Vi racconto il mio Burkina Faso

di Gaetano Farinelli

Intervista a Damien Farma

1.- Di che attività sociale ti occupi in questo momento? Lavori ancora con l’associazione tedesca?

Lavoro per una organizzazione tedesca che si chiama Health Focus. Health Focus collabora con la cooperazione tedesca (GIZ) per l’attuazione di un programma nominato Pro-Enfant (Pro-bimbo), attuazione dei diritti dei bambini in Burkina Faso. Lavoro in particolare nel rinforzo delle capacità di organizzazione della società civile nel proteggere i bambini contro violenze, in particolare quelle basate sul genere. Il mio intervento si rivolge a 6 comuni con i servizi sociali comunali, la rete dei giornalisti, le associazioni dei villaggi. In questi ambienti alcuni bambini abbandonano la scuola. Il nostro paese in questi ultimi anni è interessato da un boom minerario dove si assiste allo sfruttamento dei bambini nei siti auriferi. I bambini subiscono la tratta e le peggiori forme di lavoro minorile. Costituiscono la mano d’opera nei siti minerari dell’oro o nella vendita delle bibite. Sono spesso sfruttati nei campi di cotone. I siti auriferi non sono lontani dai villaggi. In questi ambienti alcuni bambini abbandonano la scuola. Le ragazze sono vittime di gravidanze precoci. Altre di stupro. In questo contesto appunto le gravidanze precoci sono presenti. Il mio lavoro consiste nell’informare, sensibilizzare, mobilitare e formare strutture nelle comunità affinché possano prendere misure a protezione del bambino.

2.- Puoi raccontarci la situazione economica del paese e la situazione di povertà (alimentare, sovranità alimentare)?

Il nostro paese è vittima del terrorismo dal 2016. Il primo attacco è stato registrato il 15 gennaio 2016. Da allora registriamo ogni settimana attacchi terroristici che provocano decine di morti. Ci sono mine sepolte nelle strade il che rende difficile la mobilità. Inoltre la pandemia di coronavirus ha fortemente colpito la popolazione. In questo contesto di insicurezza la situazione economica del paese è catastrofica. Il Burkina Faso è un’enclave senza sbocchi marittimi. Il commercio ha subito un forte rallentamento. Gli scambi sono quasi impossibili con le zone occupate dai gruppi armati. Non si può neanche fare commercio con l’esterno poiché le frontiere sono chiuse. L’unica ferrovia è ferma. Le miniere industriali (6) che sono oggi i fornitori di impiego chiudono progressivamente, 4 di esse hanno già chiuso. La crisi tra Ucraina e Russia non ha sistemato le cose. Dall’inizio dell’anno assistiamo ad un aumento dei prezzi delle derrate alimentari o semplicemente alla loro rarefazione (carburante, pane, olio, gas..) C’è un tasso di inflazione dell’11%, superiore a quello del Mali, che è sotto embargo. La situazione è insopportabile per il cittadino medio che marcisce ormai nella povertà. Il sacco di mais che si vendeva tra 12000 F e 15000 fcfa si vende quest’anno tra 25000 e 35000 cfa a seconda dei periodi. Il sacco di spaghetti che si vendeva a 150 fcfa costa tra 350 e 400 fcfa. Il riso e l’olio hanno quasi raddoppiato (ho dovuto proibire il pane nella mia famiglia). Nelle zone occupate dai terroristi le popolazioni non hanno più cibo. I negozi hanno chiuso perché i commercianti non possono più approvvigionarsi. È lo Stato che porta loro i viveri con convogli scortati. Secondo il presidente nel suo ultimo discorso (di fronte ai partiti politici e alle organizzazioni della società civile) ci sono popolazioni che si nutrono di erbe. Lo ha constatato quando combatteva al fronte. È la seconda volta che il presidente tocca questo argomento. È dunque utopico parlare di sovranità alimentare. Se il 40 % del territorio è occupato dai terroristi, ciò significa che la stessa proporzione di territorio non è sfruttata. I popoli di questi territori essendo fuggiti. Molti avevano coltivato il terreno prima di partire, ma sono partiti prima del raccolto, lasciando talvolta anche il loro bestiame.

3.- Che cosa raccontano i media in Burkina Faso (radio, televisione, stampa)?

La situazione della sicurezza e quella politica occupano e sono oggetto di interesse di tutta la stampa. I dibattiti si focalizzano sugli attacchi terroristici, le strategie militari, le cause degli attacchi e le soluzioni da considerare. I media analizzano i cambiamenti di regime, la composizione del governo… I media investigativi rivelano ad ogni uscita casi di corruzione e frodi… Ma le loro critiche non portano grandi cambiamenti.

4.- Qual è il ruolo della scuola al livello educativo?

La scuola burkinabé è a un bivio. È oggi provato che la scuola burkinabé non è adatta alle necessità attuali. O meglio educa sempre meno. I bambini imparano appena a leggere e scrivere per cui la loro speranza è al massimo di lavorare nell’amministrazione pubblica. 2.106.000 candidati sono stati registrati nel 2022 per 6000 posti con funzione statale. In una situazione normale l’anno scolastico è disturbato dagli scioperi degli insegnanti o degli allievi stessi. Con la crisi della sicurezza la scuola è praticamente inesistente. Ci sono più di 4000 scuole chiuse.

5.- Puoi parlarci della situazione politica oggi molto incerta?

La situazione politica nel Burkina Faso è esaltante e drammatica. Nel 2014 la gioventù burkinabé era insorta contro un vecchio regime. Questa insurrezione ha posto fine a 27 anni di potere di Blaise Compaoré. Dopo una transizione nel 2015, un nuovo presidente è stato eletto: Roch Marc Christian Kaboré. Purtroppo Kaboré era molto vicino al vecchio presidente. Si era separato da Blaise Compaoré agli inizi del 2014 solo qualche mese prima dell’insurrezione. Nel suo governo non ha apportato nessun miglioramento. Malgrado ciò viene rieletto a fine 2021. Ma di fronte agli attacchi terroristici sempre maggiori e all’impossibilità di trovare una soluzione, il regime è stato rovesciato da un colpo di stato il 24 gennaio 2022 da militari comandati dal colonnello Paul Henri Sandaogo Damiba. La popolazione giovanile che aveva dato scacco a un colpo di stato durante la transizione del 2015, non reagisce contro questo colpo di stato. È rimasta indifferente. Ma in realtà Damiba ha beneficiato del sostegno degli uomini di Blaise Compaoré che attendevano un’occasione di rivincita. I putschisti avevano chiaramente spiegato la loro azione per il fatto che il presidente Roch Marc Christian Kaboré non era in grado di porre una soluzione alla crisi della sicurezza. Dunque la loro azione ha come obiettivo salvaguardare e restaurare il paese. Ma purtroppo dopo la loro presa del potere l’obiettivo principale è stato progressivamente abbandonato per un altro che era la riconciliazione. In questo slancio il presidente Damiba fa venire Blaise Compaoré che è condannato a vita in merito all’affare Thomas Sankara. I giuristi del diritto, i partiti politici, la gioventù del Burkina Faso e i cittadini desiderosi di giustizia non hanno tollerato questo fatto.. Il presidente ha commesso una grave azione e non gode più della fiducia del popolo. Compare in maniera maldestra sulla stampa al punto da apparire ridicolo. Il 26 settembre un convoglio di 207 camion che trasportavano rifornimenti di viveri sulla strada per Djibo è stato attaccato da gruppi armati di terroristi. Il bilancio: una trentina di soldati uccisi, civili uccisi e molti dispersi, veicoli e viveri incendiati. Secondo i testimoni, i militari che assicuravano la sicurezza del convoglio erano giovani sui 22 anni (appena usciti dal corso di formazione). Sui verifica una rivolta in ambito militare e un colpo di stato militare. Questa volta sono giovani capitani che rovesciano i colonnelli e portano al potere Ibrahim Traoré, un giovane capitano di 34 anni. Il colpo di stato dei giovani capitani viene applaudito. L’età del capitano, il suo grado, il suo primo discorso, il comportamento del suo predecessore e le condizioni della presa del potere rimandano al capitano Thomas Sankara. Ancor meglio, il giovane presidente nomina un avvocato che non nasconde il suo attaccamento ai valori “sankaristi”. Il presidente mantiene soltanto il suo stipendio di capitano mentre i ministri decidono di prendere soltanto metà del loro stipendio. Il mandato del deputato è gratuito. Mentre il governo rovesciato aveva raddoppiato lo stipendio dei ministri e gli emolumenti dei deputati non erano stati ridotti. Allora con i sacrifici di questo nuovo regime la speranza rinasce. La situazione della sicurezza ha causato ben due colpi di stato nel 2022 nello spazio di 8 mesi . (mio figlio, 9 mesi, ha conosciuto tre presidenti, mentre i Camerunesi della mia età ne conoscevano solo uno).

6.- Puoi parlare della sicurezza nazionale del paese in seguito alla presenza del terrorismo islamico?

Come annunciato nelle righe precedenti, il terrorismo ha preso piede in Burkina Faso. Più del 40% del territorio è occupato da gruppi di terroristi. Questa situazione ha causato la partenza forzata delle popolazioni verso le grandi città. Si chiamano Persone Spostate Interne (PDI) Il paese registra circa 2 milioni di PDI; significa che su 10 burkinabè 2 non dormono a casa loro. Secondo i specialisti della sicurezza, c’è una decina di gruppi terroristi che occupano il territorio. I più violenti decimano i villaggi, bruciano i raccolti, le case e le scuole e uccidono il bestiame. Fanno atti di sabotaggio sulle reti telefoniche, incendiano i commissariati di polizia e le brigate dei carabinieri. Per questo le popolazioni fuggono dai villaggi. Diversi attacchi vengono perpetuati sulle assi viarie talvolta con esplosivi artigianali, ma letali. Gli eletti locali e i rappresentanti dello Stato hanno abbandonato il loro posto. I gruppi terroristi impongono le loro leggi nei territori che occupano. Le popolazioni rimaste sul posto prestano loro vassallaggio sperando di essere lasciati in pace. I viaggi nelle zone occupate sono molto rischiosi. I simboli dello Stato sono inesistenti. Il 14 giugno 2022, 14 camion cisterna sono stati fuorviati da gruppi terroristi. È quindi chiaro che ci sono complici nei vertici dello Stato. Non esiste più una zona dove non ci siano focolai terroristi. La mia regione originaria, il sud-ovest che era una zona risparmiata, vede ora la presenza progressiva dei terroristi. Si sono istallati, hanno dato direttive e consegne in tre località (Il re della mia comunità – mio cugino – è stato rapito durante una visita al suo campo il 26 settembre. Da allora non abbiamo nessuna sua notizia). Il paese occupa il secondo posto nella classifica dei paesi più insicuri d’Africa. A livello mondiale occupa il 4° posto davanti all’Afghanistan, l’Iraq e la Somalia. Nel 2021 il paese ha registrato 207 incidenti terroristi ossia 2 incidenti ogni 3 giorni con un totale di 732 morti di cui la metà è costituita da civili. Nel 2021 si sono registrati 650 morti. 7.- Come reagiscono i giovani a questa situazione di pericolo pubblico? La gioventù burkinabé è sempre più delusa dalla politica. I programmi politici dei dirigenti non rispondono alle loro aspirazioni, per cui ci sono numerose manifestazioni e denunce. In questo contesto di terrorismo la gioventù burkinabé accusa, a torto o a ragione, la Francia di essere complice dei terroristi. Malgrado l’esistenza di basi militari in Burkina Faso e a un accordo di partenariato tra i due paesi, i terroristi assassinano sotto lo sguardo indifferente della Francia. La Francia è stata utile soltanto per il trasporto dei feriti nel momento degli attacchi. Perciò i giovani reclamano un partenariato rinforzato con la Russia e un suo intervento nella lotta contro il terrorismo. Le manifestazioni che chiedono l’intervento della Russia sono dovute ai risultati che quest’ultima ha ottenuto nel Centroafrica e attualmente nel vicino Mali. Molti intellettuali sospettano che la Francia sostenga i gruppi armati terroristi con lo scopo di aiutarli a creare lo stato dell’AZAWAD, che raggrupperà il nord-ovest del Niger, il nord del Burkina Faso e il nord-est del Mali. Queste zone hanno fama di avere un sottosuolo ricchissimo e in caso di indipendenza, la Francia avrà una preponderanza nello sfruttamento di queste risorse. La rivolta dei giovani riguarda anche la questione del franco CFA che oggi è screditato come una moneta nazista gestita dal tesoro francese.

Gaetano Farinelli

membro della segreteria di Macondo e redattore di Madrugada

Damien Farma

giornalista