Macondo e dintorni
10 novembre 2024 – Roma. Muore Mario Bertin, in ospedale. Lo ha assistito Fabiano, suo figlio adottivo, fino alla morte.
Il funerale è stato celebrato il mercoledì 13 nella chiesa parrocchiale di San Frumenzio ai Prati Fiscali, officiato dal Ministro Generale dei Minori Francescani, fr. Massimo Fusarelli, accompagnato da padre Sidival Fila, artista di fama, pittore, amico del defunto e da Gaetano Farinelli che ha tenuto l’omelia. Mario è stato direttore della casa editrice Edizioni Lavoro del sindacato CISL, dove ha curato la pubblicazione di alcune opere di letteratura africana contemporanea. Seconda attività importante, la direzione a Troina della casa editrice Città aperta, che ha affrontato con una considerevole dovizia di saggi i cambiamenti culturali del nostro tempo. Voglio ricordare inoltre alcuni libri che rilevano la sensibilità di Mario per lo spirito francescano e la povertà: Clochard racconta l’esperienza di Michel e Colette, una coppia che ha vissuto la povertà di strada a contatto con le miserie di Francia e Belgio, i loro incontri di vita e povertà a contatto con i viandanti senza casa. Il libro Francesco: il suo amore per Francesco d’Assisi l’ha spinto a produrre una biografia del santo senza miracoli, di cui segnala la povertà estrema, la sequela di Gesù e del vangelo alla lettera. La sua lotta perché i frati che già crescevano numerosi avessero per regola solo il vangelo. E seguissero una semplicità di vita e di povertà, segno di stacco dal mondo e solidarietà con gli ultimi. E infine E decise di chiamarsi João, un libro che ha evidenziato una delle sensibilità di Macondo e riguarda i “meninos de rua” in Brasile, che Mario declinò con la figura di un adolescente senza nome, che l’anagrafe non riconosce e finisce morto ammazzato, abbandonato in strada come un cane.
A cena nella sera delle esequie e nel viaggio di ritorno da Roma, siamo assieme alla sorella di Mario, Maria Andreina, infermiera in pensione, che abita a Carmignano di Brenta (Pd) e che fa rivivere nei suoi racconti tanti momenti di vita del fratello e della loro famiglia, dagli anni della loro infanzia all’ultima visita di Mario nella sua casa, lo scorso mese di agosto. E il suo racconto diventa come un profumo che riempie l’aria, in un ricordo che durerà per sempre: è la cura all’assenza di una persona amata, che nasce dai ricordi e che rimarrà in vita dentro di lei, dentro di noi, con la forza dell’amore.
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20 novembre 2024 – Rio de Janeiro, Brasile. Milse e il gruppo dei ragazzi che fanno il percorso di arteterapia hanno partecipato alla IV mostra culturale organizzata dall’associazione Anjos da Tia Stellinha.
Durante l’evento di chiusura delle attività annuali, il gruppo ha avuto l’opportunità di brillare, cantando e ballando. È stata una giornata straordinaria, con circa 200 spettatori presenti per vedere i bambini e gli adolescenti protagonisti esprimere tutto il loro potenziale; questo ci riempie di orgoglio e ci dà la sensazione di aver fatto un buon lavoro! Grazie a tutti gli educatori, psicologi, pedagoghi e coordinatori che lavorano instancabilmente per valorizzare al massimo i talenti dei nostri ragazzi. Un lavoro che si costruisce insieme, con tante mani! Grazie anche alle madri che credono negli educatori e sostengono la crescita dei bambini. Juntos para viver: insieme per la vita.
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23/24 novembre 2024 – Cavaso del Tomba (Tv). Campo d’inverno per ragazzi, adolescenti, giovani di ambo i sessi: Incontriamoci sul monte… racconti, voci, emozioni. Saranno due giornate di esplorazione della montagna, della storia che l’ha attraversata e la domenica l’incontro con la comunità Casa del Campo che ospita persone segnate da autismo. Eccoli i nostri baldi, sabato nel primo pomeriggio accompagnati dalla guida che racconta e illustra la montagna, al seguito delle due giovani animatrici Ellena e Ilaria, salgono su per le pendici del monte per arrivare sul crepuscolo al rifugio Monte Tomba accolti da Michele l’assessore e Diletta, capa della Comunità. I ragazzi (comprese le cinque reclute) pronti a sistemare tavoli e sedie per la cena, che Michele prepara. Arrivano più tardi Filippo, l’animatore anziano, assieme al professor Codemo e siedono tutti insieme a tavola dove vengono servite la pastasciutta e le costicine. Assaggiano il cibo in allegria, riordinano la tavola e si mettono in cerchio per ascoltare Codemo che illustra la prima guerra mondiale, i fatti, le sortite, gli attacchi, il freddo, la neve, la paura, la morte. Poi la notte, tutti assieme, animatori e ragazzi, in 21 prendono posto nella sala grande, ciascuno con sacco a pelo e la gioia in petto che accende il sogno dei viandanti. Il giorno seguente i mattinieri si alzano a vedere, guardare l’alba che poi arriva la guida tibetana e insieme scendono tutti a valle, ospiti della Comunità Casa del Campo dove la dottoressa Diletta e Giulia presentano gli ospiti della comunità e spiegano cosa sia l’autismo e come affrontarlo; poi conversano, rispondono alle domande, si confrontano.
Ma quando suona la campana del mezzogiorno, pronta la pasta nell’acqua che bolle. Il pranzo è austero ma non malinconico. Pronti a tavola per il caldo menù e a guardarsi in faccia: sguardi, commenti, impressioni, scambi di indirizzo, nostalgia per ritrovarsi e via con i genitori, pronti al volante, per tornare a casa.
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28 novembre 2024 – Rosà (Vi). Nella sala consigliare del municipio incontro con il CSV (Centro di Servizio per il Volontariato) di Vicenza per la costituzione del Servizio Solidale Area Bassanese. Coordina la conversazione sul tema, che formerà una rete di collaborazione e distribuzione di alimenti per le persone fragili, il direttore del CSV, signora Maria Rita dal Molin. Il progetto coinvolge otto comuni: Romano d’Ezzelino, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Rosà, Rossano Veneto, Solagna e Valbrenta e avrà la sua sede principale a Romano d’Ezzelino. Era presente un gruppo qualificato, attento alle proposte della relatrice: mettere insieme le forze locali del volontariato per fare rete e per costituire un servizio. A latere di questo progetto, si inseriva poi l’idea di lanciare una proposta di servizio, gestita dal gruppo giovani di Macondo.
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1 dicembre 2024 – Bologna. Visita a Donatella Ianelli. Assieme a Stefano Benacchio siamo arrivati in via Vallescura in auto e Donatella dal balcone, che sporgeva da un condominio che si espandeva e innalzava a fatica tra altri condomini o palazzi, ci faceva segno “indove” mettere la panda milledue, da collocare con l’aiuto della gru mobile in uno spazio vietato, epperò concesso per non avere grane con gli altri condòmini in allerta. Una visita di cortesia per mantenere la rete di rapporti che si congelano se non ci si vede di persona. Donatella alla morte del padre, travolto sulle strisce pedonali da un’auto in corsa, ha deciso di trasformare l’appartamento paterno in Casa Famiglia, previa la concessione d’uso all’Unità Sanitaria cittadina, dove potrebbe vivere il fratello con altri ospiti che hanno una leggera carenza di autonomia. È stata poi un’occasione per visitare Piazza Maggiore e la basilica di San Petronio, frequentata da lunghe code di pellegrini in pia visita d’arte che seguivano la mano alta della guida che cercava di non perdere il gregge pagante. Eppoi ecco, la meravigliosa visione di piazza Maggiore attraversata da una folla innumere che lentamente scivolava sugli spazi liberi, lasciando ad altri il passo a vedere e commentare in meraviglia.
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7 dicembre 2024 – Rio de Janeiro, Brasile. Milse accende i riflettori sul festival musicale Rio Ondas Musicais – Alla ricerca del ritmo perfetto! Un evento esplosivo e pieno di sorprese, con conferenze, spettacoli mozzafiato, performance di danza, una fiera creativa. Gli spettatori sono stati travolti da spettacoli straordinari, che hanno celebrato la magia della cultura hiphop e l’energia travolgente della danza.
Tra i momenti clou, una conferenza e un laboratorio sui graffiti hanno messo in luce l’arte urbana come potente strumento di conoscenza e comunicazione. Milse ha brillato come una stella, portando entusiasmo e calore. Atteso è stato l’incontro su Le sfide del protagonismo del giovane nero, un dialogo intenso e illuminante che ha esplorato le difficoltà affrontate dai giovani neri per conquistare il proprio spazio in una società che deve ancora superare le barriere razziali. L’evento ha regalato momenti di dialogo appassionato, esercizi di teatro e musica, creando un’esperienza unica per ripensare il passato e immaginare insieme un futuro più luminoso e inclusivo!
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8 dicembre 2024 – Eraclea (Ve). Una giornata di pioggia fino a sera. A Solagna ci sarà la fiera del mandorlato all’aperto e sarà vita dura per le bancarelle e i commercianti. Siamo in visita (Gaetano e Stefano) alla famiglia Camata. Tutti i componenti stanno in nostra attesa. Li troviamo in gruppo all’ingresso di casa: sono i figli Eleonora e Riccardo, la mamma Cheti e Alberto che ci accompagna in cucina. Mentre Cheti conclude la preparazione del pranzo, noi tutti sediamo a tavola parlando con i figli; poi Stefano si volge ad Alberto in merito alla gestione del sito e sulla possibilità di una newsletter da gestire assieme ad Alessandro Bruni.
Quando il pranzo si conclude e i figli sono rientrati nelle loro stanze, continua la nostra conversazione: il mondo che cambia, Macondo che si trasforma, invecchia, riprende la formazione dei ragazzi e ragazze, le diversità che diventano motivo di contrasto, la vecchia Europa che galleggia sulle nazioni che coltivano il loro orto a detrimento del paese e dell’Unione. È già quando passiamo a Paese (Tv) a casa di Augusta e Livio Furlan, i genitori di Mauro. Una sosta breve, per vederci, sentirci, un abbraccio e poi via; fuori piove ancora.
Presto arriverà in Italia il loro figlio Mauro, con la famiglia tutta.
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22 dicembre 2024 – Francolino (Fe). Visita ad Alessandro e Giovanna Bruni. A ottobre era morta Ivonne, la mamma di Alessandro, ma erano intervenuti alcuni eventi che ci avevano impedito, prima di partecipare al funerale, ma poi di incontrare gli amici. Abbiamo parlato del blog che rispunta come un germoglio di primavera nel vademecum che Alessandro ha costruito per aiutare le famiglie che hanno tra i componenti un figlio autistico. Il vademecum propone un percorso di conoscenza e di presa di coscienza su che cosa sia l’autismo e come trovare istituzioni che possano dare indicazioni opportune per saper leggere l’alfabeto e interpretarne il linguaggio.
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30 dicembre 2024 – Campese di Bassano del Grappa (Vi). Funerale di Mariuccia Moro. E così Mariuccia se ne è andata.
Scivolata via, consumata da una malattia involutiva, che lei ha saputo portare fino alla fine con la sua dolcezza e resistenza.
Nella sua vita ha dato grande attenzione all’infanzia. Per questo si era diplomata e lavorava all’ospedale di Bassano, nel reparto di pediatria. E poi ha offerto ausilio alle mamme giovani del paese, qualora avessero chiesto un consiglio per i loro bambini e bambine. Ha curato una spiritualità scevra da una devozione fatta di formule astratte, ma attenta alla parola del vangelo.
Le sue azioni non erano in funzione di un paradiso/premio, che pur sperava, ma volevano essere azioni che almeno sovvenissero ai bisogni di chi stava in difficoltà, e rendessero mite e solidale la comunità di cui faceva parte. Il marito Piero, i figli Samuele e Sara, il nipote Alessandro hanno seguito Mariuccia con affetto, affrontando giorno dopo giorno una malattia muta e devastante, fino all’ultimo respiro.
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1 gennaio 2025 – Cavaso del Tomba (Tv).
Cena da Sonia e Giorgio Geronazzo assieme agli amici. Alcuni ospiti sarebbero dovuti arrivare da Enego, paese con turismo invernale; questi, che tengono casa in altipiano, partono per tempo, tenendo conto delle distanze, della neve e del ghiaccio; partono contenti dell’anno che inizia, degli amici che vedranno e al secondo tornante la ruota anteriore destra incomincia a cantare, poi rumoreggiare, poi battere come la batteria al concerto del primo maggio: si fermano, guardano, ascoltano, premono sulla gomma, nessun segnale; riproveranno ancora sette volte, chiameranno il meccanico che già dorme, gli amici che accorrono, eccetera, tutti i particolari sono inventati, a parte la ruota.
Chi è rimasto in casa Geronazzo ha consumato il desco imbandito e assaggiato la cantina di casa. Una buona percentuale di parole spese per i progetti di Macondo, brevi sussulti telegrafici per gli amici di Enego (Carmelo e Monica), un’attenzione particolare al convegno di maggio. In questo mondo di ladri, come canta Venditti, in questo mondo di santi, come ripete il coro, si insinua un tema, una parola lunga, con tre accenti: il riconoscimento e scompone la nostra identità comoda, per metterci dalla parte minoritaria, a riconoscere il diverso, il migrante, la pace, la terra che calpestiamo, che vogliamo sentire ed è Sorella Madre Terra.
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3/4/5 gennaio 2025 – Lignano Sabbiadoro (Ve). Questa esperienza per il gruppo giovani e giovanissimi, a differenza di tutte le altre uscite, è durata per ben tre giorni e ci ha permesso di approfondire il tema dell’amore, della sessualità e della relazione con gli altri. I due referenti adulti del gruppo sono sempre stati molto chiari nelle spiegazioni, grazie anche alle modalità di lavoro molto efficaci. È stato un confronto reciproco che ci ha fatto crescere e ha toccato argomenti che molto spesso nell’ambiente quotidiano non vengono affrontati. Tra risate, abbracci e confidenze il gruppo si va consolidando sempre di più ed è prontissimo per un’altra avventura! (inviato da C.P., 17 anni).
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4 gennaio 2025 – Enego (Vi). Visita di cortesia e piacere agli assicuratori di Macondo, gli amici Roberta Bertin e Pino Scotton, che ci hanno preparato un piatto caldo e un piatto freddo, ricreando sulla tavola e nella conversazione quel clima di festa che la cornice natalizia raccoglie, gli scambi affettuosi dell’anno nuovo e il declinare del tempo festivo, nuove osservazioni sul lavoro che cambia, cambiano i contratti assicurativi, aumenta il rischio delle polizze per causa delle guerre, degli eventi naturali fuori controllo, le inondazioni, gli incendi, le mareggiate, e cambiano nel digitale il rapporto con il cliente, poi tutto s’aggiusta, così almeno si spera.
Il camino della cucina s’è spento, fuori in alto le stelle, che scivolano sul selciato e frangono sui cumuli di neve. I bambini aspettano la befana. Mentre usciamo di casa, ci accompagnano gli auguri e le raccomandazioni degli amici. E la macchina va.
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5 gennaio 2025 – Pove del Grappa (Vi).
Milse Ramalho e Mauro Furlan si sono recati alla sede nazionale di Macondo, per un incontro cruciale dedicato all’organizzazione di un’esperienza formativa senza precedenti per i giovani a Rio de Janeiro, prevista per la prima quindicina di agosto.
Insieme alla presidente Monica Lazzaretto, sono presenti Alessandro Mason e Maria Grazia Quintavalle, Natalino Filippin, Chiara Cucchini e Baldassare Zanchetta; è stato delineato un percorso ricco di significato, incentrato sui valori dell’associazione e sulla costruzione di un’esperienza unica nel suo genere. Durante l’incontro sono stati tracciati i primi passi del percorso formativo, affrontando con cura ogni dettaglio tecnico e operativo. L’obiettivo è creare un’esperienza che incarni pienamente lo stile di Macondo, mettendo al centro il valore umano, l’apprendimento reciproco e la scoperta culturale. Rio de Janeiro, con la sua energia vibrante e le sue sfide, sarà il cuore pulsante di questa avventura: un’occasione per i giovani di immergersi in una realtà straordinaria, vivendo momenti di crescita personale e collettiva. Con il Brasile nel cuore e nei pensieri, l’intero team lavorerà con passione per trasformare questo progetto in un’esperienza che lasci un’impronta duratura.
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9 gennaio 2025 – Campese di Bassano del Grappa (Vi), monastero di Santa Croce.
Nella chiesa incontriamo Lorena e Gian Andrea Franchi, coppia nella vita, coordinatori e fondatori di Linea d’Ombra. Sono impegnati a Trieste nell’accoglienza dei migranti che sono riusciti a superare le forche caudine della rotta balcanica; derubati, spogliati, azzoppati, aggrediti dalle polizie di frontiera – che l’Unione Europea finanzia per frenare l’avanzata di uomini, donne e bambini inermi, che provengono dai paesi lontani dell’Asia e dell’Africa, vittime delle guerre, dei regimi oppressori, degli eventi atmosferici che provocano carestie e disastri. Sono le “staffette provvidenziali” di un’inondazione umana che non tarderà ad aumentare e ci troverà cattivi e impotenti ad affrontare il dramma delle migrazioni, che continuiamo a trattare come un evento ostile da combattere con regimi di polizia.
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16 gennaio 2025 – Rio de Janeiro, Brasile.
Arrivano come ospiti nella Casa Maria e Giuseppe Stoppiglia, Chiara Pedrazzini e cinque membri dell’associazione Magica Musica di Soresina (Cremona). Questa straordinaria realtà associativa promuove intrattenimento, autostima, autonomia e reciprocità attraverso il potere trasformativo della musica, offrendo opportunità uniche ai ragazzi con disabilità. Il loro viaggio ha l’obiettivo di coinvolgere giovani brasiliani nello spettacolo che Magica Musica sta preparando per giugno, intitolato Gli Invisibili con l’Ombrello, un progetto che unisce arte e inclusione sociale in modo inedito e toccante. La promozione sociale, sia in Italia che in Brasile, è oggi una chiave fondamentale per diffondere una cultura di inclusione, rispetto reciproco, attenzione ai più fragili e sostegno agli emarginati, valori che questo incontro internazionale incarna appieno. La settimana del gruppo a Rio è stata intensa e ricca di incontri significativi, offrendo una visione dei tanti volti della città, tra bellezza, contrasti e storie da scoprire.
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18 gennaio 2025 – Piovene Rocchette (Vi). Pranzo in casa di Daniela Baroni e Remigio Grotto. Attorno al desco imbandito ci stanno Piero, fratello di Daniela, Vittorino e Bertilla Deganello, Gaetano Farinelli e Stefano Benacchio. Le pareti di casa sono ornate di quadri di pittori locali e del maestro di Daniela. Una conversazione agile, leggera. Due parole sulla festa di maggio che si celebrerà a Marghera sulla declinazione della parola riconoscimento. Uno sguardo sul percorso di formazione svolto dai gruppi di ragazzi, ragazze, e pure donne e uomini sotto i trent’anni, assieme alla guida di animatori e animatrici a tracciare e condurre il percorso con animo aperto e professionalità.
Ricordiamo i progetti di solidarietà, per i quali grande spinta viene dal gruppo di Piovene Rocchette.
Il nostro viaggio si è concluso a Thiene, in casa di Fania Borin e Marco Rigon, il quale ha attraversato un lungo periodo di interventi chirurgici e di cura presso l’ospedale di Santorso a partire dal 2023.
Ci hanno raccontato la professionalità e la costanza con la quale il personale sanitario ha seguito il lungo decorso di cura per Marco e l’importanza di ascoltare il paziente nella sua condizione oggettiva e soggettiva di malattia e di sofferenza.
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18 gennaio 2025 – Valle San Floriano di Marostica (Vi). Nel pomeriggio di sabato, nella casa che si arrampica su per la collina, dopo una lunga infermità che ne aveva limitato gravemente l’autonomia fisica, muore nel suo letto di veglia e di cura Flora Stoppiglia, sposa di Antonio e madre di Daniele e Fabio, che hanno fondato e fanno tuttora parte del Gruppo Marcia Valle San Floriano. Ha vissuto una vita semplice e riservata, improntata a una scelta coniugale che l’ha trasferita in una nuova dimensione economica e affettiva all’interno della famiglia contadina dello sposo, la fatica dei campi, la solitudine della montagna, la lunga attesa della maternità e la nascita gioiosa dei figli, la raccolta faticosa delle olive, la festa delle castagne e delle ciliegie, la ricerca appassionata dei funghi anche nei tempi di magra, che Daniele cercava di limitare per rafforzare la continuità, la generosità delle primizie distribuite tra i familiari, la gioia raccolta dei nipoti attorno alla sua tavola sotto il camino che brucia la legna che Toni e i figli hanno raccolto, la relazione sociale nei giorni di mercato, le amiche e poi la malattia improvvisa durata quasi tre anni.
Assistita e curata in casa decorosamente fino alla morte. Ora riposa in pace e la sua ombra vaga silenziosa e lieve tra le querce dei castagni e solleva le cartelle dei nipoti che saltellano giù per la rampa della mulattiera.
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22 gennaio 2025 – Incontro on-line di Segreteria allargata. Se ben ricordo, c’erano tutti i componenti la Segreteria Nazionale di Macondo. Se poi qualcuno/a desidera sapere i nomi, li trova sul sito o sul bando pubblico Wanted/Ricercato/a. Bando alla battuta, all’ordine del giorno: i preparativi del convegno/festa di maggio. Per incomprensioni varie, abbiamo trasferito il progetto da Scorzé a Marghera, ospiti della Comunità parrocchiale della Risurrezione il cui pastore è don Nandino Capovilla. La data è fissata per domenica 18 maggio a partire dalle 9:30. Titolo del convegno: Ti riconoscerò sul binario della stazione e ti chiamerò per nome. Con un possibile sottotitolo: Tempi difficili, occasioni opportune…
per il riconoscimento, dell’altro, dei migranti, del diritto dei popoli alla pace contro la guerra, del rispetto della Terra, sorella e madre. Il gruppo incaricato della logistica organizzerà un sopralluogo sul posto, perché tutto sia regolato alla bisogna: sala del convegno, mensa comunitaria, parcheggio.
Si è già preso un primo contatto con il parroco. Sono stati contattati alcuni relatori secondo i temi proposti. È stato dato mandato a uno dei componenti della Segreteria di contattare Leonardo Boff, teologo della Liberazione, autore del testo Sorella Madre Terra, che avete già letto nella strenna di Natale.
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24 gennaio 2025 – Da San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico, con la sua notifica rossa, arriva un messaggio whatsapp: apro, è un vocale, lascio da parte le premesse, che uno quando si sveglia vive nel sogno la realtà. Poi piano piano lo sbadiglio rompe le traveggole e allora scrivo, ma cosa scrivo, chi parla dal Messico? Non è un nostro inviato, ci è andata da sola, ma dice cose che se le sapesse Trump, con le sue fanfaronate, manderebbe subito un picchetto a bacchettare. È Chiara Beltramello che parla: finora il Chiapas era rimasto estraneo ai narcos, ma adesso hanno invaso i nostri paesi, sono cominciate le sparatorie a San Cristóbal de Las Casas, i morti ammazzati, l’imposizione agli abitanti di collaborare nel commercio della droga, pena soprusi e morte. Così gli abitanti dei villaggi a migliaia hanno cominciato a partire, abbandonare le loro case, proprio in questo momento in cui Trump suona la grancassa contro i deboli, gli inermi, che saltano i muri della ’Merica.
Li fermerà? Al momento li fermerà, ma troveranno altre strade, attraverseranno il deserto, entreranno senza farsi vedere, perché amano la vita e affrontano la morte.
Preparatevi amici ’taliani. Ciao. Costruite ponti.
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31 gennaio 2025 – Tit, Uganda del nord.
Ricevo sul cellulare da Galdino Cagnin, che sta viaggiando in Uganda assieme alla moglie Lucia e a Elena, guidati da Silvia facente parte dell’Associazione Effetà e che vive e opera in questo paese, il messaggio che segue: «Ciao a tutti, siamo alla terza settimana del nostro viaggio in Uganda.
A volte raggiungiamo un posto senza sapere esattamente cosa troveremo e questo ci permette di non avere aspettative e di mettere a riposo i nostri pregiudizi. Negli ultimi giorni ci hanno ospitato le terre del nord Uganda, a Oyam, nel distretto di Lira e di lì abbiamo raggiunto, dopo un lungo viaggio, un villaggio di nome Tit.
Ci hanno accolto i canti e le grida festose delle donne pronte a prendersi cura di ogni momento della nostra permanenza.
Con il poco che hanno, le donne riescono a creare dei piatti deliziosi; alla sera preparano i falò e ci servono la cena. Ogni occasione per mangiare è anche occasione per pregare. Questa grande famiglia è devota a dio e lo dimostra con la dedizione verso il prossimo… Sono venute molte famiglie dai villaggi vicini nella speranza che Silvia, dell’associazione Effetà, possa fare qualcosa per i loro figli. Il tipo di aiuto che lei offre è trovare amici che possano sostenere la scuola e le cure mediche di chi vive in situazioni di precarietà e bisogno.
E poi oh! Meraviglia!, abbiamo visto albe e tramonti segnare i profili delle piccole capanne di fango e paglia e mirato le stelle prendere il sopravvento nelle notti senza la nostra luce artificiale. Le persone di Tit ci hanno invitato a danzare e a condividere con loro il nostro sentire. Ci firmiamo: Elena, Lucia, Galdino e Silvia».

Gaetano Farinelli
con la corrispondenza di
Mauro Furlan e Milse Ramalho da Rio de Janeiro