Dilatare lo spazio
Un inatteso, imprevisto, impensato viaggio in Africa, che scardina la trama regolare di impegni, scadenze, giorni uguali. Uno stacco radicale, netto. Un’esperienza intensa, densa, tesa. Il viaggio è una dilatazione improvvisa dello spazio, dei punti di vista, dei contatti. Delle percezioni e dei pensieri. Per chi legge questi messaggi dal punto immobile in cui trascorre la vita di sempre, è un’occasione per dilatare altrimenti lo spazio, per vie diverse, con il pensiero, con la forza dell’immaginazione, connettendo volti, sentimenti, percezioni in una rete di significati che pulsa di speranza. Di bellezza.
Il confronto è fra due viaggi, due orizzonti in cui albe e tramonti sono generati dagli stessi fenomeni e osservati da un’unica umanità.
Il dialogo si dipana via Whatsapp, poche righe, di giorno in giorno. Registra lo stordimento, la sorpresa, la gratitudine.
Gennaio 2019, Kenia
Eppure r-esisto. Occhi neri. Grandi. Il piccolo Peter. La piccola Juni. Poi John. Volti d’Africa.
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Nyaururu. Nord del Kenia. Comunità di St. Martin e dell’Arche. Entrare in punta di piedi e semplicemente osservare. E sentirsi accolti. Ovunque. Col sorriso…
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Visitare bambini, donne, scuole, operatori sociali, e capire che le differenze si possono affrontare dal basso, a partire dai legami di relazione. Lo stupore è in ogni luogo.
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Rientro stasera da Nairobi, lascio spazi di cielo enormi, luce brillante che quasi acceca e gente, gente, tanta gente che sorride…
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Rientrata a casa. Le domande dei miei figli che mi chiedono e mi trovano diversa. Io, privilegiata di aver conosciuto questo sguardo d’Africa. Torno con occhi più grandi e allargo le braccia per includere l’intera vita.à(ps)
Nei giorni del viaggio, in chi resta a casa.
Proprio ora, ma in un altro luogo (la vita che ricomincia presto, in un villaggio in Kenia; un’alba incerta di gennaio, su un poggio in Toscana). Proprio qui, ma in un’altra stagione, in un’ora diversa (avvolto dal frinire delle cicale nel meriggio d’agosto; immerso nel profumo dei fiori d’acacia, in una sera d’aprile). Il desiderio moltiplica i nostri dove, i nostri quando. I nostri con chi.à(ap)