mamma lo stringe al seno, battono le mani gli astanti in uno scroscio che sollecita del pupillo il pianto.
28/29 maggio 2005 – Spin di Romano d’Ezzelino (Vi). Festa nazionale di Macondo. La sera del sabato arrivano numerosi da varie regioni d’Italia per ascoltare, vedere, toccare Alda Merini; dal tavolo della presidenza annunciano che Alda non ci sarà. La gente ha un sussulto, poi siede ed ascolta i relatori che raccontano, parlano, ricordano la poetessa: Benito, Giuseppe, Gaetano; infine Massimo Iiritano, relatore ufficiale sulla poesia di Alda ne coglie l’aspetto spirituale insieme e carnale. Interviene Samuele Bersani, dispiaciuto del contrattempo, desideroso di incontrare Alda Merini, non soddisfatto della relazione di Iiritano, che non avrebbe saputo evocare pienamente, a suo parere, la figura di lei, e d’altra parte come fare? nasce un confronto animato; prendono la parola dal pubblico per dire e ricordare di lei e della sua poesia; la serata si conclude con alcuni versi tratti da un famoso film di Fellini; Samuele lo recita in dialetto e diventa la sorpresa inesauribile della poesia. Che sia!
Domenica, puntuale la gente ha già preso posto sulle poltroncine; è una giornata calda che dà inizio all’estate meteo che si prolungherà fino a tutto giugno. Il presentatore chiama alla tavola della presidenza i testimoni. Qualcuno si attarda nei saluti. Il presidente introduce il tema del convegno. Prende la parola la signora Petronille dal Burundi che racconta gli avvenimenti tragici del 1994 che hanno sconvolto la vita del suo paese ed in cui sono stati travolti alcuni del suoi familiari.
Segue il signor Victor della Repubblica democratica del Congo e parla delle conseguenze della colonizzazione, della ingiustizia del debito estero, della corruzione che attraversa il mondo e purtroppo anche i politici del suo paese.
Il signor Giorgio Barbieri racconta della sua attività a Limoeiro provincia di Recife in Brasile con gli anziani abbandonati, che vivono ai margini della società, raccolti dalla pietà dei più poveri, che non possono offrire loro altro che attenzione e conforto; parla anche della religiosità popolare che si nutre di speranza attorno ai santi della solidarietà.
Pietro Barcellona parte da un episodio di cronaca (una madre che uccide la figlia) per riflettere sul disorientamento, sulla disgregazione sulla invidia che ci pervade e sul male che cresce dentro di noi.
La responsabile dell’associazione Primi Passi la signora Isa Todaro parla della condizione dell’infanzia a Bassano, in particolare dell’infanzia abbandonata o a rischio di abbandono e della utilità di un intervento coordinato e umanitario per la salvaguardia dell’infanzia.
Mentre si conclude nel primo pomeriggio il convegno, i partecipanti si avviano verso la mensa allestita; è subito consumato il cinghiale ed il capriolo, la carne di coccodrillo da latte ed il pesce spada; si passa dunque agli alimenti domestici: il suino, la gallina, il pollo, le erbe del giorno e della notte, fritte, lessate e ai ferri. Acqua e vino nero bianco e in rosso come i conti dell’Italia, un poco più trasparenti di certo.
Poi seguono musica e ritmi di oltre oceano e i canti dei Qbeta; si aprono intanto le danze, spontaneamente. Nel secondo pomeriggio la messa nella grande sala del convegno sotto la presidenza di don Sandro; alla proclamazione del vangelo una ragazza solleva alto il libro, danza e si avvicina al celebrante lettore. Segue poi il commento delle letture cui interviene il popolo di Dio. Il coro di Pove con maestro due solisti, compatto e flessibile, impetuoso e tenero, vigoroso e dolce, maestoso e umile, accompagna e dà vita alla celebrazione. Quando la messa si conclude sulle parole «La messa è finita, a luta continua» l’assemblea si scioglie, raggiunge la corte, si perde tra i tavoli delle associazioni che espongono il loro banchetto, oggetti e materiale informativo.
Il bar del gruppo Tonel intanto fin da ieri sera distribuisce pane e salame, acqua e birra, bevande colorate, torte dolci e salate in un turbinio di nuvole di sudore e bollicine. Come una macchina perfetta, ben oliata la macchina dell’organizzazione procede a avanza, ognuno in sintonia: Baldassare in testa, Luigi, Elisabetta, Tania, Sonia, Mariella e tutti gli altri i cui nomi sono scritti sugli angoli delle strade, a toponomastica futura.
31 maggio 2005 – Padova. Inizia il giro di incontri in cui sono coinvolti gli ospiti dall’Africa: Victor e Petronille. E saranno a Padova, Venezia in visita turistica, poi a Cavaso, San Martino di Lupari, Modena, Budrio a parlare a gruppi diversi, raccontando la storia del loro paese, una parola che illumina, giudica e chiama a raccolta, per trovare insieme il bandolo che si è perduto, a parlare di vite che si sono infrante contro il muro della insensibilità e della violenza.
9 giugno 2005 – San Giuseppe di Cassola (Vi). Serata finale del torneo di calcetto organizzato da Tolio Bruno e Scremin Tiziano. Scendono in competizione le squadre della MEB e dei F.lli Campagnolo e per il primo posto Baxi Cral n. 1 e Climaveneta. Si aggiudica il primo posto la Baxi. I tifosi applaudono i loro pupilli. Poi suona la tromba: il signor Luca Sebellin convoca i vincitori per l’assegnazione dei premi. Per Macondo sono presenti Gaetano Farinelli, Luigi Zuccheri, Daniele e Lisa che hanno accolto il pubblico sull’entrata, Marcello Della Gassa. Il pubblico applaude ai vincitori e a tutti i concorrenti. Qualcuno si ferma davanti ad una birra. Poi si rientra. È breve la notte.
10 giugno 2005 – Venezia. Vincenzo Consoli della Veneto Banca riceve nell’aula magna Ca’ Dolfin dell’università di Venezia la laurea honoris causa in amministrazione e controllo. Un docente della Università legge le motivazioni del riconoscimento, e di seguito il candidato espone la tesi che lo insignisce del titolo. Il dottor Vincenzo parla senza leggere il testo ed espone le finalità della banca, il rapporto con il territorio, il rispetto dell’uomo, ed il lavoro di squadra. L’assemblea dei convenuti, colleghi, amici e familiari ascolta. Seguono gli altri candidati Alessandro Riello e Giuseppe Stefanel. A conclusione si scende in giardino, l’hortus conclusus, per festeggiare i candidati, ora dottori. Non si canta il goliardico Dottore, dottore del… che altrove, chissà, forse, ma che l’hai sentito tu, e allora che dici?
Sant’Angelo in Formis (Ce). Caterina Credendino e Ferdinando Fisciano nella basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis celebrano il loro matrimonio. Accompagna la cerimonia nuziale il Coro dei piccoli cantori di Nola. Quattro sono i testimoni cui si aggiunge il celebrante la eucaristia nonché ufficiale ecclesiastico Giuseppe Stoppiglia che conduce il rito con le parole degli sposi e la memoria dei presenti amici e parenti. Poi la festa si orna dei colori della sposa, si ammanta del fragore dei fuochi d’artificio che si attenuano nel bacio degli sposi richiesto a gran voce e subito concesso ai convitati, in visione.
12 giugno 2005 – Sarcedo (Vi). Nella chiesa parrocchiale Ester riceve il battesimo dalle mani di Giuseppe dalla barba bianca come si addice all’età ed alla venerabile figura. In chiesa ci sono i genitori Paola e Vinicio che, dall’ambone destro dell’altare, accompagna il rito e spiega. Un violino dispiega una musica vibratile in sostituzione dell’angelo che suona presso il trono di dio. Cantano gli amici canti che il popolo conosce. All’altare salgono durante la omelia i laici ad esprimere quel che il cuore e la mente detta. I bimbi guardano e rivolgono domande ai genitori, poi sorridono. Ester resiste per tutta la cerimonia, si distrae, al battesimo si riscuote e piange sotto l’acqua che fluisce abbondante sul capo. Fuori piove.
14 giugno 2005 – Bologna. Libreria Feltrinelli. Sala interrato. Presentazione della rivista Interculture, numero due. Al tavolo il professor Chieregatti illustra i temi della rivista: il denaro, l’ingegneria genetica. Il professor Amoroso critica il ruolo degli scienziati intoccabili. Il segretario della CISL parla delle incongruenze dell’uomo comune rispetto all’uso delle tecnologie. Interviene il pubblico spronato fin dall’inizio dal giornalista che conduce la tavola della presentazione. La sala è gremita, il dibattito si fa vivace. Si chiude in tempo massimo coi supplementari.
15 giugno 2005 – Vidiciatico (Bo). La Fondazione Santa Clelia Barbieri organizza tre giornate di studio sul tema Responsabilità sociale: comunicazione integrata e qualità nei servizi per analizzare le relazioni e le dinamiche tra il territorio, le istituzioni, le famiglie e gli utenti nell’ambito della responsabilità etica. Nella prima giornata interviene anche il presidente Giuseppe Stoppiglia sulla famiglia in sostituzione, non certo in alternativa, al cardinal Tonini che per forza maggiore non ha partecipato all’apertura. L’invito proveniva dall’amico don Giacomo Stagni che è fondatore dell’opera. Molti i presenti; gradita la prolusione del nostro presidente.
21 giugno 2005 – Trento, Casa sant’Ignazio. Incontro con padre Alfredo De Souza, che opera a Salvador di Bahia con i bambini malati terminali di Aids; ha avviato un albergo scuola per ragazzi di strada, adolescenti, giovani e ragazze. In questo ultimo anno alcuni giovani e ragazze italiane in partenza per il Brasile hanno avuto modo di incontrare padre Alfredo, seguire la sua attività umana e pastorale che lo spinge fino al contatto con le prostitute e con i travestiti, in una relazione di rispetto e di riconoscimento della loro umana dignità.
24 giugno 2005 – Bassano del Grappa (Vi). Il comitato organizzatore della festa di Macondo si ritrova in casa di Tania e Luigi Zuccheri per festeggiare la buona riuscita del convegno e fare una prima riflessione a caldo sulla festa. Minaccia la pioggia, ma il gruppo resiste in giardino, il tempo cede alla loro ostinazione e rimanda ad altro momento la tempesta. Fa caldo, sono gustosi gli antipasti freddi salati al salame alla pancetta e al prosciutto con melone; e disseta il vino e l’acqua in dose alterna, ora più ora meno bilanciata, fino alla fine.