Macondo e dintorni
Cronaca dalla sede nazionale
7 agosto 2024 – Marostica (Vi). Marcello Dalla Gassa passa all’ospedale di comunità di Marostica. Colpito da ictus a maggio, resta ancora ricoverato. È solo cambiato il luogo della degenza. Gli amici e le amiche sono di aiuto e supporto ad Anna per alcune incombenze durante la giornata. Le condizioni fisiche generali sono stabili. Precaria resta la mobilità, colpita dalla paralisi.
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13 agosto 2024 – Trento. Salire su per il monte Bondone, seppure in autovettura, è ancora un’ emozione gioiosa. Così assieme a Stefano Benacchio, autista dalle mille risorse, tre uomini di età veneranda hanno raggiunto malga Brigolina dove hanno potuto contemplare le montagne attorno e di seguito assaggiare i piatti caratteristici del Trentino, serviti prontamente da ragazze solerti un po’ frettolose. Per accontentare la curiosità dei lettori elenco i piatti serviti in tavola: canederli, strozzapreti, polenta con funghi, formaggio tosella, fagioli in salsa. L’occasione è nata dalla presenza di Gino Tapparelli in Italia, ospite presso una delle sorelle, che molti di voi lettori hanno conosciuto in Bahia del Brasile. Gli altri erano Mario Bertin che aveva conosciuto Gino negli anni novanta del secolo passato/imminente e il cronista smemorato che non cede ancora il pezzo della cronaca agli eredi.
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23 agosto 2024 – Esequie. In questo lungo trimestre (agosto-ottobre) abbiamo avuto alcuni funerali di amici comuni e in particolare: Romano Cagnin di Scorzé, che una malattia dolorosa e letale se l’è portato via in tre mesi di dolore e speranze vanificate. Uomo riservato e affettuoso, ha speso la sua vita nel lavoro, per la famiglia e nell’attività sociale in favore di lavoratori stranieri dentro l’associazione Karibu.
Frequentava anche le attività esterne di Macondo, di cui era socio. Assieme alla moglie e alle figlie lo abbiamo accompagnato fino al cimitero, dove parenti e amici hanno espresso il loro cordoglio e la memoria viva di Romano. Non posso poi tralasciare la morte di Gianfranco Zanforlin, sul quale la perdita della moglie aveva portato un senso di scoramento e di disorientamento. L’amico Sandro Pozzobon invece si è spento nella Casa Gaetana Sterni, luogo di riposo e di cura, dove aveva voluto raggiungere la moglie, portando nel cuore la nostalgia dei tempi della sua grande attività imprenditoriale.
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24 agosto 2024 – Chiampo (Vi). Salendo leggermente su per la collina Stefano Benacchio e il cronista attempato ragMacondo e dintorni Cronaca dalla sede nazionale giungono l’ampia spianata di un grande prato verde, dove già si rincorrono i figli e i nipoti delle famiglie Mazzocco. A lato del campo un ampio porticato raccoglie i familiari della festa campestre. Appostato sul prato un camioncino che sostiene il forno delle pizze. Due nipoti dei festeggiati Dino e Gabriele, nostri vecchi soci e amici, stanno allestendo le pizze per la serata agostana, che si concluderà con una pizza speciale alla nutella e un dolce popolare per tutti, preparato da Nerina con le rimanenze di casa (così era un tempo) e spezie, chiamato nel dialetto vernacolo la “puttana”. Un brindisi collettivo saluta la fine della stagione estiva.
Prima della festa campestre siamo passati a salutare Luisa e suo marito Marco, che hanno superato una lunga malattia. Ivi medesimo abbiamo conosciuto anche una giovane madre che portava agli zii il nipotino che scappava da ogni parte e trovava finalmente pausa nell’orto, tra i pomodori giganti. Poi, poco più giù, siamo scesi in casa di Gabriella, una delle sorelle di Dino e Gabriele, impossibilitata a uscire e che abita all’interno di un crocchio di case costruite attorno a una stretta piazzola, cui si accede con l’auto precipitando giù per una piccola rampa scoscesa, che fa da sponda a un vecchio lavello.
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24 agosto 2024 – Rio de Janeiro, Brasile.
Marianna e Marta Miola, insieme alla loro super mamma Monica (la presidentessa di Macondo), hanno passato una settimana piena di sorrisi alla Casa Maria e Giuseppe Stoppiglia. Sabato hanno fatto un vero e proprio show per gli amici e le amiche della Casa, mostrando con stile e simpatia le loro abilità nel mondo della bellezza e della cura del corpo – una passione che in Italia è diventata anche il loro lavoro. È stato un momento magico, dove bellezza e allegria si sono fuse in un perfetto scambio di energie positive. Una vera festa dell’incontro e della bellezza di esserci! •••
31 agosto/3 settembre 2024 – San Giuliano del Sannio (CB). Il viaggio in Molise era preparato da molto tempo. I ragazzi, le ragazze, i giovani erano felici di partire assieme per incontrare gli amici e le comunità di San Giuliano del Sannio e di Baranello. Partono al mattino presto con nel petto la gioia del viaggio, della partenza, con un bordereau nella mente tipo vita da scout: pranzo al sacco, letti a castello e stare pronti, svegli, allegri e generosi! Partono in ventuno più gli animatori e le animatrici, che fanno capo a Natalino Filippin (da non confondere con Balasso) e Alessandro Mason (da non confondere con Bergonzoni). E qui mi fermo e passo la scrittura ad Andrea Sguario, che scrive: «Il primo giorno strade, vaste campagne, monti e colline, traffico, fermata per il pranzo al sacco e arrivo a Colle d’Anchise alle 17:00, dove ci accoglie una grande struttura con stanze ampie per quattro letti a castello ciascuna, dove portiamo gli apparati per la notte. A sera ci uniamo anche noi baldi e curiosi alla popolazione di Colle d’Anchise, che riempie le strade, occupa la piazzetta per la sagra paesana, in allegria.
Nel secondo giorno il gruppo ha visitato la riserva naturale che diventerà il futuro Parco Nazionale del Matese; accompagnati da una guida turistica, siamo entrati nel bosco incantato della riserva, popolato di soli faggi. Camminando tra i viottoli incontriamo “i tre frati”, tre faggi maestosi con quasi 500 anni di vita, i quali al nostro arrivo scuotono le fronde per darci il benvenuto. La guida ci ha accompagnato e condotto a scoprire il mistero della vita che l’acqua alimenta, diventa bosco e plana sul prato, fa crescere i fiori e mette le ali agli uccelli. Con lui posando ciascuno l’occhio sul microscopio abbiamo analizzato i microrganismi che nuotano nell’acqua, che scorre giù per la radura. Poi, mentre l’ultima ragazza lasciava il microscopio, ci siamo seduti in silenzio per divorare il pranzo al sacco.
Nel pomeriggio abbiamo visitato le rovine della città romana di Altilia sempre accompagnati da una guida che illustrava i resti, raccontava le vicende della città e le storie che davano vita alle ombre che ancora ci seguono da presso. La sera stessa il nostro gruppo era ospite a cena nella cittadina di Baranello, accolti in festa dai suoi abitanti, quasi fossimo compaesani reduci da terre lontane. Poi siamo stati coinvolti in balli popolari accompagnati da melodie gioiose a ritmo sciolto di musica paesana; non sono mancati anche balli di gruppo accompagnati da canzoni in cui abbiamo ritrovato il nostro ritmo. Siamo rientrati a Colle d’Anchise la sera tardi, i canti nell’orecchio e il ritmo nel cuore.
La mattina del terzo giorno, visita alla fattoria Griot, situata vicino a Bojano. Qui gli operai ci hanno illustrato le modalità e gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile.
Dopo la visita alla fattoria, il gruppo ha dirottato il passo verso un caseificio di Bojano, dove ha ricevuto un piccolo assaggio di mozzarella di bufala. Poi di corsa a Colle d’Anchise. Nel pomeriggio abbiamo incontrato due esperti del settore giovanile che hanno raccontato le difficoltà dei ragazzi di trovare un’attività che risponda alla loro professione ed è per questo che abbandonano il Molise per cercare fortuna altrove. Dopo cena abbiamo organizzato una serata karaoke animata da un musicista nostro ospite.
Nel quarto giorno fermi per un momento di riflessione e di verifica, animato da don Adriano, nella cappellina situata sopra la casa che ci ha ospitato nei giorni di permanenza. Emotivamente il viaggio ha alimentato il nostro entusiasmo per nuovi incontri. Con animo nuovo siamo rientrati a casa verso sera a Bassano del Grappa».
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8 settembre 2024 – Arzerello di Piove di Sacco (Pd). Per dare continuità all’incontro sotto la quercia di Brugine, in occasione dalla prima comunione di Adele, avevamo fissato un secondo appuntamento in casa di Andrea Agostini per riprendere le riflessioni che si erano accese in quel giorno di giugno. Diversi contrattempi (il ritardo del cronista disinformato che si è trovato prigioniero nel circuito di Rossano Veneto per una gara ciclistica che si è conclusa alle 13 del pomeriggio e il maltempo che ha dissuaso alcune famiglie a raggiungere la casa di Andrea) hanno trascinato l’abbondante e gustoso pranzo al tardo pomeriggio e ridotto la nostra verifica su alcune considerazioni generali, in particolare sulla necessità di costruire luoghi di incontro per parlare, riflettere e agire insieme.
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13 settembre 2024 – Rio de Janeiro, Brasile. Alla Casa di Maria è sbarcata la compagnia teatrale Hospites di Bologna! Con il loro teatro ci invitano a riflettere su come le nostre diversità culturali, linguistiche e personali possano diventare vere e proprie risorse creative. Insomma, come i ricordi delle nostre origini possono mescolarsi con i nuovi contesti che viviamo ogni giorno, creando qualcosa di unico e sorprendente. Durante un mese di full immersion a Rio de Janeiro, Hospites ha portato in scena La cena brasiliana, un mix esplosivo di sapori, emozioni e cultura, e ha condotto un percorso formativo per artisti da ogni angolo del mondo. E non finisce qui! Il loro progetto “Hospites no mundo” offre agli aspiranti artisti brasiliani la possibilità di venire a Bologna per studiare e scambiare idee all’insegna dell’arte e dell’intercultura.
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14/15 settembre 2024 – Torreglia (Pd), Villa Immacolata. Fine settimana di formazione. Alcuni eventi hanno ritardato la formazione degli adulti, collocata poi a metà settembre invece di fine agosto. La Segreteria aveva proposto il tema: Quali parole dare al dolore? Le relazioni si sono sviluppate in due giornate. Le presenze nei due giorni hanno contato quaranta persone circa. Abbiamo dato spazio a varie voci per avere un contributo multiforme a un tema sociale che tocca la pelle di tutti e chiede a tutti sensibilità, umanità e solidarietà. La presidente Monica Lazzaretto ha introdotto la scelta del tema e coordinato poi le varie relazioni.
Inizia Piero Stefani sul tema: Quali parole possiamo trovare al grido di dolore nella Sacra Scrittura. Il dolore è un’esperienza personale. Anche chi partecipa al dolore, continua Piero, lo può fare solo se ne fa esperienza attraverso le parole o il linguaggio del corpo altrui. Sono tre le fasi attraverso cui si fa esperienza della sofferenza altrui: sentire, vedere, conoscere. Troviamo, tra i tanti, un esempio nella scrittura. Lo leggiamo nell’Esodo: Dio sente il lamento degli ebrei schiavi in Egitto. Non è ancora un popolo, ma gente.
Il lamento non è diretto a lui, ma Dio lo sente e allora si ricorda del suo patto con Abramo, Isacco e Giacobbe. Dio prende coscienza di quel dolore, ne fa esperienza e decide di intervenire e mette in atto la liberazione del suo popolo. Quella gente, attraverso la conoscenza di Dio, diviene popolo. Il linguaggio usato è antropologico, ma esprime come e perché Dio fa esperienza del dolore degli umani.
Nel pomeriggio del sabato prende la parola Davide Cerullo sul tema: Le parole a Scampia. Entrando nella periferia dell’animo umano. Come riprendere le parole di Davide? È difficile raccogliere la sua voce, la dolcezza e insieme la forza delle sue parole sussurrate. Perché sono venuto qua? – chiede. Io non dovevo venire qua. Non si può comprendere il dolore di un ragazzo di Scampia se non ne fai esperienza. Non ci sono parole. Basta il silenzio, per raccogliere nel silenzio la nostra umanità, che l’altro ha perduto o che non ha mai avuto o che gli è stata tolta. E nell’umanità scopriamo il sacro. L’umanità che sta dentro ciascuno. Anche nel peggiore di tutti. Solo se ci avviciniamo senza alzare la testa, senza aggiungere misure alla nostra persona, ma da piccoli piccoli forse possiamo comunicare un’ipotesi, una possibilità, un evento disatteso. E allora forse possiamo pronunciare parole che si erano dimenticate, perché ritenute insensate, come il pastore che ha cento pecore e se ne perde una, lascia le novantanove per cercare la perduta. Sensato, insensato? Quella centesima non è un numero ma è l’irripetibile: l’umanità del sacro.
Domenica mattina, riprende Ivo Lizzola con Quali parole offrono al dolore le scienze dell’anima? Il nostro dolore, dice, nasce da una privazione di giustizia. Il dolore nasce da una violenza esterna o interna al proprio corpo. Qual è a fronte del dolore il compito della cura? Non può avere come obiettivo la soluzione del dolore. Anzi, il dolore di una persona ha diritto al suo lutto. Non esiste un dolore in astratto. Il dolore è un’esperienza. Chi si pone in atteggiamento di cura non deve avere dei presupposti o pregiudizi, anche se pregiudizi che nascono dalla sua competenza.
No. L’atteggiamento di cura è il corpo a corpo. Che vuol dire rapporto in silenzio.
Se le parole possono uscire, escono dal silenzio. Non si può partire dalle parole che si sono imparate in altre situazioni, ma solo da parole nuove che nascono dal far proprie le sofferenze dell’altro. Questo può avvenire solo attraverso dei processi, come ad esempio il corpo a corpo, che prepara la sequenza di: sentire, vedere, conoscere. Le prime due fasi sono del corpo a corpo, il conoscere non è astrazione, ma è un fare esperienza nel contatto che ti farà entrare in simbiosi. La cura non è un pacchetto per l’uso. La cura è scambio, partecipazione, non è lo schierarsi di parte davanti alle vittime (israeliani/palestinesi; russi/ucraini), ma avvertire e sentire che la distinzione amico/nemico è cosa stridente, che aggrava l’ingiustizia del mondo. La vittima è vittima e non può essere discriminata tra colpevole/innocente.
Ancora in mattinata: Manuela Campalto con il tema Nel dolore le parole ti prendono per mano. Quella di Manuela è una storia di fatica e di scoperta, di dolore che affanna e che porta con sé parole che ti conducono per mano lungo una storia fatta di immagini, di fatica e di sollievo. A Manuela viene diagnosticato un tumore maligno alla tiroide; ma lei la tiroide non ce l’ha più, perché gliel’hanno asportata.
Incomincia un viaggio presso varie cliniche per capire che cosa fare con tale malattia senza corpo. E si arriva alla scoperta che il farmaco che copriva la funzione della tiroide con il tempo si è spento e dunque sono nati dolori, che possono essere sedati dai farmaci. Una storia complessa.
Di cui ancora cerco la coda. O meglio cerco le parole. Le viene consigliato di fare un corso di scrittura, ne nasce un libro: “Centottanta giorni” che circola di mano in mano e suscita curiosità; nel libretto il lettore trova parole che lo accompagnano a sentire e comprendere per intuizione il senso della sua fatica, del suo dolore. Le relazioni hanno suscitato domande e riflessioni che hanno lasciato un segno di sensibilità nei presenti.
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21 settembre 2024 – Ferrara, redazione di madrugada. Sono presenti: Andrea Gandini, Francesco Monini, Alessandro Bruni, Giovanni Realdi, Davide Lago, Chiara Zannini, Elena Buccoliero, Stefano Benacchio, Gaetano Farinelli, Cecilia Alfier, Paolo Alfier, Bruno Vigilio Turra.
Oggi abbiamo un’ospite in redazione, la signora Eleonora Graziani, esperta di teologia. Che ci parlerà della Mistica. Cita alcune opere: “Lo specchio delle anime semplici” di Margherita Porete e “Il castello interiore” di Teresa d’Avila. Edith Stein scrive che la mistica nasce con la fede e consiste nel rapporto tra creatura e trascendente. Altra mistica è Simone Weil. Spesso le donne mistiche sono state condannate dalla Chiesa. Così Margherita Porete viene bruciata sul rogo dalla santa Inquisizione.
Dopo di che inizia il lavoro su due proposte di monografico. Alessandro Bruni lancia la proposta di un lavoro collettivo sulla “felicità” e rimanda a uno schema sul quale gli autori del monografico potrebbero costruire le loro esperienze. In seconda battuta Cecilia Alfier propone il monografico su “i cambiamenti” titolo contenitore molto vasto, che ha bisogno di un’ulteriore specificazione. Accanto a questo tema Davide Lago suggerisce il tema de “gli scarti” che i cambiamenti lasciano sulla loro scia.
Sul tema aperto da Eleonora si è avviata una lunga conversazione; per uscire dalle strettoie o dalle sirene della scienza e toccare la trascendenza, il riferimento è la spiritualità che è l’anello che rompe la catena del meccanicismo. Il legame alla macchina che tutto risolve rende sterile la capacità di pensare e di amare. Detto così, pare un discorso effimero. Ma il grande numero di interventi e di riflessioni era tale che al momento entrarci mi lascia senza parole.
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22 settembre 2024 – Valle san Floriano di Marostica (Vi). Marcia per i ragazzi di strada. E così anche quest’anno il gruppo di Valle ha organizzato la Marcia.
Gli iscritti erano ben 2100. Purtroppo il nostro speaker Gianni ha dato forfait a causa di un noioso raffreddore. Tutto scorre e tutto cambia. Così un dj ha lanciato musiche gioviali e il gruppo sagra di San Zeno ha fatto i panini che anche questo anno sono stati ben quattromila e ha sostituito il gruppo Tonel, che fino allo scorso anno è stato sempre puntuale al comando del suo capo Marcello. Ben undici gruppi hanno partecipato alla camminata e hanno ricevuto i premi da Paolo Costa, in rappresentanza, assieme a Silvia, della presidenza, impegnata altrove; Paolo ha esaltato il giorno, i prati, madre natura e la baldanza dei gruppi, senza dimenticare le maestranze che hanno lavorato tutto il giorno sotto un cielo clemente e sorridente sull’intenso formicolio degli umani.
Ai gruppi si aggiungono i singoli podisti.
Varie le pisti, che potevano soddisfare i bambini, le donne in attesa di parto, gli adolescenti, i giovani baldanzosi e gli anziani che ancora sperano nella ripresa.
Due giovani donne hanno approntato uno spazio adatto a intrattenere i bambini e le bambine, con giochi e cotillon: Chiara e Laura come ogni anno hanno dedicato la loro fantasia ai bambini che in coro con le bambine richiamavano a turno sovrapposto le maestre bi-tri-quater localizzate. E poi la novità dell’anno l’è stata la presenza dei clown a sorpresa, tanto che qualche mamma ha suggerito ai figli di cercare le giostre. Le bancarelle che offrivano ricordi, magliette e foulard. Quando il sole era oramai allo zenit e il grido della foresta richiamava gli umani attorno al paiolo e i bimbi gridavano: mamma ho fame!, ecco d’incanto gli uomini e le donne, gli alpini di rientro dalle adunate in cucina, pronti ad accogliere la folla che biglietti in mano chiedeva umile il proprio pasto.
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28 settembre 2024 – Bassano del Grappa (Vi), chiesa della Santa Trinità. Matrimonio di Tania e Marco. Che la sposa sia in ritardo è un classico, ma arriva sempre.
Gli invitati al matrimonio erano tanti, più di cento-centotrenta e c’erano anche i bambini e le bambine, che hanno aperto il primo corteo verso l’altare. In cima al presbiterio stava il sacerdote paziente, senza fretta. Seguiva lo sposo con la madre accanto. La sposa è arrivata dopo, come da tradizione, comunque non ha perso né la messa né il rito. Che è stato costruito, assieme al sacerdote, in modo dialogico, sui sentimenti, gli affetti, le presenze e le assenze. La sposa si è avvicinata all’altare da sola, essendo rimasta senza i genitori proprio in questi ultimi cinque anni. Nel rito il sacerdote ha coinvolto anche i genitori di Marco per la benedizione. Le foto? Certo anche le foto, ma anche le sequenze per il cortometraggio. Leggeri come passeri i fotografi, presenti, aleggianti e silenziosi, con la luce del flash come dal cielo provenienti. Alla fine del rito, sulla piazzetta del sagrato, gli invitati proni ad accogliere in allegria Tania e Marco, felici e contenti.
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1 ottobre 2024 – Bassano del Grappa (Vi). La signora Cristina Beltramello, in rappresentanza di alcuni soci dell’associazione “26 settembre 1944”, ha incontrato le associazioni fondatrici, per riattivare gli incontri e gli eventi dell’associazione, che a seguito della morte del prof. Vittorio Andolfato, fondatore, ha chiuso i battenti ma non le speranze. Così oggi alcuni soci di Macondo Catia, Gianni, Gaetano hanno incontrato la signora Cristina in casa della madre per ascoltare le proposte di lei, volte a ricostituire l’associazione che porta con sé la memoria della Resistenza e dei 31 partigiani di Bassano impiccati per rappresaglia dai nazifascisti in viale dei Martiri. A febbraio del 2025 sarà convocata un’assemblea dei soci per ridare vita alla memoria di quegli eventi ferali.
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5 ottobre 2024 – Pove del Grappa (Vi), sede nazionale di Macondo. Rinnovo delle cariche. La presidente uscente Monica Lazzaretto tiene la relazione di consuntivo delle attività di Macondo per il triennio 2021-2024. Dopo di che si passa alla costituzione della commissione per il voto.
Baldassare Zanchetta presidente della commissione elettorale. Viene presentata la lista che contiene i candidati alla presidenza e alla segreteria. E si passa al voto. Presidente Monica Lazzaretto. La Segreteria è composta da Daniela Baroni, don Adriano Cifelli, Paolo Costa, Chiara Cucchini, Gaetano Farinelli e Alessandro Mason. Rimarranno in carica fino all’autunno del 2027.
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19 ottobre 2024 – Rio de Janeiro, Brasile. Milse Ramalho e le partecipanti al progetto “Empoderada está na moda” hanno fatto scintille alla giornata accademica Affettività ed effettività, organizzata dall’associazione di arteterapeuti di Rio de Janeiro. Non solo hanno incantato tutti con una sfilata da vere regine, ma hanno anche guidato una formazione sul tema Identità, moda e arteterapia: confluenze. L’obiettivo? Trovare strategie creative che, attraverso la moda, aiutino le donne a rafforzare autostima, dignità e senso di empowerment, creando anche percorsi per generare reddito. Insomma, una vera fusione di stile, arte e solidarietà per un futuro più brillante! •••
22 ottobre 2024 – Ferrara. Se ne va dolcemente, al termine di una progressiva assenza, la signora Ivonne Simoni, mamma del nostro redattore Alessandro Bruni, che aveva compiuto 99 anni il 20 ottobre. Rimane la testimonianza di vita di una donna volitiva, determinata, che ha insegnato al suo unico figlio il senso della giustizia e della libertà – come ha ricordato Alessandro officiando, qualche giorno dopo, presso la Certosa di Ferrara, la cerimonia laica di commiato dalla mamma. La dimensione del desiderio, della vocazione, della spiritualità e del misticismo laico sono sentimenti che la mamma Ivonne ha vissuto come statuto di vita, trasmettendoli poi al figlio che ne è stato prima interprete e poi custode e a sua volta messaggero verso i suoi figli, nipoti e le loro famiglie.
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24 ottobre 2024 – Segreteria on-line. Analisi delle attività e proposte per il futuro. È presente la nuova Segreteria al completo.
Apre la conversazione la presidente Monica Lazzaretto. Viene fissata la data della festa nazionale di Macondo nei giorni 1718 maggio 2025. Il gruppo per la formazione è incaricato di preparare il tema e segnalare i relatori. Si passa al viaggio in Brasile di giovani e ragazzi: è bene prepararlo per tempo, stabilendo un incontro mensile on-line con Milse e Mauro, gestori della casa di Rio de Janeiro. Viene fatto il punto del gruppo Camp composto da 35 ragazzi e ragazze. Già a novembre cominceranno i primi incontri dei ragazzi/ragazze con gli animatori e animatrici.
Al gruppo progetti viene raccomandato di analizzare e verificare la loro funzione e individuare nuove idee che abbiano un’incidenza diretta sui destinatari assieme a una corrispondenza tra le parti (esempio di nuove idee: finanziare un talento). Tenere un rapporto più dinamico con i componenti della marcia di Valle san Floriano e con la redazione di madrugada. Snellire il rapporto con i mezzi di comunicazione di massa (Instagram e Facebook). Utili gli incontri on-line, ma tenere in conto l’importanza di quelli in presenza.
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25 ottobre 2024 – Scorzé (Ve). Grande serata nel teatro comunale Elios/il Sole per l’associazione Karibu. Entriamo che stanno facendo le ultime prove della voce e dell’audio. Francesca, attrice di teatro, conduce la serata. Si alterneranno sulla scena brevi cortometraggi che illustrano i progetti, gli incontri dei soci con piccole comunità in Uganda e Kenya, costruzione di scuole per piccole comunità che vivono fuori della città, ragazzi di strada, escavazione di pozzi per l’acqua. In Italia un’attenzione particolare agli immigrati.
In merito, Karibu ha costruito una casa in Scorzé che dà ospitalità a lavoratori migranti in attesa di trovare casa in affitto. I progetti vengono gestiti e prodotti con il contributo attivo di tutti, volontari e destinatari. Emozionanti gli incontri di festa con le comunità locali, semplici, con le schiere di bambini che si stringono attorno al bianco. Sul palco compare il presidente Galdino in alternanza con Francesca. Un ragazzo africano legge il racconto del suo periglioso viaggio in Italia, scritto da Romano Cagnin. Un altro ragazzo africano, Slimm, canta le canzoni del suo paese, con una voce che tocca tutti i registri del canto, impetuoso e soave, acuto e piano con un ritmo che a tratti ricorda gli spirituals. Assistiamo a un florilegio di progetti, attività, organizzazione lineare, rispetto nell’approccio con le comunità locali, costanza, responsabilità, lealtà. E restiamo incantati.
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26 ottobre 2024 – Arzerello di Piove di Sacco (Pd). Andrea Agostini ha voluto riproporre in paese l’evento “Donne coi capelli al vento” cui molte di voi lettrici hanno già assistito a Mira e a Bassano del Grappa ed è il racconto e la testimonianza di tre donne che provengono rispettivamente Samareh Sagheb dall’Iran, Saya dall’Afganistan, Gulala Salih dal Kurdistan. Parlano in italiano oppure nella loro lingua in traduzione simultanea.
Indossavano i loro abiti di provenienza, eleganti e colorati. E hanno riportato le loro rispettive testimonianze che raccontano il dolore delle donne, il dispregio dei diritti umani, per l’oppressione e la discriminazione cui sono sottoposte. Da ambo le parti espressa gratitudine per l’incontro che ha dato modo al paese di conoscere quanto avviene fuori casa nostra.
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26 ottobre 2024 – Valle san Floriano di Marostica (Vi). Cena del Gruppo Marcia nella Casa degli Alpini. Quelle lunghe tavole, pulite, le sedie pronte per accomodarsi, le voci dei bambini amici di Francesco, figlio di Manuela e Stefano Dal Moro, che ci ha lasciato e che hanno dato mano anche loro alla marcia. Il gruppo di san Zeno che si è accomodato nella fila di mezzo. Il battimani ai cuochi che hanno avviato il grande spiedo alle 15 del pomeriggio per arrostire la carne, servita calda in tavola assieme alla polenta, al vino e all’acqua. Prima del dolce il presidente Stefano Dal Moro, assistito dall’efficiente economo Sergio Fantin, chiede una pausa di silenzio per ringraziare i gruppi che hanno collaborato alla marcia, quelli che hanno tracciato i sentieri, quanti hanno servito ai ristori, gli sponsor che hanno coperto le spese della marcia, coloro che hanno animato i giochi dei bambini e bambine, le donne che hanno servito in tavola. L’amministratore ha dato i numeri, come si suol dire scherzosamente, le entrate e le numerose spese, e la quota in denaro che la Marcia di Valle san Floriano ha raggiunto in questi anni. Un traguardo conquistato con costanza pazienza e senso di fratellanza. Per la Segreteria, Farinelli ha parlato delle attività di Macondo e raccomandato alle famiglie giovani presenti il progetto di formazione per ragazzi, adolescenti e giovani. E adesso Ca-Fè (Ciapé).
Gaetano Farinelli
Con la collabroazione di Mauro Furlan e Milse Ramalho da Rio de Janeiro e di Andrea Sguario del gruppo giovani.