Frammenti d’Africa
Frammenti di carta, coriandoli di vento, frammenti d’Africa. Un ragazzo si ferma a guardare l’isola del cinghiale, l’occhio della notte; il sogno di un bimbo. Che quando si risveglia raccoglie le sue reti sulla sponde del grande oceano. Allarga le braccia ed il suo pesce è già sul tavolo del grande mercato; piccolo cesto che l’occhio raccoglie sulla carta a colori; piccolo ragazzo sul mare.
Frammenti d’Africa con le palme scosse da vento improvviso. Fuori campo appare un volto di giovane uomo con la rasatura alta dei capelli. Una fila di passeggeri sale lenta sul traghetto verso una sponda che non vedo; oltre l’occhio della notte. E dietro la grata che filtra la luce livida delle nuvole, un volto in penombra, nero come la notte, proteso in attesa.
Frammenti di Malindi; aria di mare; una bicicletta per raggiungere la sabbia del mare; l’onda che s’increspa. Il bimbo che dorme; e la giovane donna alla finestra che aspetta il suo uomo. Ancora soffia il vento sulle palme; e si accende nella mia memoria volto fuori campo di un giovane. Ha faticato una vita a pescare; nel cesto il suo pesce; il ragazzo resta a braccia aperte sulla riva del mare, a tirare le reti gonfie delle nostre speranze.
Si accende una luce nella notte; lei aspetta la barca del traghetto; o forse lui è già arrivato; e racconta la storia di ogni giorno a lei che ascolta e sussurra. E non si spegne la luce; il bimbo sogna; e corre il traghetto. Su Malindi. Sui frammenti della memoria. E Malindi non è un frammento. C’è una donna che aspetta: un bambino che dorme; e le braccia aperte di quel ragazzo sul mare. E passa il traghetto; ma lui, l’uomo dalla rasatura alta, forse non si è imbarcato; ed è notte; ma resta accesa la lanterna della camera all’ultimo piano. Su Malindi.