Germania. La locomotiva europea non corre più
Che la guerra Ucraina sia un disastro per l’Europa è sotto gli occhi di tutti tranne dei politici europei che, sollecitati dagli USA, si son fatti paladini della causa ucraina contro l’invasore russo.
Nel suo ruolo di zerbino della politica americana, l’Europa non si è imposta minimamente, non ha accettato un rapporto alla pari con gli USA, ma ha perseguito una politica di perenne suddittanza. Mi sarei aspettato dall’Europa la fermezza di vedersi riconoscere un ruolo internazionale e paritetico con gli Stati Uniti, mi aspettavo che al tempo dell’invasione avesse detto a Biden: «Tu rimani il nostro alleato, ma Putin è il nostro vicino di casa, la questione la negoziamo noi!». Invece no, siamo venuti meno alla parola data poco più di trent’anni fa, dopo l’unificazione delle due Germanie, di non allargare la NATO a est per garantire al vicino russo una ragionevole tranquillità e ci siamo buttati a capofitto dentro la guerra1.
In Europa la gente comune sta pagando il conto con una lievitazione dei costi, soprattutto energetici.
Chi gongola è l’America di Biden, la guerra sta portando benessere nel Paese e su questo il presidente USA ha fatto leva per essere certo di vincere le elezioni, ma la società americana ha subito una grande trasformazione e la classe lavoratrice non si fida dei Democratici, come ha ben spiegato Andrea Gandini2.
La produzione industriale di difesa e spazio è aumentata del 18%, più della metà degli 80 miliardi di dollari di accordi in armamenti arrivano dagli stati europei; a riempire le casse USA ha contribuito pure la crisi energetica grazie alla vendita di Gas naturale liquefatto (gnl) e nel 2030 si valuta un raddoppio delle vendite, di cui due terzi destinate agli europei3.
La Germania sta pagando cara la guerra in Ucraina anche a livello politico tanto che il governo di Sholz è in minoranza, dopo che questi ha dimesso il ministro delle Finanze.
Il governo tedesco è una coalizione ideologicamente diversificata composta dai socialdemocratici (SPD) del cancelliere Olaf Scholz, dai verdi ambientalisti e dai democratici liberi neoliberisti (FDP). Viene chiamato governo Semaforo, per i tre colori dei partiti.
La coalizione è entrata in carica poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina; la guerra ha posto fine alle forniture di gas russo a basso costo alla Germania, la più grande economia europea, accelerando la crisi del costo della vita e i timori di deindustrializzazione.
Questa desolante situazione economica ha reso gli elettori meno ricettivi alle costose politiche verdi del governo.
L’arrivo di oltre un milione di rifugiati ucraini ha inoltre alimentato l’ansia per l’immigrazione irregolare e la pressione che questa sta esercitando sui servizi pubblici. La Germania aveva già accolto più di un milione di migranti, in gran parte provenienti dal Medio Oriente, nel 2015/2016.
Inoltre una decisione del tribunale dello scorso anno ha creato un buco di 60 miliardi di euro nel bilancio statale dichiarando incostituzionale un trucco contabile su cui i partiti si erano affidati per nascondere le loro profonde differenze ideologiche, costringendo il governo a un taglio di spesa4.
Questa scricchiolante situazione politica ha portato Scholtz a dimettere il ministro delle Finanze Lindner, non avendo più fiducia in lui. Per il secondo anno la Germania si trova ad affrontare un bilancio a crescita economica zero. Scholz e i Verdi non volevano rinunciare alle ambiziose e costose politiche di conversione ambientale, strategicamente pensavano di allentare il freno al debito per consentire una maggiore spesa. Lindner voleva pagare i tagli fiscali agendo sul welfare e i bilanci sociali e respingendo gli obiettivi ambientali5. Di qui la crisi di governo.
In questo scenario si sta riproponendo Putin, il quale ha detto venerdì al cancelliere tedesco Olaf Scholz che la Russia è pronta a prendere in considerazione accordi energetici se Berlino fosse interessata. Ovviamente “I possibili accordi dovrebbero tenere conto degli interessi della Federazione Russa nel campo della sicurezza, a partire da nuove realtà territoriali e, soprattutto, eliminare le cause profonde del conflitto”6.
Ora il governo è in minoranza e il 16 dicembre chiederà il voto di fiducia. Non lo avrà e si stanno pianificando le elezioni per il prossimo 23 febbraio. A questo si aggiunge la vittoria di Trump e le sue dichiarazioni di far aumentare i dazi alle merci di provenienza europea. L’incertezza regna sovrana, consenguenza di una mancata dignità europea, incapace di un rapporto alla pari con gli alleati statunitensi, di intraprendere una politica estera unitaria.
17/11/2024
1 https://it.insideover.com/guerra/la-storia-dellespansione-a-est-della-nato-spiegata.html
2 https://www.macondo.it/2024/lamerica-di-trump-tra-working-class-ed-elite-globalista
4 https://www.reuters.com/world/europe/how-germanys-coalition-works-could-it-fall-apart-2024-09-25/
5 https://www.bbc.com/news/articles/c7v3r046pzzo
foto Berlino e Edificio del Reichstag in Berlin, Germany di DAVIDCOHEN (@davcohpho) da Unsplash.com
Alberto Camata
curatore del sito