Odore di stalla

di Langer Alexander

A Langer piaceva scrivere qualche piccola poesia. Spesso in tono scherzoso.
Ne è un saggio il «verbale di interrogatorio» intitolato Odore di stalla, inviato alla rivista universitaria sudtirolese skolast. È un arguto confronto tra i pregiudizi ideologici mossi contro di lui dalle autorità scolastiche di stampo conservatore quando insegnava al ginnasio-liceo classico Walther von der Vogelweide, e qualche anno
dopo dai dirigenti progressisti dell’Associazione studenti sudtirolesi, che lo avevano convocato nella loro sede per un chiarimento sulla politica della sinistra. Odore di stalla è un bell’esempio dell’arte letteraria di Langer.

È vero che lei si oppone a ogni autorità?
ed è esatto che lei giudica le leggi e i divieti
come intollerabili costrizioni?
ci è stato riferito che lei abusa del suo ruolo di
insegnante per sedurre gli studenti, almeno dal
punto di vista intellettuale
le convinzioni tradizionali, per noi sacre, per lei
non valgono niente?
nelle menti dei suoi allievi lei non fa che
seminare confusione, sicché non sanno più
distinguere che cosa è bene e che cosa è male
lei capirà che siamo preoccupati per i nostri figli,
vada a insegnare altrove, perché proprio qui da
noi?

voce preoccupata del consiglio dei genitori,
guidato da un commerciante dei Portici e da
un avvocato,
quando nel 1973 si decretò il mio ritorno a
Bolzano
nel vostro onorevole ginnasio di destrorso
indirizzo
e la cosa non sembrò più evitabile

solo due domande non osarono porre
apertamente,
benché fossero ben stampate sulle loro fronti:
«la sua vita sessuale è deviante?»
«crede in dio?»
(per deviante si intendeva dissoluta
e la risposta kosher [ebraicamente pura]
alla seconda domanda
avrebbe dovuto essere «sì»).

è vero che bazzichi i conservatori e la chiesa?
ed è vero che vuoi spezzare l’unità della
sinistra?
ci è stato riferito che abusi del tuo influsso
politico come forma di seduzione, almeno
ideologica
le idee tradizionali, per noi sacre, non
avrebbero nessuna importanza per te?
e nelle menti delle masse non fai che seminare
confusione, sicché non sanno più distinguere
che cosa è bene e che cosa è male
capirai che siamo preoccupati per i nostri
compagni
non puoi portare scompiglio altrove, perché
proprio qui fra noi?

così parlò il comitato delle sinistre unite
preoccupato
riunito nella redazione di «skolast»,
quando nel 1987 si parlò di verdi, conservatori,
di uscita dal sindacato
e di altro ancora
e la cosa non sembrò più rimediabile.

solo due domande non osarono pormi
apertamente,
benché fossero ben stampate sulle loro fronti:
«la tua vita sessuale è deviante?»
e «credi in dio?»
(per deviante intendevano casta
e la risposta kosher [ebraicamente pura]
alla seconda domanda
avrebbe dovuto essere «no»)

la sentenza di entrambi i processi era già stata
scritta
nelle loro gazzette,
ma una differenza c’era:
nel tribunale del popolo
ci si dava del tu.