Garimpeiros, cercatori d’oro
O l’oro o la vita
Per colpa della gravissima situazione economica brasiliana, il numero degli assalti è aumentato in maniera spaventosa nel paese. Quando un assaltatore pianta la pistola alla schiena di qualcuno, lo minaccia: «O la borsa o la vita!». È proprio così, questa situazione sta spingendo più di 150 mila padri di famiglia, giovani di ambo i sessi verso la foresta e le sorgenti dei fiumi dell’Amazzonia in cerca di oro. Per la maggior parte di loro è un violento assalto: «Né oro, né vita». Muoiono nell’anonimato di malaria, di epatite, di piombo di revolver, di avvelenamento a causa del mercurio. Sono migliaia di vite perse, di famiglie distrutte, di giovani prostitute… perché pochi sono sorteggiati a possedere oro.
La storia di Ribamar e Doracy
Ecco una storia reale, tra tante altre, di “garimpeiros” (cercatori d’oro). Dona Doracy arrivò nel Maranhao (Nordeste) colpita dalla mancanza di terra da coltivare. Negra, sposata con il signor Ribamar, contadino analfabeta. Giunsero con otto figli e con altre poche cose. Due figlie da marito, un ragazzo handicappato, uno di 17 anni e gli altri giovanissimi. Arrivando a Santarem senza il becco di un quattrino si diressero verso la periferia dove riuscirono ad occupare un terreno com’è costume tra i poveri. Costruirono una casetta umile e fragile di pezzi di tavola e coperta di paglia.
Ribamar parte garimpeiro
Il signor Ribamar non aveva una professione e l’unica via di uscita fu il “garimpo” (miniera d’oro). Trovò un padrone e prima di partire lasciò due salari minimi (180 dollari) alla moglie per cominciare la vita e se ne andò. Dona Doracy, donna forte e rotta ad ogni tipo di sofferenza restò e per di più gravida. Ma non si perse d’animo. Si mise a lavare la biancheria per una famiglia (45 dollari), una figlia cominciò a lavorare come domestica (45 dollari) ed il ragazzotto andò a tagliar legna nella foresta per fare il carbone per la cucina di casa e per venderlo (25 dollari al mese). Così si trascinò la famiglia del signor Ribamar, che diede segni di vita soltanto dopo tre mesi. Non poteva scrivere essendo analfabeta, ma mandò dieci grammi d’oro (96 dollari) per le spese domestiche. Era tutto ciò che era riuscito a raggranellare in tutto il tempo.
La lettera
Mandò a dire che stava bene di salute e che non poteva uscire di là, perché aveva grande speranza che le cose sarebbero migliorate. In casa rimasero contenti della notizia. Con i soldi ricavati comprarono vestiti andavano quasi nudi ed un po’ di cibo. E così la vita continuò. Dona Doracy, protestante, andava tutte le domeniche nella sua chiesa per lodare e ringraziare Dio per la vita. Sei mesi dopo, due delle sue bambine di ammalarono di diarrea, vomito e febbre. La mamma smise di lavorare. Molto afflitta e senza soldi chiese aiuto ai vicini che la mandarono dal pastore, ma lui disse che era senza soldi. E così si decise di andare dal prete cattolico, accompagnata da una vicina, membro della CEB (comunità ecclesiale di Base) e amica del sacerdote. Chiese duemila cruzeiros in prestito (3500 dollari) per un mese per assistere i figli ammalati. Felice per essere riuscita nel suo intento, comprò le medicine. I figli guarirono e lei ritornò a lavorare. Alla fine del mese aveva saldato il debito, la vita continuava dura, ma lei aveva sempre buon umore ed il sorriso sulle labbra.
Il ritorno di Ribamar
Un anno dopo il signor Ribamar ritornò a casa. Fu una festa. Portò come saldo del suo lavoro 400 grammi d’oro. Pagò i debiti, comprò vestiti per la moglie e per i figli, molto cibo, migliorò la casa che stava cadendo e andò a ringraziare il sacerdote per l’aiuto dato alla sua famiglia. Passò un mese tra l’allegria dei suoi cari. Dopo di che i soldi vennero a mancare e fu costretto a ritornare nel “garimpo” di nuovo in cerca di fortuna. Fu questa l’ultima volta che la famiglia vide il signor Ribamar. Sono già trascorsi otto anni e nessun segno di vita, niente soldi e, quel che è peggio, nessuno sa se sia vivo o morto.
Scomparso per sempre
Cos’è accaduto? Silenzio. Intanto donna Doracy continua la sua battaglia per far crescere i figli con dignità. Le due figlie si sono sposate, il ragazzo è andato nel “garimpo” e l’handicappato continua ad essere accompagnato dall’affetto della mamma; i più piccoli sono cresciuti un po’, nonostante la carestia. Ogni tanto, quando le cose non vanno bene, fa una visita al sacerdote e domanda un po’ di soldi in prestito, fino alla fine del mese. Sempre con il sorriso in volto, la testa alta e la speranza in Dio di rivedere un giorno il marito. Il signor Ribamar sparì, come molti di quei poveracci, che entrano nella foresta in cerca di mezzi di sopravvivenza per sé e per la famiglia. Non è morto, è scomparso. Come per tanti altri non c’è neppure per lui un attestato di morte. Non ha una tomba con la croce e la data di morte. L’unico attestato che è vissuto sono i figli e la moglie, nella periferia della città, alla mercé di Dio. Ogni cento “garimpeiros” in Amazzonia, dieci migliorano il tenore di vita, gli altri svaniscono nella immensità della foresta. In cerca di sopravvivenza, incontrano la loro fine senza un nome.