En esta Navidad nacio un niÁ±o muerto
[Pubblichiamo questo fax di Fulvia Callegaro, giunto a Macondo nella serata del 26 dicembre 1997. Non posso, non possiamo star zitti. Almeno piangiamo assieme.
Non consolatemi, per carità.
Diffondete a tutti gli amici di Macondo e non, questo messaggio: dobbiamo condividere, sentire sulla nostra carne la ferita.
Giuseppe Stoppiglia]
Il nostro Natale a S. Cristóbal è stato triste, tracciato di morte e urla di dolore.
Ieri abbiamo accompagnato dom Samuel Ruiz allo straziante rito per la sepoltura delle 45 vittime della strage di lunedì 22 dicembre, nel piccolo villaggio di Acteal, a due ore da S. Cristóbal, nelle montagne della zona nord del Chiapas.
Non ho parole per descrivere quanto ho visto: le quindici piccole bianche bare allineate, le lunghe fosse scavate nella terra, una bimba che piange cercando qualcuno che forse non c’è più, miseri bagagli con viveri e coperte pronti a partire per salire ancora più in alto, lontano dagli occhi dell’odio di uomini disperati.
Ventun donne sono state uccise, quattro di loro portavano in grembo un figlio, decine di orfani oggi piangono.
Durante il tragitto, mentre il corteo si dirigeva verso il luogo della sepoltura, i familiari riconoscono gli assassini dei loro cari, chiedono giustizia, platealmente la polizia li arresta, tutto avviene rapidamente, troppo rapidamente, come un segno davanti agli occhi della stampa, e soprattutto degli stranieri, che il governo sta intervenendo.
Torno a S. Cristóbal. Mi sento sola e sconvolta. Verso sera vado a mangiare qualcosa in un ristorante. Casualmente mi ritrovo circondata di turisti italiani. Sento i loro discorsi. Il mio dolore si fa ancora più acuto. Avverto profondo l’abisso che separa questi due mondi. La chiusura. L’inconsapevolezza. L’ignoranza della non conoscenza creata dal perbenismo e dall’agiatezza.
I passi di questo cammino per una comunicazione e condivisione dei valori di altri popoli mi sembrano infiniti e senza punto d’incontro.
Ombre profonde di pessimismo le ho lette anche durante la Messa della Notte di Natale, celebrata da Dom Samuel Ruiz. Nella sua omelia è profondamente turbato. Le sue parole hanno perso la forza della speranza, echeggiano disperazione. Con le lacrime agli occhi dice: “En esta Navidad naciò un niÁ±o muerto”.
Un caloroso abbraccio,
Fulvia Callegaro
San Cristóbal de Las Casas,
Chiapas, Messico, 26.12.1997