L’isola di Castellinaria
Scorrendo le pagine di Madrugada
Caro lettore e cara lettrice,
cercare l’isola che non c’è (Utopia, il monografico del presente numero) mentre vanno sommersi gli atolli e le isole del grande oceano complica la ricerca; ma avendo trovato altri marinai, salpiamo.
Sulla scialuppa Enzo Demarchi si porta L’utopia biblica di libertà e giustizia, secondo cui creazione e rivelazione non sono due programmi chiusi e definiti, ma scelta di libertà a tutela della persona e giustizia imparziale, ma non qualunquista, bene espressa da Maria nel canto del Magnificat.
Secondo membro dell’equipaggio, con in mano il timone ed il cane al guinzaglio Arveda Gianfranco nel suo Utopia presenta le posizioni dei filosofi che nel corso degli anni hanno inseguito e descritto il non tempo del non luogo ed ora vorrebbero strappare il velo della sposa; perché questo matrimonio non s’ha da fare.
Terzo dell’equipaggio una donna, Marie-José Hoyet con Dal creolo alla creolia, dalla creolità alla creolizzazione che lei stessa introduce con domanda: vocaboli astrusi in territori nebulosi? Poi spiega e conclude che la creolizzazione non è più solo quel significato offerto dai linguisti, ma un processo più vasto, i cui limiti geografici vanno oltre le Antille.
A bordo della scialuppa una piccola radio ci trasmette una lettera di Ettore Masina intitolata Radunare i frammenti; la preziosità del piccolo, in cui dopo aver parlato dei lillipuziani e dei trucioli e delle scaglie d’Assisi ci presenta figure minori (romero, tito ed altri piccolissimi) che solo pochi riescono a riconoscere come il montare della marea che sommergerà il Gulliver Globale.
Un corroborante nel viaggio è la pagina del Testimone di Enzo in La pasqua di Dom Hélder che da integralista filofascista entra in collusione coi potenti dell’economia e della politica. Per cercare anche lui una terra che non c’è.
Ora la radio di bordo segna il tempo; e si distende sul Diario minimo di Francesco Monini; e mentre soffia il vento sul fianco mi passa tra le mani la carta gualcita di Maurizio Marchesin Il sonno interiore senza sogno in cui l’autore lascia il Mario nel sepolcro plurinominale, con in mano una torcia a tempo, che forse non basterà; alla prossima!
Ora l’equipaggio ha visto un gabbiano e cambia rotta nel Controcorrente di Giuseppe Stoppiglia che batte bandiera corsara in Diritti dell’uomo e verità trasversali. Il cammino graduale della compassione, per affrontare il difficile tema della verità, che ha mille occhi come la fama, e produce mille brighe; a meno che non si costruisca insieme nella pazienza con convinzione e tolleranza.
Dai luoghi Andrea Pase in Oratorio di Don Bosco in Valdagno ci invita a puntare su di un’isola minore; attraccare ed andare oltre.
E poi Stefano Galieni, che tra inquietudine e sogno ci presenta il Diario del viandante Giuseppe.
Alcune diapositive di Adriano Boscato, commentate da Farinelli, accompagnano la cena dell’equipaggio senza TV a base di carciofi sottolio e tonno in scatola.
Sul fondo della barca galleggiano le pagine di Macondo e dintorni con cui il cronista presuntuoso tenta di coprire i fori impercettibili della scialuppa.
«L’isola di Utopia è larga duecento miglia nella sua parte centrale, che è la più estesa e per un lungo tratto non si restringe di molto. Si va poi assottigliando gradualmente su entrambi i lati, che piegandosi come per seguire la linea tracciata da un compasso per cinquecento miglia le conferiscono l’aspetto di una luna crescente…
Quasi tutte le insenature delle sue coste sono porti sicuri, che avvolgono navi d’ogni genere con gran profitto per gli abitanti.
L’approdo non è tuttavia senza rischi, a causa di scogli e secche, una soltanto delle quali affiora al centro dello specchio d’acqua.
Soltanto i nativi conoscono i passaggi, per cui nessuno straniero può accedere fin dentro la baia senza la guida di un pilota del luogo. Gli stessi abitanti di Utopia non potrebbero entrarvi senza rischio se non ci fossero dei segnali sulla costa, spostando i quali si potrebbe mandare una flotta nemica verso sicura catastrofe…
Tutti gli anni i cittadini anziani ed esperti si riuniscono per discutere i problemi comuni dell’isola a Castellinaria, che per la sua posizione centrale e per la comodità di radunarvisi da parte dei rappresentanti di tutte le regioni è la capitale dello stato…».
– da Utopia di T. Moro –