Guadagnare la tenerezza
È proprio il caso di dire che "mala tempora currunt" e di dirlo addirittura con un pizzico di orgoglio poiché, visto che ormai l’ignoranza dilaga a macchia d’olio, siamo in pochi a esprimerci in latino corretto e fluente. Comunque ho deciso che, qualora io superassi il concorso per insegnanti di religione e quindi non mi suicidassi sotto le ruote ferrate del "Malpensa Express", tra poco mi dedicherò di nuovo, dopo quasi venticinque anni, allo studio del latino e del greco, oltre che degli amati classici. Lo farò non certo con l’intento di nobilitare il mio spirito e la mia anima, elevando gli occhi al cielo, ma semplicemente perché ormai sono un nostalgico degli Anni Settanta, anni in cui studiavo queste lingue antiche con le loro letterature, in un’epoca in cui accadeva quanto segue:
– Berlusconi dirigeva soltanto l’Edilnord, una squadretta di dilettanti di seconda Categoria, e non era nessuno.
– Non c’era nessun fondamentalista islamico, ma nel mondo arabo imperavano i filo-sovietici: Assad in Siria, Gheddafi in Libia, Boumedienne in Algeria, Nasser in Egitto, Bourghiba in Tunisia e perfino lo Yemen era diviso in due repubbliche, di cui una, il Sud, addirittura comunista. Menghistu dominava in Etiopia e il Sudan aveva Nimeiri, mentre di centri islamici tra noi non c’era nemmeno l’ombra. Tutt’al più cominciavano a fiorire i filmetti di Lino Banfi, Edwige Fenech e Gloria Guida, oltre che di Veronica Lario, oggi moglie del sopracitato Berlusca.
– In Portogallo c’era la rivoluzione dei garofani e tutti gridavano che «ne abbiamo abbastanza del Vescovo di Braganza».
– Nelle università si dava a chiunque del fascista e, vi garantisco, ogni tanto era proprio ben dato.
– Nelle scuole si discuteva e, qualche volta, ci si picchiava, ma almeno c’era la voglia di discutere.
– In Unione Sovietica regnava Breznev e, al solo leggere questo nome, qualcuno di voi si sarà già addormentato con la testa sul tavolo.
– Bush era sempre lo stesso, cioè un pirla (che a Milano è una trottolina che gira), ma almeno beveva birra texana scura, non si definiva ancora "neoconvertito" e non faceva male all’umanità.
– Presidente degli USA era Gerald Ford, un povero imbecille del Michigan, che batteva la testa contro gli spigoli degli sportelli degli aerei presidenziali, mentre salutava i giornalisti quando scendeva.
– In Iran c’era lo Scià, gran brav’uomo che aveva vietato il "chador", ma che forse aveva esagerato con i metodi spicci, visto quello che è arrivato poco dopo.
– Io avevo ancora tanti capelli lunghi, un "eskimo" beige per distinguermi da chi lo aveva verde oliva, un’enorme e pesantissima montatura degli occhiali e andavo all’Oratorio, dove qualcuno faceva l’adolescente di sinistra che ascoltava Guccini e io invece il ragazzo timido e cattolicissimo. Oggi loro sono di destra e parlano di mercato, mentre io, pur restando timido e cattolicissimo, sogno una rivoluzione lontana e a ritmo di samba. Come cambiano le persone…
– Bossi, eterno studente fuori corso di medicina e chirurgia, andava e veniva dall’ospedale di Gallarate con i suoi termometri sperimentali, dicendo di avere inventato la "termomedicina", tra le risa di tutto il personale.
– C’erano la contingenza, le conquiste sindacali, la sanità completamente gratuita, le assemblee dovunque, la scuola pubblica che cresceva come gli adolescenti che aveva dentro, le ferrovie a basso costo, gli espropri proletari, i proletari in divisa, la rivoluzione proletaria, i demoproletari e via dicendo.
– Non c’erano Mel Gibson, l’Opus Dei e i Legionari di Cristo, mentre Gianni Baget-Bozzo purtroppo c’era sempre e, pur dicendosi di sinistra, era patetico ovunque e comunque.
– C’erano gli extraparlamentari, che erano una sorta di extracomunitari dell’epoca, visti con sospetto da tutti, e con loro c’erano anche molti serpenti, a partire da Scalzone e da Negri.
– C’era la DC e io dal 1979 ho cominciato a votarla, però preferivo i candidati della sinistra interna, eh… Un po’ li rimpiango, perché non erano arroganti né ignoranti. Erano soltanto un po’ ladruncoli e dalla doppia morale, come quella di Casini oggi: parla di valori della famiglia e contestualmente prende fuoco con Azzurra Caltagirone.
– C’erano i concerti di Guccini, De Gregori, Venditti, Finardi e perfino Pierangelo Bertoli, quello che cantava la "rabbia popolare" senza sapere che in Italia non è mai esistito nemmeno un popolo.
Come eravamo
Però era tutto più bello, più romantico, più naif, più semplice. E poi, diciamocelo con chiarezza, miei cari. C’era speranza e non c’era quel clima tetro, oscuro, incerto, inquietante e isterico di oggi. Adesso sembra che tutto possa travolgerci da un momento all’altro, abbandonandoci a un destino impalpabile e indefinibile. Perché? Perché buttare a mare le conquiste sociali, un’epoca di coscienza civile, il riconoscimento dei diritti individuali e collettivi, l’attenzione alla politica e perfino il desiderio di rendere più antropologico, più aderente all’uomo, anche lo stesso cristianesimo? Per avere che cosa? Forse per avere Osama bin Laden, Bush, Berlusconi, i cattolici tradizionalisti, la Lega, le tonnellate di droga in discoteca, la televisione degli “show” sui falsi sentimenti e perfino Costantino di Uomini e donne?
Mi impaurisce questo clima insulso di intolleranza e di animosità, di delirio e di rabbia trattenuta a malapena, di razzismo e di volgarità, di ignoranza e di stupidità, di sufficienza e di superficialità, di insensibilità e di arroganza. In fin dei conti mi fa paura l’incapacità di ascoltare.
Ecco perché, quando vado a Roma, scendo sempre alle Grotte Vaticane e là riscopro ogni volta la mia pelle cattolicheggiante, ma pur sempre segnata dal desiderio di un cristianesimo libero e liberante. Vado sulla tomba di Paolo VI e mi ricordo della sua dichiarazione di volere «ascoltare le voci profonde del mondo». Ci sono ancora, ma nessuno le ascolta più, a partire dalla stessa Chiesa che lui ci ha lasciato.
– Sono quelle dei malati e dei sieropositivi di AIDS, che in Africa meridionale raggiungono quasi il 40 per cento della popolazione.
– Sono quelle delle vittime delle guerriglie tribali.
– Sono quelle di chi nel 2004 muore ancora di malaria, di morbillo e di tubercolosi.
– Sono quelle dei bambini della strada, dei senza casa e degli analfabeti.
– Sono quelle dei pensionati impoveriti, dei lavoratori espulsi da ogni luogo, di chi non ha l’assicurazione sanitaria, l’assicurazione previdenziale, l’assicurazione sulla vita, l’assicurazione sugli infortuni, l’assicurazione e basta.
– Sono quelle di chi subisce i torti dei nuovi fondamentalismi, a partire da quello neoliberale per arrivare a quelli pseudoreligiosi.
Ereditare la Terra
Però oggi sembra che ci siano problemi molto più importanti. Chi prevarrà al Grande Fratello? Il Milan giocherà a una o due punte? Quanti messaggini SMS gratis si possono mandare con Wind? Ilary è ancora insieme a Totti oppure no? Quanto avrà speso Berlusconi nella gioielleria di Corso Vercelli? Come sono andati gli ascolti de "La talpa"? Che cosa bisogna fare per mandare a casa tutti questi pakistani? Che si sviluppino a casa loro…
Dite quello che volete, ma io, quando vedo e sento tutto questo, comincio a sognare la tenerezza e la dolcezza che ci mancano. Ecco quello di cui dovremo appropriarci.
Guadagnare l’ironia, associandola a un pizzico di intelligenza, ci permette di elevarci leggermente sopra la povertà del tempo presente.
Guadagnare la tenerezza e la mitezza sarà il nostro futuro.
Vedrete che erediteremo la Terra. Non possiamo perderla.