Macondo e dintorni

di Farinelli Gaetano

20 febbraio 1998 – Venezia. Sono arrivate da Parigi due brasiliane, provenienti da San João de Meritì, ospiti dei Pensionati della Cisl Regionale e di Macondo. Un progetto educativo che è sorto nella periferia di Rio de Janeiro e lega la comunità di San João de Meritì con il Sindacato dei pensionati. Si fermano a Venezia, poi saranno ospiti a Siena presso Egidio Grande ed infine a Roma. A Parigi hanno seguito un corso di aggiornamento pedagogico.

21 febbraio 1998 – Bassano del Grappa (Vicenza). Nella chiesa affollata di parenti, amici e curiosi, accompagnati dal canto del coro, nella luce che illumina gli affreschi del soffitto, dietro i riflettori che sciolgono le penombre ed eliminano, ahimé! le pieghe della complessità, sulle parole del sacerdote che citando Agostino illumina il passato della memoria, il presente della contemplazione ed il futuro dell’attesa, si sposano Raffaella Polo e Alberto Bordignon. Partono per la Sicilia, corrono tra gli aranceti, scendono sulla piana dei templi, si immergono nella penombra di Monreale, si soffermano coraggiosi tenendosi per mano sulla bocca dell’Etna. Tutto il resto è poesia.

26 febbraio 1998 – Pove del Grappa (Vicenza). Il gruppo giovani continua nella sua attività di incontri sul tema Gli esclusi della globalizzazione. Parla Gerson José da Silva Guimaraes, brasiliano residente in Italia. La riunione si tiene presso il centro diurno di Pove: è notte non fonda, introduce Baldassare Zanchetta, per gli amici Balda lo Sposo, che pare convoli a nozze a giugno con la Chiara Cucchini di origini marinare (naturalmente la Sposa).

27 febbraio 1998 – Pezzoli (Rovigo). Vivere con i figli nella comunità cristiana. Don Giuliano ha organizzato una serie di incontri nella parrocchia cui ha invitato, in qualità di relatore, il nostro Presidente. Non è facile affrontare un tale argomento, in quanto la parrocchia è attraversata da un elenco di ruoli, di impegni e di persone che svolgono una congerie di attività, che mai collimano con gli spazi angusti della parrocchia. Per cui la parrocchia dovrebbe annunciare il vangelo ai quattro venti senza fermarsi alle brezze di Pezzoli. Ed i figli sono figli del mondo o comunque sono attraversati da paternità che vanno ben oltre la pietra miliare che l’operatore ecologico di Pezzoli non può superare.

2 marzo 1998 – AbanoTerme (Pd). Continua l’iniziativa del gruppo di Padova, sul filone dell’Utopia dei diritti. Il tema di questa sera sarà: Diritto alla crescita; l’esperienza di un gruppo di insegnanti in Ciad. La formazione chiave dello sviluppo. Relatore Letizia Favaro responsabile del Centro Sviluppo Terzo Mondo. Si entra dunque anche nello spazio Africa, pur se l’economia tenta di snobbare una terra dai mille volti, che purtroppo si è tentati di omologare dopo l’umiliazione. Ma la vita è più forte delle catene e dei soprusi.

5 marzo 1998 – Cavaso del Tomba (Tv). Non so se questo può rientrare in una cronaca visto che si parla di San Paolo al settimo cielo; ma mi affido alla misericordia di Sonia che ha preparato i tappeti dell’incontro, non quelli volanti, ma metaforici su cui camminare si può anche sotto la pioggia. “Le motivazioni della fede” è un argomento che anche Cristoforo Colombo affrontava a suo tempo, a colpi di veliero e di sogni dorati, ripreso sotto gli occhi attenti dei Cavesani dal Presidente Giuseppe. Oggi scoprire il perché della fede non è come indovinare la direzione del MIB in Borsa, ma gli è come scoprire l’aria in apnea; che l’è una cosa complicata, ma essenziale. La fede che è voglia di assoluto mentre ti mangi il gelato che hai preso dal frigo e dici quanto è buono. La fede che appiana le montagne ed apre le menti verso il mare.

6 marzo 1998 – Grumolo delle Abbadesse – Io mi fermerei qui, per non sciupare questo toponomastico, ma, Nella stessa giornata (questi sono i vantaggi della globalizzazione) Giuseppe si siede e parla ad una tavola rotonda sul tema: “Educare alla pluralità, solidarietà, accoglienza”; organizzata dai genitori e insegnanti del paese.
Il tema in fondo è la parte propositiva del villaggio globale; in cui non ci sono confini per lo straniero. Ed intanto arrivano con l’ultimo gommone i clandestini d’Albania attraversando la piscina di casa, il Mediterraneo nostrum; e sono rincasati forse perché avevano sbagliato direzione. Come la nave Ararat che si portava un carico di curdi, perché nel nostrum mare sono permesse solo le crociere. Infatti i nostri figli, i giovani non hanno bisogno di altro pane e latte, e del tuo posticino, la tua famigliola, tutto perbenino, ma di un futuro abitato da sogni e speranze con gli altri.

8 marzo 1998 – Nella casa di Marco e Paola si riunisce la Segreteria di Macondo. È domenica e splende il sole. Mancano Monica e Giampaolo. Ci sono due invitati esterni, Gaetano e Marco, che è pure il padrone di casa.
Marco parla del gruppo che si va formando a Schio; ed è interessante come si vada formando in modo anomalo, vale a dire rispondendo a bisogni e domande non preconfezionate; ma neppure solo individuali; anche se non si esclude la felicità, che non è la linea del naso, e va oltre l’orizzonte dell’orto dove crescono i cavoli; sul tavolo bruciano i bastoncini che vengono dalla India vicina.
Ordine del giorno: la festa: chi saranno gli invitati, chi farà da coordinatore; la sottoscrizione premi che alimenta le casse dell’associazione: l’incertezza gli è se vale la pena raccogliere ancora in lire o se non sia meglio passare all’euro. Si fissano le date dei campi scuola, che saranno due; uno di primo accostamento, l’altro che continua il percorso degli scorsi anni, senza necessariamente seguire la falsariga. Naturalmente si parla dell’inaugurazione delle Sede di Macondo, collocata nelle viscere della terra e non solo per raccogliere le lacrime del cielo o le ombre del mezzogiorno, ma anche le voci sommesse che non possono superare i frastuoni dello scoppio dei motori.
E poi l’arrivo in Italia a luglio di Dom Samuel dal Messico che viene a Reggio Calabria a ricevere il premio della letteratura religiosa per il libro edito da Editrice Lavoro e Macondo Libri dal titolo “Giustizia e pace si baceranno”; dopo la premiazione sarà con noi la sera di lunedì 13 nella grande aula della Scuola di Etica ed Economia a San Zeno di Cassola. Passaparola.
La segreteria si è chiusa nel pomeriggio, mentre sui campi d’Italia le squadre impazzavano alla rincorsa di un globo di pelle, dal valore complessivo di x più 1 miliardi di lire, che tradotto in soldoni vuol dire economia informale, non virtuale.

10 marzo 1998 – Ci hanno fatto visita due amici della Veronesi Verona, che fanno parte del fondo di solidarietà dei dipendenti. Una conversazione interessante attorno ai temi dell’educazione, dell’attenzione all’altro; del lavoro che non è un valore assoluto, ma lo strumento per costruire un mondo abitabile, senza dimenticare la propria vita, la propria interiorità ed il rapporto con il gratuito. Dimenticavo la moglie ed i figli (del lavoratore che lavora).

13 marzo 1998 – Si riunisce la Commissione della Formazione in quella che sarà la nuova sede; che deve essere ancora inaugurata e dunque nessuno ancora l’ha vista. Campeggia nel salone un’ultima cena dai colori di tempera. Un tavolo grande con attorno otto sedie rosse che danno colore e tono alla tavola monumentale in legno massiccio marron, orlata in nero, come la Vedova Allegra; mancano ancora le poltroncine, che ci saranno, per evitare il disturbo di portarsele da casa e poi dimenticarle in loco, con il rischio dell’usucapione, il furbone. Un lampadario quadrangolare illumina una sala che le bocche di lupo solo rischiarano a sufficienza.
All’incontro sotto il desco e attorno al tavolo si siedono i cavalieri della tavola quadrata. Hanno penna e carta e occhi sensibili; e tracciano percorsi immaginari, frastagliati da presenze eloquenti. I contenuti, gli aspetti logistici nulla sfugge all’acume che indaga si sofferma e tace. Definiscono i temi: Il senso, la gratuità (dall’obbligazione alla gratuità). Quando si congedano è già buio pesto.

14 marzo 1998 – Siena. Convegno sull’immigrazione. Riflessioni sulla legge. L’incontro è stato organizzato da Egidio Grande. È stata una giornata intensa di informazione e di lavoro, preparata da tempo. Vari i relatori. Era presente anche l’amico Sergio Tanzarella. Erano coinvolte anche le autorità locali, per affrontare un tema che ha molti risvolti pratici sul territorio, che a volte frenano la voglia di fare, quando invece è ricca l’esperienza di integrazione, in cui culture diverse trovano alimento al loro desiderio di esprimersi.

16 marzo 1998 – Schio, Zattera Blu. Un’associazione di servizio sul territorio, che riesamina i fondamenti del suo operare e puntualizza le basi del suo statuto; un’occasione per riflettere sui valori e sulla loro opportunità e traduzione. E per capire quanto sia necessario che anche le cose buone siano utili, rispondenti a bisogni, ma anche promotrici di sensibilità e di interventi politici, per non divenire incrostazioni delle buone intenzioni (di manzoniana memoria). All’incontro era invitato Giuseppe Stoppiglia.

20 marzo 1998 – Comacchio. Si costituisce il gruppo Macondo dietro sollecitazione di Massimo, Luigi ed Ermanno, che hanno invitato i vecchi amici. All’incontro era presente anche il Farinelli per presentare le finalità e lo spirito di Macondo. Spirava un alito di nostalgia e voglia di capire per essere pronti a rispondere ai segnali che filtrano tra le nebbie, un tempo delle umane cupidigie, oggi solo di paure, sbandamenti, disorientamenti e non è poco. Pane, vino e altro rallegravano le voci, i ricordi, le proposte ed i garbugli.
Cavaso del Tomba (Tv) – Nello stesso giorno la comunità di Cavaso invita Giuseppe sul tema: educare alla fede. Un impegno che sconfina dai larghi margini della religione, e chiede una risposta che parta da dentro, dalla interiorità e non solo dai pulpiti. Che quando uno ti chiede per dove si va, tu non gli legga l’ultimo ammonimento devoto, ma assieme con lui calpesti il sentiero che conduce verso l’assoluto: che è uno spazio rotondo senza catene, e senza assicurazioni. Tra i fedeli Ivan che stuzzicava David; Sonia che li guardava con occhi di rimprovero, impaziente. E poi tanti altri i cui nomi sono scritti nei cieli e nei registri della parrocchia.

22 marzo 1998 – Pezzoli, Parrocchia di don Giuliano. Nel pomeriggio è organizzato un incontro, tavola rotonda sui giovani. Intervengono Giuseppe Stoppiglia, Michele Serra quello che dirigeva Cuore, da non confondere con Cuori infranti, o cuore batticuore, men che meno con Stranamore che mi pare ci abbia solo i baffi, e si chiama Castagna. E chi le toglie ‘ste castagne dal forno?
Tema dell’incontro: Giovani, sfida o risorsa; i relatori (e chi altri?) hanno parlato del rapporto tra generazioni; e la crisi che riguarda soprattutto gli adulti che sono disorientati rispetto ai valori ed all’autorità autorevole. C’erano almeno cento persone, che hanno ascoltato con simpatia le riflessioni e le battute amichevoli.

24 marzo 1998 – San Giuseppe di Cassola (Vi). La parrocchia organizza un incontro su A colloquio con il Nord-Est. Interessante ed amabile il tema. Direi fosforescente, iridescente; comunque non irriverente, anche se poi scopri una voglia di bene che si ammanta di rimproveri verso quanti non seguono le orme dei loro cromosomi. Relatore davanti ad un gruppo di cinquanta persone Giuseppe Stoppiglia. Anche le parrocchie subiscono il calo di interesse costrette a recuperare spazi veri tra le maree montanti dell’autonomia, della secessione, del volontariato, della globalizzazione e dell’euro della scomparsa della democrazia cristiana, del flusso degli immigrati che si debbono adeguare. Un Nord-Est inquieto e soddisfatto, efficiente e caotico, a colloquio sotto il semaforo di Rosà, nelle sale parrocchiali e nei bar di periferia con l’odorino acre del motorino primaverile scoppiettante.

26 marzo 1998 – Mussolente. Iniziativa rivolta ai giovani e che parte da loro. Promotrice Mariangela Brunetta in collaborazione con il comune di Mussolente; un’iniziativa dunque fuori della parrocchia. Il tema: Partecipazione e politica. Esilarante. All’incontro erano presenti almeno venti giovani. Nel villaggio globale continuano a rubare le sedie, che sono sempre più poche, e ben salde. E così quando viene qualcuno nel villaggio non sai dove farlo sedere. Per questo si è deciso di cercare ed individuare i ripostigli e le latitanze. Giuseppe ha parlato della necessità di conoscere i propri territori, i bisogni ed i valori consolidati; dell’ascolto necessario per incamerare i dati e giungere poi all’azione sublime della politica per non lasciarla in mano ai pochi, che magari sono i migliori, ma si dimenticano di distribuire le sedie agli ospiti, che poi quelli del villaggio ci fanno brutta figura.

29 marzo 1998 – Ferrara. Si riunisce la redazione di Madrugada. Al gruppo redazionale si aggiunge Stefano Serato; avremmo desiderato che ci fossero Andrea, e la Paola. Il gruppo oltre a trattare alcuni elementi di impostazione grafica ha affrontato i contenuti della rivista ed il suo rapporto con la redazione; che a questo punto diventa organico, in quanto sarà la redazione come collettivo a decidere i contenuti e la impostazione dei numeri. La proposta darà quindi organicità a Madrugada. Naturalmente cercando di rispondere alle esigenze dei lettori con rubriche che ritenteranno un colloquio informale sui grandi temi, e sulle inezie tormentose.

1 aprile 1998 – Siena. In missione speciale Gianni, Giuseppe e Luigia per vedere la possibilità di scegliere i contorni logistici del campo scuola estivo; si deciderà infatti di organizzare il campo a Todi, città dell’Umbria che si erge su di un colle tra palazzi case e castelli. Una città bella, ed il posto del campo scuola un alveare di stanze e corridoi, con miele abbondante e silenzi e rintocchi di campane; e colombi maldestri sulle grondaie, un poco dispettosi. Nella città di Siena li accoglie Egidio e famiglia. Il ritorno sarà avventuroso a causa dei treni che non sempre rispondono ai desideri, che se per caso ne prendi uno che va al Sud con la mente rivolta al Nord, il treno sfreccia o ballonzola verso Roma comunque; Bossi non frena. Attenzioni passeggeri!

3 aprile 1998 – Comacchio per la seconda volta. E poi non si dica che non si parla delle zone depresse. Il gruppo Macondo organizza un incontro sul Chiapas e non è solo questione di affinità sulle iniziali. Farinelli ha detto due parole su Macondo, nato per sbaglio, ma che poi alimentandosi di riso mandioca tortillas e chuchu ha saputo nutrire la speranza nello scambio di culture e di diversità.
Giuseppe introduce il tema spiegando i significati di alcune parole chiave: resistenza, etica e globalizzazione. Parole che aprono il velo su di un mondo lontano, che pare inaccessibile, o comunque remoto; e si rivela vicino in un’esperienza che rompe gli schemi tradizionali della contrapposizione, per alimentare in se stessi (parlo degli abitanti del Chiapas) la radice di un mondo in cui ci sia spazio per gli uomini e non solo per i capitali. Erano presenti una cinquantina di persone compresi gli uomini ed i relatori.

9 aprile 1998 – Reggio Emilia. Visita a Pippo Morelli nella sua vecchia casa che si riempie delle figlie e dei nipoti. Ci siamo fermati per vederlo e riportarlo con noi sulla strada comune. Ci siamo scambiati i doni della Pasqua: la cioccolata ed il caffè, due cose che vengono da lontano, e che sanno di dolce e di amaro, come la vita. Ci siamo lasciati con l’augurio di ritornare dove ci siamo incontrati l’ultima volta: no Brasil (in Brasile). Un desiderio di vita, più che la nostalgia del passato. Farinelli e Giuseppe hanno ripreso la vettura in divieto di sosta prolungata: avevano perso il flusso del tempo. Pippo resta nella nostra memoria, e supera le barriere dell’inarrestabile. Noi correvamo verso Mantova.

18 aprile 1998 – Abbiamo inaugurato la nuova sede. Il cielo imbronciato ha accolto gli amici sotto la volta del capannone, dove Pino ha imbandito i tavoli per il “suaré”. Vino pane e affettato; fiori luci e colori; bocche, mani, tovaglioli; bimbi, mamme, padri assorti. Ma intanto prima, nell’interrato, nella catacomba, nel grande salone, Pino Scotton ha introdotto la conversazione al tavolo delle presidenze. Molti erano gli amici presenti: si calcola almeno cento, come quelli della carica. Tra gli ospiti Sergio Tanzarella, Tullio Chiminazzo, padre Umberto Scalabrini, un brasiliano (metti il nome) di Belem e tanti altri.
Sergio ha parlato del suo paese, Caserta e delle cose da fare perché riprenda la vita, dove le mamme allattano i figli, i padri lavorano e producono speranze e dove i figli possono costruire i loro sogni d’amore e di pace.
Chiminazzo, di ritorno dal Madagascar, ha ricordato l’utilità dello scambio e la bellezza di costruire un mondo solidale. Il brasiliano ha provocato il pubblico sul perché del tema dell’inaugurazione: finché c’è il Sud, il senso viene dal Sud. Dopo aver svolto il ruolo di traduttore, padre Umberto ha ricordato la sua esperienza e la semplicità e trasparenza del popolo brasiliano. Ha concluso Giuseppe, che ha rimarcato la necessità di fondare la nostra vita nel rapporto, di costruire la nostra identità non allo specchio, ma sul volto dell’altro. Dalle sedie rosse battimani secchi, fievoli, franchi. La luce del neon scendeva a perpendicolo sulle teste chiomate, si sfaldava sulle altre con barbagli e scintille. Intanto battevano alle porte i popolani di Bomboritondo a chiedere pane e salame. In cima alla scala sul piano granitico s’accendevano le luci, e pareva buono bere un bicchiere di rosso.
Tutti hanno magnificato lo studio, opera d’arte della bottega Prestige di Carlo Valle. Il nastro del cordone è stato tagliato, ma non fermeranno le folle; cioè appunto ora si può entrare.