Freedom is a place

Qualcosa di nuovo bolle in pentola nell’Alto Vicentino. Una storia che continua, che cresce in molteplici forme e geografie, una storia di lotta e di cura contro e oltre quei confini fisici e sociali che segnano il nostro drammatico presente, fatto di guerre, genocidi, apartheid, sfruttamento, privatizzazione degli ultimi brandelli di stato sociale, leggi liberticide, crisi climatica.

In questi anni di impegno alle frontiere d’Europa, è nata l’esigenza di costruire qualcosa anche nel territorio in cui siamo nate, da cui partiamo e dove torniamo. Immerse nella brutalità e nella violenza che si esplicita ai confini, avevamo bisogno di qualcosa di bello, di accogliente, di diverso. Non un’isola felice, ma un porto sicuro, una casa attraversata e attraversabile, che non si estranea dal “fuori” ma vuole cambiarlo. Nella consapevolezza che i confini geografici sono solo un momento del regime razzista e coloniale che fonda la nostra società e – anche se non vogliamo vederlo – il nostro territorio. E che la nostra lotta rimane incompleta se non assume non solo la necessità di abolire i confini, ma anche di smantellare le condizioni materiali per cui la loro moltiplicazione appare come necessaria. Come scriveva Angela Davis, il punto non è solo eliminare le prigioni, ma anche “rendere le prigioni obsolete”.

Per questo, proprio mentre il clima politico in Italia si fa sempre più pesante, vogliamo tentare questa folle avventura controvento, con tutte quelle che vorranno darci una mano ed esserne parte. Domenica 27 ottobre, dalle 14.30 in via D. Manin 26 a Schio, vi presenteremo – in via del tutto preliminare – questa pazza idea di uno spazio solidale, mutualistico, antirazzista, anticoloniale. In via del tutto preliminare perché ci sarà tanto, tanto da rimboccarsi le maniche, e perché questa storia non è già scritta ma è tutta da scrivere. Tocca a noi scriverla. Se “la libertà è un luogo” … costruiamolo insieme!

Collettivo Rotte Balcaniche