Comunità
Esplorando il significato della parola comunità ci si inoltra in un percorso senza dubbio articolato: interi saggi, manuali e voci di dizionari attraversano i vari aspetti di contenuto del termine, a partire da approcci teorici che coinvolgono più discipline.
Individuare gli elementi-chiave che consentano l’accesso alle diverse connotazioni del concetto di comunità, vuol dire perciò posizionarsi ai confini di categorie di pensiero, in quel luogo franco dove in una benefica influenza coesistono elementi di politica, diritto, storia, geografia, scienze sociali, teologia.
Innanzitutto nome collettivo: cioè anche nel suo singolare la parola comunità contiene l’idea di moltitudine, di organismo che mette insieme-tanti e che in nome dei tanti-insieme intende ampliare i propri orizzonti di attenzione oltre lo spazio del singolo individuo:
“Una collettività può essere definita una comunità quando i suoi membri agiscono reciprocamente e nei confronti di altri non appartenenti alla collettività stessa, anteponendo più o meno consapevolmente i valori, le norme, i costumi, gli interessi della collettività, considerata come un tutto, a quelli personali o del proprio sottogruppo o di altre collettività”. (L. Gallino, 1993)
Innanzitutto l’essere e l’agire solidali: questa definizione in poche righe ci introduce immediatamente a ciò che è indispensabile premettere sulla idea di comunità, qualunque sia l’orientamento o l’area culturale a cui si faccia riferimento per l’analisi.
Luogo, condizione in cui si antepongono interessi e cure dell’organismo collettivo, la comunità non nasce dunque per mortificare le istanze del singolo individuo ma, al contrario, per rafforzarne la tutela attraverso la forza della condizione di appartenenza.
Ma non è tutto.
“,(una collettività può essere definita una comunità),quando la coscienza di interessi comuni,, il senso di appartenere ad un’entità socioculturale positivamente valutata ed a cui si aderisce affettivamente e l’esperienza di relazioni sociali che coinvolgono la totalità della persona, diventano per sé fattori operanti di solidarietà”. (Ibidem, 1993)
A ben vedere, la cura per l’altro e l’interesse reciproco sono accompagnati, anzi caratterizzati, dalla presenza di relazione.
È interessante come nel dizionario venga di seguito ulteriormente specificato (e riportato come rimando per la specificazione in una nota apposita) il concetto di relazione e tenuto ben distinto da quello di rapporto, usati spesso ed erroneamente, come sinonimi.
Il rapporto sociale è una condizione oggettiva, di cui si può essere più o meno coscienti, in modo più o meno autentico che delinea una situazione in cui le parti sono indotte o forzate ad agire in determinati modi invece che in altri, al di là che esista o meno un effettivo coinvolgimento emotivo. È tale, ad esempio, un rapporto che lega le parti in un contratto, un rapporto di collaborazione fra aziende, un rapporto politico ed economico fra individui, gruppi, o stati.
Diversa dal rapporto sociale è la relazione. Il dizionario sociologico ne dà una connotazione molto particolare:
” (È relazione) il modo di essere e di agire di un soggetto in riferimento ad un altro, (è) un contatto, legame, connessione tra due o più soggetti individuali o collettivi, tale che essendo noto uno stato o un comportamento di uno dei soggetti è possibile inferirne approssimativamente lo stato o il comportamento corrispondenti dell’altro”. (Ibidem)
Relazione è empatia, affinità, quello che si dice “viaggiare sulla medesima lunghezza d’onda”. Relazione è scelta libera e consapevole del singolo soggetto che si autolimita per dividere-insieme, per scoprire e scoprirsi.
La relazione non è mai oggettiva, costretta, normata. È incontro volontario e cercato.
Per associazione, dunque, possiamo dare un ulteriore elemento di connotazione della nostra parola esplorata: una comunità, per essere ritenuta tale, dovrebbe al suo interno fondarsi su legami di consapevole intimità, su intese, cioè, vicine ed emotive tali da poter riconoscere i suoi membri anche dal loro semplice comportamento, dalla loro capacità di relazione.
Dati questi elementi necessari e trasversali, sono poi le diversità di valori, di norme, di interessi condivisi che modellano i vari tipi di comunità concreta: etnica, politica, religiosa, locale e così via.
La storia, la prassi, le mode e le tendenze trasformano le parole di una lingua nei suoni e nei contenuti. Ma è sempre bene, ogni tanto, fermarsi per fare una riflessione sul senso proprio del significato; quasi sempre, da un viaggio alle origini, si ritorna a casa accompagnati dalla ricchezza dello stupore.