Il sesso come motore di crescita umana
«Fa parte dell’opinione popolare sulla pulsione sessuale ritenere che essa sia assente nell’infanzia e che si risvegli soltanto nel periodo della vita che si definisce pubertà. Questo non è soltanto un errore banale, bensì un errore che comporta gravi conseguenze, perché è il principale responsabile della nostra attuale ignoranza sulle condizioni fondamentali della vita sessuale».
Opinione popolare e teoria freudiana
Con questa fondamentale citazione, si entra in ciò che ha reso rivoluzionaria la visione di Freud sulla sessualità. Non è infatti solo qualcosa che riguarda un individuo capace di procreare, in cui il corpo si sta attivando o è già maturo per svolgere una completa attività sessuale. La sessualità è una dimensione che riguarda tutto l’arco della vita, in cui il corpo è investito di desideri di contatto e di vicinanza, di senso di appartenenza e di calore. Il bambino non è esente da un’esperienza sessuale, intendendola come sperimentazione ampia di sé nella relazione con l’altro, e non ancorandola subito alla capacità riproduttiva dell’essere umano. Un concetto fondamentale che trova continuità nella teorizzazione di Freud è quello di libido, la cui accezione è molto più ampia rispetto alla sola sfera sessuale. Con questo termine Freud intende un’energia derivante dalle pulsioni e dagli istinti e che ha degli effetti sul comportamento umano, dirigendolo verso un fine specifico. Questo fine può essere principalmente di due tipi: il piacere, se alla base della libido c’è una pulsione legata alla vita (eros); oppure l’autodistruzione, se alla base della libido c’è una pulsione legata alla morte (thanatos). Freud porta moltissimi esempi per far comprendere che questa teorizzazione va ben oltre la sfera sessuale: il piacere lo si può trovare in tantissime aree della propria vita, anche in quelle riguardanti la basica sopravvivenza come bere, quando si è assetati, o mangiare quando si ha fame. L’autodistruzione può essere legata a tutte quelle dinamiche relazionali e quotidiane in cui si commettono sempre gli stessi errori e non ci si dà la possibilità di crescere o di cambiare i propri schemi.
Le fasi del desiderio/libido, nel processo vitale
I modi in cui questa libido si esprime durante il corso della vita dell’uomo sono molteplici e Freud li categorizza in base a quelle che lui definisce fasi dello sviluppo psicosessuale. Fin da quando si è neonati, secondo Freud, si sperimentano le pulsioni precedentemente descritte; qui approfondiremo perlopiù il ruolo di Eros, che guida la libido alla ricerca della sopravvivenza, del piacere nelle relazioni significative e nella scoperta del mondo intorno a sé. Le fasi individuate da Freud sono cinque. La fase orale, in cui il piacere si sperimenta attraverso la bocca. Basti pensare all’allattamento e a quanto sia importante per il neonato non solo per il nutrimento ma per la relazione. La fase anale, in cui il piacere è dato dalla possibilità di controllare gli sfinteri. Questa fase è solitamente associabile all’atteggiamento oppositivo del bambino che inizia a dire no a ciò che gli viene proposto, sperimentando la possibilità di affermarsi all’interno delle relazioni significative. Poter far sentire la propria voce e magari opporsi di fronte a ciò che viene proposto è un’importante fonte di piacere, poiché permette alla persona di definirsi di fronte all’altro, di essere presente e sentirsi efficace nella relazione. La fase fallica è legata alle sensazioni a livello genitale che, soprattutto tramite l’atto di urinare, iniziano a farsi chiare e definite. Questo focus sul genitale permette di sperimentarlo come luogo di interesse, elemento da scoprire, e questa curiosità è un atteggiamento fondamentale di apertura alla vita. Vi è poi la fase di latenza, dove il senso di pudore e vergogna iniziano a far sentire il proprio corpo come qualcosa che va protetto e salvaguardato, sede di novità imminenti che si svilupperanno con la pubertà, la quale apre all’ultima fase, quella genitale, in cui si raggiunge la maturità sessuale e si sperimenta una ricerca del piacere anche legata all’atto sessuale in sé. Freud spiega, però, che questo sviluppo della libido spesso non segue in maniera precisa questo schema: ci possono infatti essere dei blocchi dati da situazioni che non permettono di accedere all’area del piacere e che in qualche modo mettono in pausa questa ricerca.
La cura nei disturbi di ricerca del piacere
La psicologia e la sessuologia oggi raccolgono questa eredità che Freud ha lasciato e intervengono spesso dove la ricerca del piacere si blocca e ci si convince che non possa più far parte della propria vita. Si può pensare, ad esempio, ai vissuti depressivi, in cui trovare il piacere della vita, nelle grandi e piccole cose, sembra una sfida inaffrontabile. Oppure i cosiddetti disturbi del desiderio sessuale, in cui non ci si riesce più a vedere inseriti in una relazione sessuale e spesso c’è di base una fatica nell’aprirsi, in generale, alla sfera del piacere. Nella riabilitazione di chi vive queste storie, parte da Freud l’invito fondamentale ad allargare il modo in cui si guarda l’altro, a pensare che il piacere del corpo non può crescere se non è vissuto all’interno di un grande ventaglio che è quello dei piaceri della vita. Il bambino non cerca il piacere del corpo fine a sé stesso, cerca il piacere della relazione e, tutto ciò che fa, è volto a poter gioire di sé stesso all’interno del mondo. Freud è, per i clinici di oggi, memoria di un atteggiamento che sa vedere aldilà del sintomo e guarda all’interezza della persona, alla sua storia di benessere e malessere, alle sue relazioni e a quella continuità del processo di sviluppo psicofisico che conferisce senso alle esperienze attuali.
Giulia Ciclamini
psicologa e sessuologa clinica, esercita la libera professione nei suoi studi di Rovigo e Lendinara (RO), dove si occupa prevalentemente di adolescenti e adulti, sia nel setting individuale sia in quello di coppia o familiare.
Dopo un master quadriennale in sessuologia clinica con AISPA – Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata – sta continuando la sua formazione in psicoterapia presso il CPTF, Centro Padovano di Terapia della Famiglia.