Uno Stato ancora in rodaggio
Al controllo delle gomme ne compro una e ne pago due! La tecnologia costa! Esco dal box, salto sulla statale, rallento, accecato dal sole, in controluce. Al semaforo mi ferma Giuseppe Stoppiglia che mi passa le carte del controcorrente, dove annuncia la festa nazionale di Macondo, con il bando pubblico che recita Oltre i recinti del giusto e dell’ingiusto: in un campo senza sigilli ti incontrerò.
Percorro il viale alberato in direzione di Piazza dell’Unità. Non ci sono ancora bandiere, ma la festa è vicina.
Marco Opipari ha già pronta la memoria dei 150 anni di Unità d’Italia, che introduce il dibattito sull’identità italiana. Apre Walter Baroni che in Trasformazione senza progresso scrive che oggi la legittimazione politica non avviene tramite la Costituzione, ma attraverso la contrapposizione cittadini-immigrati. Segue Fabio Botto in Rinascimento e Risorgimento che riconosce nel primo la volontà determinata di costruire il possibile e negli uomini del Risorgimento il cinismo di chiudere ogni aspirazione dentro il dato di fatto. Chiude il monografico Giampiero Frasca che in Noi credevamo racconta le illusioni e le delusioni dell’Unità d’Italia.
Si lavora al maschile in scritture a confronto; Gianpaolo Anderlini per la Torà scrive: «Nella tradizione ebraica il maschile richiama il femminile in un rapporto di gerarchia e di diversità». Mohammed Khalid Rhazzali aggiunge che Dio, nel Corano, fa da punto di irraggiamento di un linguaggio al maschile, ma afferma la pari possibilità di uomo e donna per la salvezza. Elide Siviero per il nuovo Testamento conclude che maschile e femminile non sono dati contrapposti, ma modalità dialogiche della rivelazione di Dio.
Di qui passo in libreria, e ritiro la nota libri, di cui potete prendere visione anche voi, direttamente.
Ritorno di nuovo in strada e incontro Guido Turus a capo di un drappello di uomini che inneggia a Volontariato e cittadinanza attiva nei 150 anni di storia unitaria.
Accendo la radio e ascolto una riflessione forte di Fulvio Cortese L’emersione e la regolazione della cittadinanza attiva, che mette in evidenza le crepe degli interventi straordinari nei casi di calamità.
Non meno attuale il messaggio di Egidio Cardini, che ricevo sul mio cellulare: Marija di Srebrenica e l’occhio che pare cavato, oggi che nelle baracche di Roma sono morti bruciati quattro fratellini rom! Sulla mia destra un cartello annuncia A Pechino si mangia il maiale, firmato Fabrizio Panebianco: la Cina compra il debito dei PIGS (i maiali), anagramma da decifrare nella pagina della rubrica economia.
Ricompare la rubrica itinerari, dove Sergio Los con le parole chiave, comunicativa e strumentale, ci aiuta a Recuperare il senso della città.
Tutto bene, con quelle gomme che ho preso all’inizio posso arrivare Verso Gerusalemme, alle immagini di Marco Errico, un viaggio nel viaggio, non senza passare prima per la cronaca di Macondo e dintorni, che ti ricorda storie improbabili.