Lettera di Beppe e Giliana Marchi
[Beppe e Giliana a settembre andranno ad abitare in una favela di Rio
de Janeiro. Pubblichiamo la lettera da loro inviata agli amici e
all’Associazione Macondo.]
Carissimi amici,
voi tutti avete avuto un ruolo fondamentale nella nostra vita e per
la nostra crescita.
Con queste righe vogliamo condividere con voi quello che in questo
periodo stiamo vivendo e soprattutto il cammino che abbiamo
intrapreso.
Come comunicare una prospettiva? Ci proviamo! Se tutto andrà bene e
si realizzeranno alcune condizioni nel mese di settembre 1993
partiremo per il Brasile per una esperienza di volontariato di almeno
due, tre anni. Abiteremo in una favela di Rio de Janeiro e
collaboreremo con l’Associazione Macondo.
Macondo è una associazione nata per creare lo scambio tra soggetti
alla pari, lo slogan “juntos para viver” definisce il suo
obiettivo.
È uno spazio laico, proprietà di tutti, a-ideologico, a-partitico,
a-confessionale.
Del Macondo ci è piaciuta la progettualità del rischio del vivere
“tra presente e futuro” creando comunicazione,
collegamenti, un mescolarsi di storia nell’idealità di un mondo di
giustizia e nella “convivialità delle differenze”.
Abbiamo accettato la proposta di lavorare in Brasile, un Paese, un
Popolo al quale in questi anni ci siamo appassionati.
Il nostro “incarico” avrà due funzioni:
a) lavoro a fianco di un Padre brasiliano che già da anni opera
nella favela “Nova Brasilia”;
b) mantenere il collegamento con altre realtà e agganci già
esistenti ed in relazione con Macondo.
a) Vivere con i brasiliani e affiancarci ad un padre brasiliano ci dà
la possibilità di entrare in relazione con la gente, convivere, fare
insieme un pezzo di strada.
Questo è per noi motivo importante di crescita e tentativo di
avvicinarci alle persone attraverso la VITA.
La collaborazione con Padre Pedro sarà in parte da concordare là,
affiancandoci ad attività già esistenti.
La realtà è quella della favelas quindi anche di una non-identità
per ciò che riguarda le strade, le infrastrutture, le “case”
e la loro proprietà, i servizi (quasi inesistenti).
Esistono dei centri sociali costruiti da Padre Pedro dove la gente si
ritrova e si aggrega alle problematiche sociali, ai bisogni primari
(lavoro, strade, fognature , centri di salute…).
La partecipazione è comunque molto legata all’esperienza di Comunità
di Base, ad una Fede che è alimento e maturazione per la vita e per
le varie rivendicazioni sociali.
La nostra esperienza sarà di affiancamento in uno stimolo alla
aggregazione e di collaborazione con i laici che già conducono
questi centri sociali, con molte potenzialità da esprimere.
Abiteremo tra loro, c’è già una casa, con una stanza da terminare,
che può diventare punto di incontro per tematiche di qualsiasi tipo
(salute, donne, bambini, sindacato…).
b) L’altra prospettiva è il creare un collegamento con presenze che
già in Brasile sono legate a Macondo, ed anche essere ponte tra là
e qua e punto di realizzazione tra le varie realtà brasiliane;
nell’ottica dello scambio permettere la comunicazione a chi
attraverso i viaggi si appassiona ad una continuità, a chi
attraverso iniziative proprie appoggia microprogetti, a chi
attraverso attività sul territorio in Italia sensibilizza sui
problemi del sud del mondo.
Tenteremo di capire quale realtà può essere stimolante per una
crescita ed un “entrare” nella vita brasiliana da parte dei
vari gruppi che arrivano dall’Italia, facendoci strumenti perché la
conoscenza non sia solo epidermica, ma entri nella vita, nel
mescolarsi delle persone, nel mettersi a fianco, in ascolto.
Il nostro non è un intervento inserito in un Progetto di
Cooperazione di ampia portata; l’Associazione Macondo, che ci
sosterrà anche finanziariamente, opera nell’ottica dello SCAMBIO e
del cambiamento attraverso l’appoggio a microprogetti che nascono sul
posto e per i quali è fondamentale sostenere una relazione con chi
si è coinvolto nei contatti avuti con la realtà brasiliana,
relazione che è anche apprendimento, ricerca, formazione.
Siamo convinti che lottare per il cambiamento verso un mondo di
giustizia è per noi METTERSI A FIANCO, senza imporre la linea dello
sviluppo; loro stessi devono essere i protagonisti della dinamicità
della propria Storia.
Avremo strumenti semplici ma una grande speranza!
È
una sfida anche per noi, un misurarsi nel cercare un’esperienza di
vita, di umanità, di relazione con storie diverse dalla nostra,
tenteremo di incontrare
e di far
incontrare
là per creare legami, scambi anche in Italia.
Siamo convinti che è impensabile programmare a tavolino una realtà
che è per noi scoperta e tentativo di accoglienza e farsi
accogliere; vorremo essere capaci di appassionarci e di lasciarci
coinvolgere!
Sicuramente l’esperienza di questi anni a Ca’ Forneletti ci aiuterà!
Sappiamo che TUTTI VOI sarete là INSIEME a condividere il nostro
quotidiano sulla strada comune di una piccola grande UTOPIA!
Um abraìço brasileiro
Beppe e Giliana