La condizione dei lavoratori nella nuova era della globalizzazione
Sintesi del rapporto 1995 della Banca Mondiale
Iscos e Macondo, in collaborazione con Isfel, proseguono nell’impegno di documentazione sui principali processi economici a livello mondiale. Dopo il Rapporto 1994, viene presentato questo secondo volume, del 1996. L’approfondimento dei processi su scala planetario è ormai necessario per cogliere quanto avviene nelle singole realtà locali.
Il rapporto di quest’anno consiste nella sintesi del rapporto 1995 della Banca Mondiale su “I lavoratori nell’integrazione mondiale” (Workers in an integrating world), disponibile in lingua inglese. Il rapporto analizza, con l’ottica della Banca Mondiale, la situazione dei lavoratori e dei sindacati nella nuova fase di integrazione dei mercati, che ha subito un’accelerazione dopo il crollo dei regimi comunisti dell’est europeo nel 1989.
Come di consueto, a fianco della sintesi della World Bank, abbiamo inserito delle nostre schede di commento, che consentono al lettore di avere un punto di vista diverso su alcuni degli aspetti trattati.
Nella seconda parte della pubblicazione sono state inserite delle schede di arricchimento su alcuni temi strategici: l’Italia che cambia, il mondo e le produzioni che cambiano, le associazioni nonprofit ed una appendice statistica su tutti i paesi del mondo in termini di indici di sviluppo umano, popolazione e previsioni, forze di lavoro, tassi di natalità, tassi di crescita del pil, indici di libertà umana, distribuzione del reddito. Infine, una bibliografia minima.
La scelta di rifarsi ancora una volta al rapporto della Banca Mondiale è dovuta al fatto che essa rappresenta il più importante organismo internazionale di aiuti e di condizionamento delle politiche economiche dei paesi poveri: quindi è bene conoscerne il punto di vista.
Il nostro giudizio sulle sue politiche non è mutato, ed è estremamente critico. La World Bank assegna infatti al mercato potenzialità taumaturgiche che esso non ha. Da un lato, è giusto prestare attenzione al rapporto tra “risorse economiche disponibili e quelle distribuibili alla popolazione”, per evitare deficit e inflazione negli Stati; dall’altro, politiche di “risanamento” con drastici ridimensionamenti all’istruzione, alla sanità e l’abbandono di politiche di redistribuzione dei redditi compromettono la stessa crescita economica nel medio periodo.
Non a caso tutti i paesi, oggi economicamente più forti, hanno fatto, a suo tempo, ingenti investimento nell’istruzione e sta crescendo una certa diffidenza dei governi dopo i non pochi disastri compiuti in giro per il mondo dalla World Bank.
L’attenzione – ed è la prima volta – che la Banca Mondiale dedica ai sindacati (che pure vengono criticati se fanno “eccessi”) è un segno dei tempi e dell’importanza che viene assegnata a istituzioni e movimenti che fanno da contrappeso alle logiche iperliberiste del mercato.
Iscos – Isfel – Macondo,
Crescita economica o sviluppo umano?
I lavoratori nella nuova fase della divisione internazionale del lavoro
a cura di Andrea Gandini e Marco Stampini
CDS Edizioni, Ferrara, 1996,
pp. 104, Lire 20.000.