I soccorsi ai migranti nel confine bulgaro-turco
Buon anno a tutte e tutti
In queste due settimane alcune persone del Collettivo sono partite per la Bulgaria e torneranno domenica.
Abbiamo cambiato “location”, ovvero ci siamo avvicinati al luogo da cui provengono più spesso le richieste di aiuto da parte delle persone in transito. Essendo le temperature così rigide, la vicinanza è un fattore determinante per la riuscita del soccorso.
La zona però è molto presidiata dalla polizia di confine e le attività dei nostri ragazzi non sono state facili. Molto spesso sono stati fermati, interrogati, talora minacciati, ammanettati e hanno passato qualche notte in cella.
Sono riusciti a salvare alcune persone (tre la notte di Natale e un gruppo di una quindicina di persone qualche giorno dopo), altri, tra cui tre ragazzi minorenni, sono invece morti a causa del freddo e la polizia ha persino ostacolato la ricerca dei loro corpi.
Gli amici volontari di No Name Kitchen, che collaborano con noi e stavano soccorrendo un altro gruppo, sono stati fermati e hanno poi trovato l’auto devastata .
Il confine tra Europa e Turchia, in territorio bulgaro, è una zona in cui nessun diritto umano esiste, è contemplato solo il crimine di immigrazione clandestina e quello di favoreggiamento. Il concetto di solidarietà è totalmente estraneo.
Stiamo sostenendo i nostri ragazzi, lo stress è davvero tanto. Un po’ alla volta scriveremo di quanto accade, per ora un primo post è su FB.
È molto importante fare conoscere e denunciare questa situazione.
A presto e grazie per la vostra vicinanza
Floriana Lamonato
Collettivo Rotte balcaniche alto vicentino