Un po blu
di effeemme
Tresigallo, paese gioiello dell’architettura razionalista, riconosciuto città d’arte dalla regione Emilia Romagna, è la cornice ideale del Festival un po blu, giunto nel settembre del 2005 alla sua seconda edizione.
Dal 1 al 4 settembre, gli appuntamenti si sono succeduti dal mattino fino a notte inoltrata, coinvolgendo i bambini, i ragazzi, gli anziani, fino al popolo dei nottambuli: laboratori creativi, performances, concerti, narrazioni, proiezioni di corti italiani ed internazionali, le comiche del grande cinema muto con accompagnamento musicale dal vivo, spunti teatrali.
Il festival un po blu è prima di tutto un esperimento e una scommessa: vivere un luogo cogliendo tutte le sue potenzialità (gli spazi, le strade, le case, soprattutto le persone) e trasformarlo in arte applicata. Un invito al blu: a guardare al di là della quotidianità, a scoprire le mille possibilità e sfumature del reale, a vivere una dimensione di ascolto e di incontro.
Sotto la regia di Antonio Caporilli – performer ed ideatore di eventi, installazioni e spettacoli in tutta Europa – ha lavorato un gruppo di artisti diversi che si accomunano per la professionalità e per lo spirito di ricerca con il quale si esprimono: da qui l’utilizzo di luoghi di lavoro, di aggregazione, delle strade e delle piazze come sede dove realizzare performances, concerti e laboratori. Chiamando in causa e contaminando linguaggi diversi – il movimento, la voce, la musica, l’immagine – ogni proposta cerca di “insinuarsi” nel tessuto sociale come in quello ambientale, per poi svilupparsi e scomparire, lasciando la sensazione di aver vissuto un sogno e non di aver assistito ad uno spettacolo.
La prossima edizione di un po blu è in programma – sempre a Tresigallo, tra Ferrara e i grandi spazi vuoti del Delta del Po – nei primi giorni di settembre del 2006. Chi non si rassegna alle “cose così come sono”, chi cerca il “blu” nascosto nella vita e in ogni vita, lo metta tra gli appuntamenti del nuovo anno.
Le foto che illustrano questo numero di Madrugada, scattate durante il festival, sono di Luca Gavagna, fotografo professionista, autore di reportage, mostre e di una decina di cataloghi e libri fotografici.