Macondo e dintorni
1 maggio 2014 – Semonzo di Borso del Grappa (Tv), chiesa parrocchiale.
Prima comunione. Quattordici ragazzi e ragazze entrano nella chiesa in penombra, vestiti di bianco. Uno di loro resta in fondo sulla porta, in attesa del battesimo. I musicisti stanno sugli strumenti, la maestra di canto dà il segnale.
Il sacerdote don Giuseppe invita i comunicandi sull’altare, le mamme sono emozionate, i papà si soffiano il naso.
Ora i ragazzi raccolgono nella memoria e pronunciano l’incipit della Genesi: bereshit bara eloim, poi tutti cantano.
S’accendono i lampi delle macchinette, su tutti e su ciascuno mentre riceve Gesù. Un lungo battimani dopo gli ultimi canti, i ragazzi abbracciano i genitori e i nonni, si lasciano accarezzare e poi sciamano fuori porta e si dileguano per le vie del mondo. Sono ragazzi e ragazze di Paese (Treviso), che frequentano la scuola steineriana.
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17 maggio 2014 – Belluno. Matrimonio di Laura Liina e Paolo Paramatman, due nomi, due riti: rito cristiano e rito ananda marga celebrato da Dada Krisna nella villa Buzzati, all’interno del granaio adibito per l’occasione per il rito e poi la festa nel grande parco. Evento straordinario per la concelebrazione del matrimonio su due riti. Forti le parole di don Giuseppe sul ruolo e la relazione uomo-donna, che rompe i cliché ai quali siamo abitanti nella nostra cultura ancora maschilista. Poi tutti gli invitati salgono in malga per il pranzo di nozze.
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24 maggio 2014 – Rosà (Vi). Nella chiesa parrocchiale di sant’Antonio Abate la coppia di Dora e Rino Bonato celebra il cinquantesimo di matrimonio assieme a figli e nipoti. Gli sposi avanzano lentamente verso l’altare, attorniati dai nipoti, un coretto accompagna la cerimonia con canti italo-brasiliani. Il sacerdote, giocando sulle parole, invita alla riflessione sul senso del matrimonio e sul ruolo degli sposi. La famiglia come luogo educativo in cui il padre mette i confini a tutela del luogo e la madre educa ai sentimenti. Con voce commossa gli sposi d’oro rinnovano le promesse e gli impegni del sacro vincolo.
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24 maggio 2014 – Bologna. Quinta edizione de «La Skarozzata», iniziativa finalizzata all’inclusione sociale e coerente con l’art. 30 della Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità. L’evento, organizzato da Macondo Suoni di Sogni, è consistito in una passeggiata di gruppo nel centro storico di Bologna, su carrozzina o qualsiasi mezzo non a motore come passeggini, tricicli, monocicli, rollerblade e skateboard: è stata infatti messa a disposizione per tutti i soggetti abili una quarantina di carrozzine, allo scopo di far provare alla cittadinanza cosa significa per un disabile muoversi in città. Ospite d’eccezione è stato Alessandro Bergonzoni.
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25 maggio 2014 – Milano. Incontro con padre Giuseppe Bettoni della parrocchia Santa Maria all’Incoronata in casa di Benito e Valeria Boschetto. Siamo arrivati a Milano in treno; alla stazione è venuta Chiara a prenderci, per poi accompagnarci da Benito e Valeria, per incontrare il nuovo parroco della parrocchia da loro frequentata. Il servizio svolto dalla parrocchia non è più solo una distribuzione dei sacramenti a una comunità eterogenea, ma è pure luogo di risposta ai bisogni e ai sogni delle persone; altrimenti la sua funzione si insterilisce e muore. In questo modo il parroco assurge a figura che partecipa alla vita complessa della comunità umana.
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29 maggio 2014 – Nove (Vi). La scuola d’arte di Nove riceve il signor Jafeth Gomez, pittore colombiano. Questo è il primo di una serie di incontri preparati per Jafeth Gomez, ospite di Macondo, che si trattiene in Europa oltre la festa.
È organizzato dalla professoressa Stefania Bortoli. L’interesse degli alunni è immediato, anche perché interessati al soggetto e alle modalità della pittura.
Abbiamo poi modo di conoscere all’interno della scuola alcune professoresse, che con passione introducono i ragazzi all’arte e insieme a tradurre in manufatti d’arte i pensieri e gli ideali che attraversano la nostra società, la nostra cultura e il loro cuore.
Segue poi l’incontro organizzato dal capo scout Marco Lunardon con i ragazzi scout di Bassano, che prima ascoltano la relazione di Jafeth e poi a gruppi sviluppano un tema loro assegnato e ciascuno coglie con forme e colori diversi il rapporto con la natura.
Jafeth prima di lasciarci partecipa a un’ultima serata con i giovani di Rossano Veneto, guidati da Christopher e Davide, che ascoltano con interesse la relazione di Jafeth che parla del suo paese, la Colombia, e del come svolge la sua attività di pittura e di militante sociale in difesa della Pacha Mama, la Madre Terra, che compare spesso nella sua opera; in ricordo dell’incontro, i giovani hanno voluto acquistare assieme un quadro dell’autore che rappresenta la Madre Terra.
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31 maggio 2014 – Bassano del Grappa (Vi). Festa di Macondo all’Istituto Graziani. Tema del convegno di sabato: In una terra di fuggiaschi, chi cammina in direzione contraria sembra un fuggitivo.
Il tema suggerisce le figure del profeta e dell’educatore, che hanno il compito di leggere il presente e individuare una strada possibile, mostrare i pericoli e illuminare le speranze. Carlo Freccero conduce la sua relazione sui mali della società nostra: l’individualismo, il consumo del presente a scapito del futuro, l’invadenza del concetto di maggioranza che non rispetta le voci delle minoranze, l’indifferenza delle nuove generazioni ai temi della politica. Marco Marzano contesta un visione negativa del presente e in particolare sui giovani spende una parola di riscatto, dispiaciuto di non poter direttamente rispondere al primo relatore. Eva Pattis Zoja racconta l’esperienza sua in Colombia e la cura dell’infanzia attraverso strumenti poveri e gratuiti, l’uso della sabbia come terapia. Bepi de Marzi ci introduce al buon canto religioso, nel rispetto delle parole e del ritmo. Conclude la serata Paolo Hendel che propone la figura del primo cittadino, che ha una parola per tutto e per tutti, dimenticando il flusso del tempo e della storia. Numerosa come sempre la presenza del pubblico, che segue con interesse le relazioni e poi si ferma sotto la notte stellata a commentare le cose dette e a pizzicare le cose buone del buffet preparato dal Gruppo Tonel.
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1 giugno 2014 – Bassano del Grappa (Vi). Convegno-Festa di Macondo, seconda giornata. Tema: Se ne va il più debole e chi resta è la menzogna. La giornata è buona. Nel cortile dell’istituto i gazebo sono aperti. Sotto la tenda, i tavoli sono predisposti e ricoperti delle masserizie che ogni associazione porta con sé assieme a dépliant e voci varie. La sala dell’auditorium si sta riempiendo.
Stiamo aspettando i Picarielli che hanno dormito in città. Dopo la loro performance di canti e danze, il presidente apre l’incontro dei testimoni e introduce la prima testimone, Margherita Pascucci, reduce dalla Palestina dopo un anno di permanenza tra Betlemme e Gerusalemme, dando lezione presso un’università palestinese. Ha partecipato a manifestazioni di pace organizzate da movimenti non violenti in Palestina, ha sentito la pressione sotto cui vive la popolazione palestinese, ha subito frequenti controlli e da ultimo rispedita in Italia come ospite non gradito. Prende la parola il frate francescano Firas Lutfi, siriano, e racconta i guasti della guerra civile in Siria, che ha peggiorato la situazione non solo dei cristiani, ma della popolazione tutta, aumentando il clima di sospetto e di violenza. Maria Goretti Gahimbare viene da Maheba nello Zambia, presidente dei rifugiati burundesi fuggiti dalla guerra in Rwanda. Racconta la interminabile fuga attraversando il Congo, Angola e sconfinando poi in Zambia dove hanno trovato accoglienza e dove vivono in una perpetua condizione di rifugiati, senza diritto di cittadinanza. Vorrebbero tornare al loro paese, ma le condizioni politiche non lo consentono e andrebbero incontro a soprusi e umiliazioni.
Roberto Bezzi è un educatore e lavora all’interno del carcere di Bollate Milano, in un’esperienza nuova di relazioni e attività assieme ai carcerati, per riscoprire autonomia, libertà e responsabilità, dentro gli spazi di una creatività che non sopporta maglie. Alganesh Fessaha viene dall’Eritrea, abita a Milano, è medico, ma la sua attività si svolge in ambiti pericolosi, per liberare gli eritrei (dalle mani dei sequestratori)che sfuggono dal loro paese dominato dalla dittatura e cadono in nuove insidie, in mano di uomini senza scrupoli che li sottopongono a torture per avere il riscatto dei parenti o li finiscono mutilati degli organi vitali in vendita presso commerci clandestini.
Conclude Jafeth Gomez. Siamo oramai alle due del pomeriggio; l’assemblea è stanca, ma tiene. Molti sono usciti per respirare o portare i piccoli a mangiare.
La Colombia è un paese grande, con una situazione sociale e politica in transizione, liquida, difficile, tra guerriglia e scontri e popolazioni intere che emigrano in cerca di zone tranquille, sfuggendo ai conflitti. Durante la mattinata i Picarielli sono intervenuti ancora con canti e danze coinvolgendo i presenti e risvegliando il pubblico.
Dopo il pranzo, due passi in giardino a visitare i banchetti delle associazioni, poi la messa. Momento suggestivo l’intronizzazione del vangelo, portato verso l’altare nelle mani del sacerdote da una ragazza danzando e una donna accanto che modula una canzone popolare, a voce spiegata, quasi di gola e di naso, accompagnata dalle nacchere e dall’organetto. Durante la messa la scuola di musica di Pove ha accompagnato con i canti i momenti salienti del rito, che il celebrante offriva a fedeli.
Poi nel secondo pomeriggio un evento speciale: i percussionisti formati da bambine, bambini e adulti hanno fatto l’ingresso nella sala grande ad aprire lo spettacolo del mago Hermy: spettacolo nello spettacolo. Poi al momento della magia della donna che si sottopone alla macchina dello squartamento con spade e segoni, il presidente ha avuto un breve malore, non si sa se per telepatia, autosuggestione, disidratazione, autocombustione, raccolta di firme. È intervenuta l’ambulanza per il viandante in sosta. Il mago ha concluso lo spettacolo tra i battimani dei presenti, che si sono trasformati prima in sirene, poi in canne di bambù che fischiavano, infine bandierine e tortore che galleggiavano contro il soffitto. E qui si chiudeva la festa numero 26 di Macondo, mentre il presidente ritornava nella sua casa natia.
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6 giugno 2014 – Pisa. Su invito del Consiglio generale CISL Giuseppe Stoppiglia è invitato a parlare sul tema Partiamo dai giovani, che significa partire dal futuro e non solo dalla soluzione immediata del presente. I giovani non sono il nostro futuro, ma sono il futuro.
In questo senso il sindacato non ha solo il compito di rispondere ai bisogni, che sono immediati, ma aprire e ascoltare le voci nuove, che offrono speranze e non solo sogni e che aprono alla solidarietà e insieme alla responsabilità. Valori che vanno tradotti e non solo enunciati.
Nella spaccatura esistente tra generazioni, i vecchi e i giovani, ricostruire solidarietà e responsabilità è una grande sfida.
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9 giugno 2014 – Verona. Direttivo della Cattolica Assicurazioni. C’era stato un primo incontro, concluso all’osteria Piangrande; oggi invece l’incontro è nella casa di campagna di Gianni Dussin, che è un poco l’anima, il cuore del gruppo, anche se già pensionato. Apre la conversazione il responsabile sindacale della Cattolica Assicurazioni, poi prende la parola Giuseppe: Non dire mai che sei arrivato; ovunque sei un viaggiatore in transito. Chi pensa di essere arrivato (era questo il tema) diventa facilmente un integralista. Il sindacato nato e formatosi con la struttura del fordismo, oggi con l’avanzata del virtuale e del digitale dovrà adeguarsi a una struttura più leggera; ma insieme dovrà ritrovare il senso del suo essere e operare. Non è sufficiente il benessere come obiettivo, ma bisogna cercare un senso ulteriore.
Non è sufficiente la domanda di salario per il consumo, ma è necessario scoprire la dimensione della spiritualità, che non significa religione, ma comporta centrare i programmi non tanto sull’economia che è strumento, ma sulla relazione, che mette al centro la persona umana, altrimenti prevalgono lo spread, le borse, la finanza, il risparmio sulla spesa e la minaccia di nuove elezioni, risolutive! * * *
10 giugno 2014 – Montegrotto Terme (Pd). Direttivo della FNP Emilia Romagna. Il nostro presidente è invitato al direttivo regionale dal segretario Loris Cavalletti, che gli affida la direzione dei lavori. Tema dell’incontro Essere sindacato pensionati in un mondo in vorticoso cambiamento, che se pensi al passo incerto che l’età comporta, pare un titolo velatamente ironico. Ma si sa che cuore e mente non hanno età. Uno dei problemi subito evidenziati dal convegno è il costo dello stato sociale (welfare), che esige risparmio, riduzione dei costi ecc; ma questo non risolve il problema se non si mette al centro solidarietà e responsabilità, che sono valori astratti, se non si trova, se non si inforca (don Camillo è l’esempio del come inforcare la bici, Peppone la pipa) il sentiero, la strada giusta, su cui camminare e costruire nel quotidiano i valori, che possono configurarsi in realtà solo se al primo posto si mette l’uomo, la persona in relazione e non il progresso, la finanza, il consumo, ecc. A Stoppiglia viene assegnato il tema Mettere al mondo i valori. L’opera da mettere in moto oggi, è quella che già Socrate predicava, la maieutica, che è il lavoro delle ostetriche, di mettere al mondo la vita nuova.
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15 giugno 2014 – Pove del Grappa (Vi).
Due eventi in questa domenica di giugno: la visita di don Giuliano Zatterin, che rientrava dal Brasile, dopo dieci anni di permanenza in Bahia, nella zona di Caiteté, paese del sertão; e si combinava, come in un gabinetto chimico, il desiderio di lui di riprendere i contatti con il nostro paese e la curiosità nostra di ricordare paesi che abbiamo conosciuto nei nostri viaggi in Bahia. Il secondo evento è stata la prima messa di don Andrea Zanchetta, che aveva intrapreso la strada del sacerdozio dopo la laurea in architettura. La chiesa gremita e festosa, un sacerdote anziano racconta di don Andrea e del futuro che lo attende, il coro canta sotto l’alterna direzione dei maestri di canto; dopo la messa moltissimi si sono fermati al pranzo, offerto dalla parrocchia, che ha creato un clima paesano e gioioso. Uno tra la folla, prima di bere ha gridato: bacio; poi, nel silenzio generale, ha chiesto scusa, aveva perso l’invito di nozze.
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18 giugno 2014 – Venezia. Don Adriano Cifelli, Gaetano, Giuseppe e Stefano partono per Sarajevo, per adempiere a un impegno preso con il vescovo di Sarajevo, monsignor Pero Sudar, nostro ospite lo scorso anno a Bassano del Grappa. Ci ha ricevuti nella scuola della diocesi, aperta ai cristiani e ai musulmani senza distinzione di religione; la scuola di Sarajevo fa parte di un complesso di scuole della diocesi, distribuite sul territorio; si qualifica per la serietà dell’insegnamento, il rispetto dell’autorità scolastica e dell’istituzione e per la pulizia. Durante la cena offerta dal vescovo, don Pero Sudar ci ha parlato della situazione politica e religiosa, le difficoltà dei cristiani in Bosnia oggi, la paralisi politica e la crisi sociale che premono sul paese. Il giorno dopo siamo andati a Srebrenica, al Memoriale di Potočari, dove ogni anno si ricordano i morti del genocidio compiuto dai serbi e si seppelliscono i cadaveri riesumati dalle fosse comuni e riconosciuti dai parenti delle vittime. Abbiamo pranzato all’albergo di Dule, uno dei sopravvissuti al genocidio e che ha lasciato il posto al figlio giovane. Dule è mancato quest’anno; per Macondo e per quanti di noi hanno frequentato in questi anni la Bosnia era un testimone importante della storia dell’ultima guerra, del genocidio, che solo lui sapeva raccontare. Breve visita alle donne del gruppo Srebrenica ’99. Non poteva mancare la visita a Mostar e al suo ponte, simbolo di un’unità spezzata dall’odio e dall’ignoranza. Abbiamo rivisto alcuni amici, Luca Bonacini che viveva a Sarajevo con la famiglia e Vikica, che lo scorso anno è stata per noi interprete preziosa della città e della sua storia. A Sarajevo è stata riaperta la Biblioteca nazionale di Bosnia ed Erzegovina, che i serbi avevano bombardato, distruggendo un patrimonio culturale di libri e di storia non più recuperabile.
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21 giugno 2014 – Bologna. Lo stand Macondo Suoni di Sogni, presso la festa dell’Unità Reno-Porto-Saragozza, ha ospitato fino al 14 luglio band, gruppi musicali, giovani artisti e scrittrici che si sono alternati sul palco nell’ottica della condivisione e del divertimento «positivo»: il banchetto dell’artigianato brasiliano ha incassato offerte libere che sostengono i progetti e i servizi di Macondo Suoni di Sogni presso la favela di Fortaleza.
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25 giugno 2014 – Valstagna (Vi). Il presidente di Macondo ha invitato il comitato della festa a un momento di verifica della Festa nazionale all’osteria Piangrande, sulla strada che da Valstagna sale a Foza. È stato evidenziato il calo di presenze che, pur non avendo compromesso l’iniziativa, invita a un cambio di rotta o quantomeno dello schema con cui abbiamo lavorato in questi ultimi anni. È seguita la cena, a rallegrare gli animi e a socializzare le opinioni.
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5 luglio 2014 – Pove del Grappa (Vi), Conca d’Oro. Festa di matrimonio di Gianni Castellan e Michela Menegon.
Santa messa durante la quale gli sposi hanno ricevuto la benedizione del sacerdote e si sono scambiati la fede reciproca e il pegno d’amore, gli anelli che una nipotina ha portato sull’altare. Dopo anni di convivenza, Gianni e Michela hanno deciso di dare conferma pubblica e istituzionale al loro patto di amore.
Poi i cuochi e camerieri hanno servito la cena, mentre la musica suonava, accompagnava il canto di professionisti e di cantanti improvvisati, dava l’avvio alla danza di alcune coppie e apriva un conflitto con i convitati che ai tavolini tentavano una conversazione improbabile e perdente.
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19 luglio 2014 – Campinas, Brasile.
Lo scrittore ed educatore Rubem Alves muore all’età di anni ottanta. Era stato ricoverato il 10 giugno nel Centro Medico di Campinas (stato di San Paolo del Brasile). È stato ospite di Macondo nel novembre 2006 e nel maggio 2007 per la festa nazionale. Ha scritto l’introduzione al libro Piantare alberi, costruire altalene del nostro presidente Giuseppe Stoppiglia. È autore di molti libri, di teologia, pedagogia, favole, sulla bellezza.
Nel 2011 l’avevamo poi incontrato l’ultima volta a Campinas, nella sua casa, e aveva fatto per me e Stefano un viaggio rocambolesco, di ritorno da un convegno pur di non mancare all’incontro che avevamo fissato a suo tempo. Poi avevamo pranzato assieme in un ristorante vicino. Mi resta la sua immagine sorridente, anche se già sofferente nella malattia. Una delle figlie di Rubem, la signora Raquel, in risposta al nostro biglietto di condoglianze così rispondeva: «Prezado Gaetano, sou a Raquel, filha do Rubem. Ho gradito molto le sue parole.
Rubem ha lasciato un grande vuoto. Ma ci lasciato pure un’eredità di parole e di insegnamenti molto grande. Se avrà l’opportunità di una visita in Brasile, sarà il benvenuto nell’istituto Rubem Alves.
Io sono la presidente e la mia missione è quella di perpetuare l’opera e l’eredità lasciate da mio padre, cercando di migliorare il mondo in cui viviamo.
Qui abbiamo la collezione completa delle sue opere, insieme a tutta la storia della sua vita. Mio padre aveva riportato, da una sua visita in Italia, delle foglie di una pianta di cachi; (la mia domanda è) se è stato lei che ha portato mio padre a conoscere quell’esemplare di pianta di cachi, proveniente dall’albero sopravvissuto al bombardamento di Hiroshima? Mio padre parlava molto di quella pianta di cachi. Cordialmente, Raquel».
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23 luglio 2014 – Trento. Rosita Kratter si laurea in economia. Il cortile della facoltà si riempie di ragazzi e ragazze.
Le laureande sono eleganti, attillate, alcuni dei ragazzi hanno acquistato l’abito della festa oggi stesso, altri portano i pantaloni della domenica. Le ragazze sono truccate, appena uscite dalle mani della massaggiatrice e della parrucchiera, come spose il giorno di nozze. Poi tutti entriamo nella Sala Rossa per la proclamazione. Rosita porta una gonna verde chiaro, semplice. Dietro il tavolo della presidenza sta la commissione di laurea. Due parole del presidente, che introduce il direttore del giornale locale, che racconta del futuro che attende i laureandi, le sfide e le paure, i lavori precari, gli azzardi, ma di andare sempre, nel rispetto della voce altrui. Poi lo speaker convoca uno a uno e a gruppi i laureandi. In nome del magnifico rettore ciascuno e tutti vengono proclamati dottore in economia. Poi ciascuno passa davanti alla commissione. Anche Rosita stringe la mano al presidente e ai commissari, respira, felice di aver raggiunto un traguardo, che è costato tempo e fatica. E il viaggio per il tirocinio in Australia e l’anno di studio in Finlandia.
Alla proclamazione ci sono i genitori di Rosita, gli amici e c’è Andreas. Evviva, felicità! .
Gaetano Farinelli ha collaborato Lisa Frassi