Prospettive

di Peruzzo Dilvo

Le sfide nella crescita

Il Brasile e la sua fisionomia

Il Brasile con i suoi 8.500.965 km2 è il quinto Paese più esteso del mondo, dopo la Cina, gli Stati Uniti, il Canada e la Russia. Ha un territorio che è 28 volte l’Italia. Confina con dieci dei dodici Paesi dell’America del Sud, con i quali vive in pace da 125 anni.

Nonostante abbia le condizioni per costruire armi nucleari, negli anni ottanta ha fissato un vincolo costituzionale che ne proibisce la costruzione. L’associazione del Mercosul, di cui oggi fanno parte il Brasile, l’Argentina, l’Uruguay, il Paraguay e il Venezuela, mira a stroncare il dominio degli Stati Uniti e a costruire un mercato di Paesi latinoamericani.

Con i Paesi dell’Africa, in ragione dell’arrivo di molti schiavi, i cui discendenti costituiscono una parte significativa della popolazione brasiliana, sta rinsaldando relazioni di appoggio culturale e di sviluppo agricolo.

Il tesoro dell’energia

Il sottosuolo brasiliano conta una vasta gamma di minerali, come ferro, bauxite, oro, uranio, manganese, petrolio e gas. L’esportazione di minerale di ferro, soprattutto in Cina, inizialmente produce poco valore, ma successivamente questo minerale ritorna in Brasile sotto forma di binari per le ferrovie, di macchinari e di altri utensili, con un valore aggiunto ben maggiore. Il Paese è un grande produttore di cellulosa, ma importa carta per stampare i giornali.

Le fonti di energia fanno del Brasile un Paese privilegiato. Dispone di fiumi che generano energia idrica come nessun altro paese al mondo. Ha una grande riserva di uranio e la tecnologia per generare energia atomica. Negli ultimi anni sono state scoperte grandi riserve di petrolio e di gas sotto il fondo marino. Il Paese dispone della tecnologia per l’estrazione dei giacimenti di petrolio cinquemila metri sotto la superficie del mare.

La ricchezza del territorio

Il territorio brasiliano non è soggetto a terremoti e cicloni. Il suo clima temperato e tropicale, con un rilievo quasi completamente sotto i mille metri diàaltitudine, con più del 10% di acqua della Terra, con la maggiore foresta tropicale del mondo, l’Amazzonia offre condizioni favorevoli per la produzione agropecuaria. Il Paese sta diventando uno dei maggiori esportatori di soia, miglio, caffè, cacao, carne bovina e suina e di pollame del mondo. Grande produttore di riso, oltre al grano produce praticamente tutti gli alimenti di cui necessita.

Una delle sfide da affrontare è la concentrazione della terra nelle mani di grandi proprietari che producono con agrotossici e transgenici, che devastano foreste ed entrano in conflitto con indigeni e con piccoli agricoltori.

I piccoli agricoltori stanno creando associazioni e cooperative per la produzione organica con attenzione ecologica. Gran parte dei «leaders» tra i piccoli agricoltori sono stati originati dalla formazione che la Chiesa cattolica ha stimolato attraverso le Comunità Ecclesiali di Base.

Le contraddizioni economiche e sociali

L’economia brasiliana è la settima del mondo, con tendenza a diventare la quinta tra alcuni anni. La sua produzione industriale è la quinta al mondo. Ci sono buone prospettive all’orizzonte per crescere ancora. La disoccupazione attuale è del 5,2%. Il mercato interno conta su 200 milioni di abitanti, dei quali un quarto ha meno di 15 anni. Negli ultimi undici anni 42 milioni di persone in condizioni di miseria sono ascesi alla classe mediobassa, attraverso posti di lavoro, aiuti governativi e sussidi per studiare nelle università. Negli ultimi settant’anni la popolazione si è quadruplicata. Nel frattempo è urgente superare il ritardo nell’infrastruttura dei trasporti, la bassa produttività della manodopera, la corruzione nella politica e l’elevata tassazione erariale dell’attività economica, la stringente disuguaglianza sociale.

La quantità di omicidi in Brasile è allarmante, quasi 40.000 ogni anno. Il 93% delle vittime sono uomini giovani tra i 18 e i 24 anni.

Dinamismo e contraddizioni della politica e dei movimenti sociali

La politica brasiliana, dopo una lunga dittatura,àè formalmente in piena attività democratica, con quasi 120 milioni di elettori e 32 partiti politici. I presidenti della repubblica degli ultimi 20 anni sono un sociologo esiliato dalla dittatura militare, un operaio leader sindacale arrestato dalla dittatura e una donna ex-guerrigliera. I due ultimi Presidenti hanno contribuito a combinare la crescita economica con la distribuzione del reddito alle classi sociali subalterne. Il Paese è nella condizione di crescere molto, ma le forze conservatrici bloccano la costruzione di un progetto nazionale che unisca crescita economica e giustizia sociale.

Movimenti sociali di differenti matrici crescono e si consolidano nel Paese. Nel giugno 2013 milioni di brasiliani hanno fatto grandi manifestazioniànelle città per protestare contro l’aumento dei biglietti per il trasporto pubblico. In seguito si sono scatenate forti manifestazioni per il miglioramento dei servizi sanitari ed educativi e contro la violenza e la corruzione.

Nuove identità, le più diverse, sorgono, si consolidano e aprono spazi per la propria affermazione. Cresce, anche se lentamente ma solidamente, un impegno per un domani pluralista e per una politica e una democrazia economica che ascoltino le voci di coloro i quali non hanno voce.

Dilvo Peruzzo, sociologo università statale di São Paulo