Cronaca dalla sede nazionale

di Farinelli Gaetano

5 novembre 2004 – Pove del Grappa. Visita privata di padre Adriano Ukuaciali, di passaggio in Italia per raccogliere fondi per la sua opera di educazione e formazione dell’infanzia e degli adolescenti a Ganda, nella provincia di Benguela, territorio dell’Angola. È stata un’occasione per rinsaldare i rapporti che il tempo e la lontananza possono cancellare, aggiornare le conoscenze e la messa in opera di attività in formazione o già concluse. Si è fermato una notte, ha cenato con Giuseppe e Gaetano e la mattina all’alba è ripartito, avendo l’impegno di celebrare un matrimonio a Modena.

6 novembre 2004 – Rivoltella (Bs). Incontro formatori. Apre sui campi estivi il presidente Giuseppe. Il compito della formazione viene confermato; per gli adolescenti la cosa è problematica: educare ai sentimenti è un lavoro lungo che richiede tempo e professionalità. Fulvio propone il campo nelle vicinanze di Sarajevo, tra sindacato italiano, sindacato bosniaco e Macondo; giovani dall’Italia e giovani della Bosnia. Paola parla della responsabilità, che richiede il rischio della fiducia da parte del formatore. Lele denuncia l’avviamento allo studio in funzione del lavoro. Andrea è preoccupato della frequenza dei suicidi tra i giovani e dell’ipocrisia che li copre con una finta pietà. Tomas ricorda che il campo è un momento importante, ma irripetibile nella forma e nei contenuti. L’indirizzo è di continuare i campi per i giovani e per gli adulti. Gli adolescenti richiedono un ripensamento; intanto per motivi di professionalità e di tempo che ne garantisca la continuità non si fanno campi per gli adolescenti. La cena conclude la giornata che ha avuto momenti caldi e animati. Era presente Chiara Covoni, che avrebbe partorito un maschio con due mesi di anticipo.

11 novembre 2004 – Catania. Il convegno Il Mediterraneo e l’Europa tra passato e futuro, organizzato dal Centro Braudel, sotto la direzione del prof. Pietro Barcellona, ha affrontato il rapporto a partire dalla storia, passando per la politica ed entrando negli aspetti interculturali. Molte le personalità e i docenti presenti al convegno, che si è sviluppato su tre giornate. Nelle rubriche una memoria del convegno. All’incontro era presente per la tavola rotonda Giuseppe Stoppiglia e tra gli uditori Sara Deganello, che sta preparando la tesi di laurea in filosofia.

13/14 novembre 2004 – Affi (Vr). Seminario di Spiritualità e politica. Relatori Raniero La Valle e Carmine Di Sante. Nel primo giorno la relazione di Raniero: Spirito di parte e bene comune. La spiritualità sta alla base della politica; attenzione però che la politica non è l’atteggiamento individuale di ciascuno verso l’altro, ma è la capacità di realizzare rapporti, di stabilire relazioni tra gli uomini nel loro vivere insieme. La politica è la capacità di partire dallo spirito di parte, di fazione, per giungere alla ricerca del bene comune, in un rapporto dialogico, propositivo tra maggioranza, opposizione e minoranze.
Nel secondo giorno, Carmine: Pellegrini sulla terra, abitanti della città. Affronta il tema in termini biblici. La politica è la capacità di accogliere l’altro a partire dalla gratuità del vivere; in una dimensione non individuale, ma collettiva. Circa ottanta le persone al seminario. Molti gli interventi a chiedere, a chiarire, ad approfondire, per rompere la crosta che ci imbalsama o tenta di corrompere la capacità critica (sul sito www.macondo.it le due relazioni integrali; non abbiamo invece sbobinato il discorso di Fini ad Assisi su San Francesco).

14 novembre 2004 – Desenzano del Garda (Bs). Nel mentre che noi si partiva da Affi dopo il convegno, nell’ospedale di Desenzano Chiara dava alla luce Giacomo, figlio di Tomas. Nasceva con qualche anticipo sui tempi e spostato a nord rispetto alla località. Occhi chiari, capelli scuri, accento bolognese, inflessione dialettale, con propensione alle lingue, dovendo già apprendere il francese, quello stretto del clan dei marsigliesi, è l’identikit attuale di Giacomo.

26 novembre 2004 – Ferrara. Il Centro studi e documentazione Alexander Langer ha proposto nel mese di ottobre e novembre una serie di incontri sulla Scuola della nonviolenza. Maestri di pace e di non violenza, che si sono conclusi con l’intervento di Giuseppe Stoppiglia sulla figura di Etty Hillesum, ebrea morta nei campi di concentramento tedeschi. La giovane donna resta nella memoria per il suo amore alla vita, per il senso di responsabilità rispetto al male nel mondo, al male degli uomini, al silenzio di Dio e alla sua impotenza, alla forza interiore che la spinge a seminare tra i suoi compatrioti ebrei destinati a morte un seme di fiducia in loro stessi e nella capacità di ciascuno di vincere la morte con la gioia di vivere.

29 novembre 2004 – Padova. Matteo discute la tesi di laurea in astronomia, ascolta il responso recitato dal presidente di commissione a nome del popolo italiano, che lo elegge dottore in astronomia. Cadono le stelle copiose nel cielo di novembre, e si adagiano sulla destra dell’eletto, segno inconfondibile di prosperità e di grandi scoperte. Gli amici gli preparano la festa, rivestendolo dell’abito di cerimonia per poterlo più facilmente riconoscere e battere sotto la gogna, e sulla predella del turpiloquio, abbeverato con spuma e bollicine. Ad ogni bevuta l’Universo si espande: a destra o a sinistra? Palla al centro!
Venezia. Lidia, sorella di Giuseppe, parte per l’Australia assieme alla nipote Emmanuela, dopo aver viaggiato in Europa e nelle contrade d’Italia; avere rivisto parenti e amici, ascoltato le voci di un mondo insieme familiare ed estraneo, vicino nella memoria e lontano nel tempo e negli interessi. L’emigrazione è come l’esilio. Uno sradicamento che lascia una ferita per sempre.

30 novembre 2004 – Bassano del Grappa (Vi). Nella sala del ridotto del teatro Remondini, a fronte di una platea numerosa, circa cento persone, mentre fuori il tempo stringe i denti, Farinelli Gaetano presenta gli autori del libro Il povero: Michel e Colette. In questi giorni sono ospiti in Italia, alla presentazione del loro ultimo lavoro, che affronta le domande che nascono attorno alla loro vita di piena condivisione dell’esistenza dei senza fissa dimora. Sono già passati per Bergamo, ospiti di Ivo e di Fiorella all’Università; si fermano poi ad Olmi di San Biagio di Callalta per incontrare la comunità parrocchiale, molto numerosa e attiva all’incontro. Saranno ospiti a Padova, presso l’associazione dell’asilo notturno, impegnata in questi giorni con il seminario organizzato dalla federazione nazionale degli organismi per le persone senza fissa dimora, accolta da Eliana che sarà la loro guida a Padova e poi da Francesco Pilli, che organizza la serata con loro. Poi partiranno per Bologna ospiti di Valter e Teresa Cavina, e parleranno agli amici del Chiapas (Messico) che si ritrovano varie volte durante l’anno per contribuire al mantenimento della casa per le ragazze che studiano a San Cristobal.

5 dicembre 2004 – Padova. Casa del Fanciullo. Risuona la voce di Yarona in una gradevole stanza della casa. A godere della sua parola un esiguo numero di persone (venti poco più) interessate e attente. La relatrice ci ha introdotto all’albero della vita citando la Toràh, dove ogni parola ha un peso, un volume, un contenuto. La parte nascosta della Torah si trova nella tradizione orale. Esistono quattro livelli di lettura, ogni livello ha un suo corrispettivo segreto. La Kabalà tratta ciò che non è scritto, il suo studio è lo studio della vita. La Kabalà è lo scheletro della Torah e significa anche accettare. Gli animi di chi l’ascoltava si sono animati, nel cuore nascevano questioni che salivano lungo i sentieri della mente e i pensieri prendevano veste. Il pomeriggio lo si dedica ad un lavoro di gruppo. Lei ci consegna delle immagini colorate che rappresentano i diversi livelli dell’albero della vita. È un nuovo momento di incontro, di scambio di partecipazione attiva, si attivano i canali visivi di tutti e si interpretano le immagini. Yarona ascolta, accoglie, ma non dà risposte. Si apre così in ogni cuore un’isola al centro della quale sorge un albero che ha le sembianze di un grande punto di domanda. Voi sapete il vostro segreto, risponde Yarona, ma la prossima volta vi porterò due passi più in là.

9 dicembre 2004 – Modena. C’era la luna. E non poteva mancare. Incastonata nel velluto fondo e accogliente della notte. Alcune stelle, di sentinella. Come a rendere più protetto e raccolto, più intimo l’incontro. Una piccola sala, ai bordi della città, calda e accogliente, come le persone che l’hanno abitata per una sera. E una voce sottile, dolce, ma salda, a tratti veemente, che intratteneva e guidava una conversazione fitta, ricca di rimandi e riflessioni. Il tema, stimolante e sentito, il femminile, attraverso una rilettura delle figure più nascoste della Bibbia: le donne. La loro capacità di penetrare con acutezza e profondità gli aspetti più intimi della vita, di Dio, della spiritualità, di assorbirne il messaggio, e di agirlo, in modo silenzioso, senza clamore, velato, ma non per questo meno determinato. Yarona Phinas, su invito del Centro documentazione donna del Comune di Modena, ha presentato il suo libro La saggezza velata, dove la spiritualità femminile completa una lettura della Bibbia.

13 dicembre 2004 – Modena. Il teatro della scuola gremito, risuonante di scalpiccii, grida leggere, scoppi di risa. Un’eccitazione serpeggiante, una curiosità spontanea, non invadente. Così i bambini delle classi quinte della scuola S. Agnese di Modena, hanno accolto con entusiasmo Gaetano, per l’occasione poeta, cantante e narratore, che con semplicità li ha presi per mano e condotti in Brasile, a visitare le favelas, a incontrare altri bambini come loro, a seguire i loro passi, nella miseria, nell’ingiustizia, nella violenza, nella fatica, a volte, di raggiungere incolumi la sera, nell’impossibilità, spesso, di vivere come bambini, come loro. E attraverso parole abilmente narrate, attraverso note allegre di piccole filastrocche lontane, sullo sfondo di immagini colorate, di sorrisi sgargianti e muti, i bambini di Modena, si sono introdotti nella realtà dei “diritti dei bambini”, hanno compreso che un diritto scritto, se non è creduto per davvero, se non è agito sul serio, nulla vale. Come in Brasile, come in Italia, come in, lunga la lista. E Gaetano Farinelli, insieme ai bambini delle sue canzoni e delle sue storie, si è nascosto nei loro pensieri, nelle loro conversazioni, forse anche nei loro sogni.

15 dicembre 2004 – Todi (Pg). Incontro nell’azienda di laterizio Toppetti Due del conte Gastone Colleoni, su invito degli amici Leo e Amedeo. Prima dell’incontro abbiamo fatto visita alla signora Antonietta, madre di Elia, nato il 25 ottobre in terra veneta per poi raggiungere il padre Amedeo in quel di Todi, in una casa accogliente e calda, semplice e rustica, come gli spazi di quella terra. Tra canti e nel ritmo dei rulli che trasportano i mattoni si è celebrata la messa di Natale con tutte le maestranze dell’azienda e le famiglie. L’incontro poi si è concluso al ristorante Ponterio di Todi alla mensa, tra canti, conversazioni e battute di mani. Clima festevole, familiare. Visto anche il grande cubano Ulderico, ospite con la famiglia alla cena.

18 dicembre 2004 – Pove del Grappa (Vi). Segreteria e comitato di Macondo. Vengono messi in calendario due capiscuola, uno in Bosnia a Sarajevo: Per vivere la diversità. Sarà un incontro tra giovani sindacalisti italiani e bosniaci, studenti e lavoratori. Prima settimana di agosto, nei pressi di Sarajevo. Età 24-34 anni. La spese saranno suddivise tra il sindacato nelle varie categorie e Macondo. I partecipanti saranno trenta, provenienti da: Macondo, Sindacato Italia, Sindacato Bosnia. L’altro camposcuola a Badia Prataglia, ultima settimana di luglio (23-29). Responsabili: Luca, Andrea, Lele. Età dei partecipanti dai 18-25 anni. Obiettivo: creare una condizione libera dove si incrociano storie e vite diverse, a confronto.
Sulla festa nazionale alcune novità. Il sabato, poesia e musica (Alda Merini e Ferretti). Domenica il convegno: Sulla spiaggia di mondi senza fine giocano i bambini. Tra gli invitati due africani e un brasiliano. Il luogo sarà ancora l’ex scuola dei fratelli delle scuole cristiane. Non si potrebbe fare in prossimità della festa un concorso con le scuole di Bassano del Grappa di poesia o di pittura o altro? Infine, una delegazione di Macondo sarà presente, assieme all’associazione Amar, al Social Forum di Porto Alegre. E ora a casa, a preparare l’albero dei balocchi.

21 dicembre 2004 – Bassano del Grappa (Vi). Sala Angarano. Carlo Basso della FIBA CISL di Vicenza convoca un incontro sul tema: le banche, l’opulenza quantitativa, la crisi delle relazioni sindacali, i lavoratori messi in competizione, la qualità del lavoro. Presenti alcuni operatori e Giuseppe Stoppiglia a raccogliere le domande sul senso di un lavoro nelle banche. Non ci sono risposte immediate, perché si tratta di spostare l’obiettivo dal denaro all’uomo. Poi insieme a tentoni, provando e riprovando, si trova un posto per la cena. Gioiosa attorno ad un cameriere attento che ci prova a offrire il meglio dell’esistente passato a noi che amiamo parlare e ridere, e pur anche mangiare, senza fermarci alle indicazioni dei piatti, alle salse, e alle panne con fili di cioccolata. Pungendo il buon umore per spillare un poco di spirito.

23 dicembre 2004 – Carpanedo (Pd). Direttivo FIM CISL su Uguaglianza. Nord e Sud. Il segretario territoriale della FIM CISL di Padova convoca il direttivo presso la sala polivalente della parrocchia di Carpanedo di Albignasego, in via Santo Stefano, adiacente alla Chiesa di Carpanedo – vedi note logistiche. Si sarebbe divertito Rabelais nel suo Gargantua a leggere queste indicazioni. E alla fine forse ci si sarebbe ritrovato, ma solo dietro l’odore delle vivande, a mezzogiorno. Perché quello era il busillis dell’indovino, che lancia le foglie secche, e poi dispare. Al direttivo, invitato eloquente Giuseppe, in occasione del Natale, a parlare della disparità tra nord e sud. Anche Lui era venuto nella sua terra e i suoi non lo accolsero. E i boiardi dissero ma non è dal cielo che viene il figlio dell’uomo e lo rinviarono a quel paese, senza nessuna nota aggiuntiva: povero, sconosciuto. Ma per Natale si tenta di dire che no, ed è pur vero, il cuore ci piange. Ma poi, la vita , e i regali e la neve e i botti di fine anno. Ma che c’entra? Chi, che cosa, i botti o Gesù? No, i boiardi!

25 dicembre 2004 – Bassano del Grappa (Vi). Lo so, lo so che è Natale anche a Betlemme. Gli è che nella chiesa di Sant’Anna, Giuseppe e Gaetano, sacerdoti secondo il rito cattolico, hanno celebrato la messa del giorno, organizzata e annunciata ai quattro telefoni e ai quattro venti da Luigi Zuccheri. La chiesa era piena, non gremita. I bimbi correvano su e giù per la navata centrale senza pericolo di precipitare a mare. I preti raccontavano la storia del bambino e della gratuità. Della parola e del silenzio. Due chitarre ad accompagnare i canti, con intonazione ferma ed essenziale, quasi paradisiaca. Poi alla fine della messa tutti in fuga, in cerca del posto a sedere alla mensa dei parenti, dei suoceri, dei fratelli. Al caldo, sotto l’albero di Buon Natale.

29 dicembre 2004 – Anguillara Veneta (Pd). I giovani del vicariato confluiscono nella parrocchia di Anguillara per due giorni di convivenza, per riflettere insieme e per stare insieme. Due sacerdoti conducono e accompagnano le loro riflessioni: padre Pierluigi di Piazza e Giuseppe Stoppiglia sul tema: Dio dei potenti, Dio dei fragili; in ascolto della storia dalla parte delle vittime. In particolare Giuseppe affronta il tema suggestivo: Impero o regno? L’esperienza delle piccole comunità cristiane nel sud e nel nord del mondo. Sono giovani tra i venti e i trent’anni. Quale esperienza possono avere della comunità, se non della parrocchia con le sue strutture rigide e con le sue attività conformi? Intanto viene lanciato un seme, crescerà forse una quercia, o forse un fico, o forse l’albero della vita. Un luogo su cui nidificare, un riparo dalle piogge e dalla neve.

30 dicembre 2004 – Piovene Rocchette (Vi). A casa di Pierfiorenzo, sul tema indicato da Daniela Baroni: La paura del futuro. Un tema caro anche ai politici: la gente ha paura, i giovani sono senza futuro, la paura che vincano i comunisti, eccetera. Daniela ha introdotto il tema. Erano presenti alcuni giovani studenti, in corso di laurea, che hanno subito detto la loro paura di finire e di trovarsi alle prese con la ricerca vana di lavoro inesistente. Giuseppe ha fatto un lungo excursus sulla storia civile e religiosa del paese Veneto. Gaetano ha parlato dell’incertezza di quanto da farsi dopo aver lavorato attorno ad un progetto. Gli amici hanno raccontato le loro incertezze di fronte alla educazione dei figli e alle possibili proposte. Il gruppo era numeroso e animato da forti idealità. Di notte fa freddo, temperatura sotto zero.

2 gennaio 2005 – Cison di Valmarino (Tv). Battesimo del figlio di Fabio Dal Bianco. Dopo varie peripezie determinate dalla volontà costante di mettere insieme varie opportunità, varie coesistenze e contraddizioni, in una soluzione ecumenica e insieme prammatica, determinata da una amicizia che va oltre la fede e il credo, con un padrino musulmano, il bimbo all’oscuro di tutti questi passaggi, con un nome che altri gli hanno donato assieme alla vita, registrato negli annali della parrocchia, è stato battezzato nella chiesa parrocchiale da Giuseppe legato ai genitori da vecchia amicizia (anche lui) e stima.

3 gennaio 2005 – Borgo Valsugana (Tn). Incontro di Gaetano e Gianni Pedrazzini con Sandra, che lavora in Angola a Ganda. Sandra ci ha raccontato della situazione, dei processi di sviluppo, dello stato delle cose, delle condizioni di lavoro, dei rapporti con le altre organizzazioni, della mole di attività cui padre Adriano è sottoposto, delle incombenze di lei e di Simone, che operano assieme nel progetto infanzia: asilo e scuola elementare; ma anche uno sguardo alla scuola professionale che sta sorgendo a Benguela, capoluogo di provincia. Ci siamo lasciati con il proposito di mantenere i rapporti, pur essendo le loro condizioni di comunicazione in Angola difficili. Questione di fusi orari.

9 gennaio 2005 – Bassano del Grappa (Vi). Chiesa degli Scalabrini. Matrimonio di Chiara e Giuseppe. I preti sono pronti sull’altare, i convitati ai loro posti in attesa, la sposa sta arrivando, a piedi con lo sposo. Di bianco vestita lei, in abito scuro lui, compresi della gioia dell’evento, gli occhi assenti lui, lei sorridenti. Suona l’organo ad accompagnare il cantore religioso la voce calda, modulando in italiano e inglese come si addice alla congregazione presente in molte parti del mondo. Gli sposi sono passati per Città del Capo; ora consacrano il loro vincolo davanti a Dio, presente anche a città del Capo, ma in disparte, in attesa del suo turno. Si avvicendano al microfono preti, laici, bambini. Per un saluto, una parola, un commento. Si passa poi alle firme, appongono il segno gli sposi, i testimoni due a due, due uomini e due donne e il testimone ecclesiastico. Poi tutti, convitati, sposi e testimoni, passano nella grande sala per consumare il pane dell’amicizia e il vino dell’allegria, nel calore delle vivande.

12 gennaio 2005 – Arzerello (Pd). Inizia la scuola degli adulti. Sul tema della responsabilità. Inizia Gaetano, poi sarà Mirca: responsabilità e gruppo. Paola in: responsabilità e coscienza del limite; segue Andrea in: responsabilità e territorio. E concluderà Giuseppe in: responsabilità e fede. Le presenze si aggirano sulla media delle quaranta. Il metodo di intervento varia dal frontale al colloquio, al lavoro di gruppo. Al metodo si accompagna una varia temperatura, adagio, lento, fortissimo.Il gruppo è interessato e animato. Non sempre facile il raggiungimento della meta pedagogica. Il discorso si annoda sul versante teorico, e di più sulla presa di coscienza, sul sentire. La scuola degli adulti è una proposta di incontro critico, e di impegno personale e sociale.

14 gennaio 2005 – Pagnano d’Asolo (Tv). Riprende la serie degli incontri di Gaetano con il gruppo dei giovani della comunità di Pagnano in lezioni di cultura generale, condotte sulla linea della poesia che attraversa la memoria, la bellezza, l’amore, i luoghi della vita. Con qualche canzone in allegria.

22 gennaio 2005 – Piove di Sacco (Pd). Nel sala della biblioteca del comune, lunga, stretta, di altezza a norma di legge, con una entrata sul fondo e un’uscita di sicurezza al tavolo della presidenza, calda del calore dei giorni precedenti, che si affievolisce nella sera, nonostante la presenza degli astanti, presenti coatti, per assemblea di anniversario deviata e integrata, attenti sul filo della pazienza, introduce la serata il dottor Marinelli, poi il dottor Agostini, segue una breve nota di contenuto del dottor Farinelli, e poi la relazione del dottor Bertin Mario su Denaro e povertà. Nella scelta di vita di san Francesco la povertà significa fratellanza e servizio. Il rifiuto del denaro apre all’accoglienza delle creature nel loro valore di gratuità e di dono. Si chiude con l’offerta di una trilogia.

30 gennaio 2005 – Pezzoli (Ro). Saluti a don Giuliano che parte per il Brasile. Andrà nell’interno della Bahia, sul territorio di Brumado, terra del Cangaceiro, di Antonio das Mortes, nel Grande Sertão. La terra dei negri, delle grandi lotte politiche, terra del Chilombo. Al congedo sono presenti molti degli amici che in questi anni hanno frequentato la sua parrocchia, portando ciascuno la sua testimonianza di vita e di lotta, nei vari settori della vita, della professione, dello spettacolo, dietro gli inviti pressanti di don Giuliano che invita, predispone, organizza, e propone.

31 gennaio 2005 – Conegliano (Tv). Ospedale della congregazione religiosa La nostra famiglia. Serata sull’infanzia negata. L’incontro è organizzato dal gruppo di volontari, che opera in sintonia con lo spirito della congregazione religiosa. Sono presenti tre testimoni relatori: Simone, Gaetano e Giacomo. E portano la loro esperienza da luoghi diversi: Colombia, Brasile e Romania, raccontando ciascuno di condizioni diverse di emarginazione, di lavoro, di fatica. Con un segnale piccolo di speranza che si accende nel rapporto reciproco, nella reciproca solidarietà, nello scambio gratuito.

Gaetano Farinelli
Collaborazione di Paola Borghi e Mirca Minozzi

redazionale
Rio de Janeiro e i suoi figli
Le immagini di questo numero di Madrugada
Durante questa attesa mi capita spesso di domandarmi il perché del mio fotografare, o forse più precisamente cos’è quel desiderio che mi porta a catturare un volto o una situazione. Gli aspetti di questo atto che mi affascinano sono principalmente tre: il primo, il più personale, consiste nel momento dello scatto, un’opportunità (talvolta anche una scusa) che permette di avvicinarsi fino ad entrare in una situazione che altrimenti, molto probabilmente, sarebbe rimasta estranea; il secondo aspetto è artistico e sociale, legato al desiderio di raccontare qualcosa, di contribuire con la propria storia a mostrare nuovi orizzonti e ciò non può avvenire che in un unico e determinato modo, la firma di una individualità; infine c’è l’aspetto del ricordo, della memoria, che può avere una valenza personale come sociale.
Le foto qui presentate sono state scattate poco meno di un anno fa a Rio de Janeiro. Ad essere ritratti sono alcuni degli innumerevoli figli di questa smisurata città: meninos de rua (bambini di strada), barboni, orfani, famiglie, uomini, donne e bambini abbandonati a se stessi, nella morsa della sofferenza, della povertà, della violenza, della fame, delle malattie, della droga, della solitudine, senza un nome e un posto all’interno del mondo in cui vivono. Situazioni difficili da capire e da analizzare, lontane anni luce dal mondo in cui siamo nati e cresciuti; forti e difficili da affrontare e metabolizzare per coloro che provengono dal buon mondo, situazioni davanti alle quali è difficile reagire perché le risposte a certe domande non ci sono ancora concesse. Così nell’immobilità è possibile, appena con un click, scattare una foto, unico testimone che può essere d’aiuto nei racconti che saranno fatti al ritorno.
Un viaggio lontano, in un paese profondamente diverso dal nostro, con una società e un arcobaleno di culture differenti, da scoprire e lasciarsi conquistare; e un viaggio, allo stesso tempo interiore, ricco e provocante, che ha il potere di far sorgere domande nuove, di seminare semi nuovi nell’animo di chi osa rischiare. Uno sguardo fuggevole su un mondo lontano in grado di mostrarci il volto della speranza.

Lorenzo Locatelli
e-mail: chicca_lori@hotmail.com