Genitori, consiglieri o testimoni? ovvero la relazione educativa
Continua a piovere sulle rose di maggio. Come le bombe sulle case, sulle chiese, sui minareti. Si aprono piaghe come fiori di carne e sciami neri coprono il sole e fingono una luce metallica.
Suona la sirena, ci nascondiamo nel rifugio piccolo dietro casa io e Giuseppe, che, in Metteranno i nostri frammenti nella loro argilla, insiste non tanto sui modelli pedagogici definiti, quanto sul percorso interiore che ciascuno compie a partire dalla relazione con l’altro nella trasparenza della parola.
Mentre s’aspetta che cessi l’allarme mi parla del monografico dedicato alla “scuola dei genitori” bandito e illustrato ad Arzerello di Padova. Dentro il guscio Territorio, genitori e percorso educativo, ancora Lui insiste sulla speranza che deve alimentare l’educatore pur in presenza di un ambiente ostile, muto e con valori divaricanti, distorcenti rispetto all’obiettivo formativo.
Trema la parete, un sussulto. Monica Lazzaretto legge Essere la rete per trapezisti. La funzione educativa degli adulti significativi. Che devono aiutare l’adolescente ad accettare se stesso; per questo devono saper accogliere conservare e restituire la memoria all’adolescente in cambiamento rapido: tutti siamo consegnati, gli uni agli altri.
Usciamo, era un falso allarme, per ora.
Mirca Minozzi in La famiglia e la società civile evidenzia il ruolo insostituibile dei genitori, puntualizza la passione dell’educare, che va declinata assieme agli altri istituti educativi in rapporto osmotico con l’adolescente.
Tomas Morosinotto ci offre un quadro semplice sulle Biotecnologie, perché anche chi non sa leggere possa addentrarsi.
Sullo specchio del cellulare leggo “rubriche”.
Esodi di Mario Bertin ci presenta una figura di intellettuale inedita, quella di Jacques Maritain, il senso suo generoso della amicizia e l’amore grande per Raìïssa, sua dolce sposa, in cammino assieme verso l’assoluto.
Saluto il buon Egidio che ricompare tra i calcinacci con il piccolo principe in Guadagnare la tenerezza per raccontarci del “buon” tempo passato e dell’ingratitudine presente, peggiore di ieri perché le male piante non erano ancora cresciute e pronte a fagocitare.
Segue nel secondo messaggio Giovanni Realdi in Totò cerca casa, che accompagna Valeria dall’agente immobiliare e dalle Sante Marie, dal momento che pietà è morta.
Ora spengo per prudenza il cellulare, giusto in tempo prima della granata e mi vedo Alessandro Bresolin che mi consegna Itinerari. Prende spunto dalle ultime votazioni algerine per una breve analisi del processo involutivo che sta avvenendo in Algeria pressata dall’estremismo islamico e da un controllo poliziesco, che la spingono verso il modello tunisino.
E ancora, Sara Deganello, nella prima puntata del suo Diario da Sarajevo, ripercorre attraverso le esperienze di Edina e Ljubica il dramma di un paese che non fa rima con alcuna moda.
Scusate, la storia del rifugio era un’invenzione; ma fino a quando?
Slitta il cronista impenitente sulla buccia della memoria e sulle notizie, senza rumore.
Conclude la pagina dedicata alle immagini di Giuseppe Lanzi: clic.