Buon compleanno, Rio
Cari amici, oggi è il compleanno della mia fidanzata.
So che qualcuno avrà già bruscamente interrotto la lettura perché precipitato privo di sensi, ma vi prego di non impressionarvi. Nulla va contro l’ineluttabilità delle cose e quindi desidero rassicurarvi, confermandovi che i preti non lasciano mai a metà le operazioni di smaltimento delle coscienze. Per loro le "soluzioni finali" sono veramente finali e quindi è umanamente impossibile che si possa verificare quanto è contrario alla loro determinata e implacabile volontà. Pertanto la mia castrazione è vera, mica uno scherzo, e quindi non si tratta proprio di una fidanzata in carne e ossa, ma di una dolcissima, focosa, travolgente, entusiasmante ed eccitante città.
È la "mia" Rio de Janeiro.
Oggi è il compleanno di Rio, che la tradizione vuole fondata proprio in questo giorno da alcuni esuli ugonotti (meno male che non erano cattolici). Ogni 20 gennaio a Rio si fa festa e si celebra adeguatamente il compleanno di una città che è "femmina".
In questo aggettivo c’è tutta la realtà vera, profonda, limpida e trasparente di un appassionato modo di essere e di vivere. La femminilità non è una controindicazione dell’umanità, ma lo stato più puro della bellezza, la trasfigurazione del presente nel bello che diventa vita. E Rio, amici miei, è così. Lo è nelle sue feste e nelle sue tragedie, nelle sue gioie e nei suoi dolori, nelle sue fedeltà (poche) e nei suoi tradimenti (molti). Vive di passioni, di umori profondi, di istinti, di rabbia e di amori potenzialmente infiniti. Ogni volta sembra sempre essere un cuore grande e ogni volta si trasforma in un pugnale che colpisce alle spalle. Però vi garantisco che ogni bacio dato a questa città non si dimentica mai più. Rio è l’esaltazione del piacere puro e al tempo stesso il dolore lancinante di un male che colpisce con la furia di un serpente. Amo questa città e con lei sogno, perché ha saputo darmi la possibilità di trasformare qualche sogno in realtà e di darmi a volte un piccolo squarcio di liberazione e di umanità.
Il mio amico Maurizio mi ha scritto che «Rio fa bene anche nelle cose tristi». Che bravo! È proprio vero.
Dall’Italia ho conservato gli occhi e l’intelligenza per capire tutto quello che vive e si muove dentro questo mondo, ma Rio mi ha dato il cuore e io ogni tanto glielo do indietro.
Allora Buon compleanno. «Parabéns para vocé nesta festa querida, muitas felicidades, muito anos de vida».
Buon compleanno al Corcovado, la "grande gobba" che porta un Redentore a braccia aperte di cui c’è sempre bisogno.
Buon compleanno alla favela do Vidigal, a quella do Pavào, a quella della Pavuna, a quella do Macaco, a quella do Alemào, a quella di Vila Canoas, a quella di Manguinhos e a tutte le loro sorelle, che ogni giorno nascono e si moltiplicano, cuore spezzato e bruciato dall’orrore di un demonio che si chiama "capitale".
Buon compleanno alle donne sole che sopravvivono disperatamente con i loro figli insidiati e le loro figlie senza giochi.
Buon compleanno ai bimbi sulla strada, dolcissime creature rese fetenti e cattive da fetenti e cattivi travestiti da dolcissime creature.
Buon compleanno ai ragazzi che mi hanno assaltato l’anno scorso e che hanno buttato i miei 60 reali, quelli che ho guadagnato tra bidelli e registri, in un barattolo di colla per restare in piedi.
Buon compleanno a chi non si ricorda il suo nome perché la colla glielo ha rubato, a chi ha rubato un orologio per ridarsi la dignità che gli hanno rubato e a chi ha rubato la dignità a chi ha rubato un orologio perché gli hanno rubato il nome.
Buon compleanno al Sambòdromo, al samba, alle sambiste, a tutti coloro che dominano la vita con il samba e non accettano di essere dominati con il samba.
Buon compleanno alle prostitute del marciapiede interno dell’Avenida Atlantica, a quelle delle "termas" e a quelle dell’Aterro do Flamengo, ai "viados" della Lapa e ai loro protettori, ai froci del Posto 2 della spiaggia di Copa e a quelli del 194 di Rua Barata Ribeiro.
Buon compleanno a Jorge, improbabile guardiano di niente, senza pistola e senza divisa, al vecchietto che suona l’armonica davanti al supermercato di Rua Siqueira Campos, a Isaias, guardiano per un real del suo e nostro Maracanà, alle migliaia di posteggiatori, ai "porteiros", alle "empregadas domésticas", agli ascensoristi, ai "paracadutisti" e a quelli che lavorano al "lixào", tutti uomini e donne ai quali hanno dato la patente di lavoratori senza nient’altro che potesse renderli degni.
Buon compleanno a Dona Zica, 88 anni passati a sambare, e a Jamelào, 88 anni passati a cantare samba, all’anima di Dona Nelma, che in Paradiso farà sambare anche quell’impedito di Pietro, e a Dona Neide, che regalerà la bandiera della Mangueira a quel malfidato di Tommaso, che crederà al samba solo dopo averlo visto.
Buon compleanno alla Mangueira, cuore che batte come i tamburi della sua "bateria" e che mi vestirà da cretino (per gli italiani) e da principe per un giorno (per i carioca), e a tutto il "morro", con i suoi preziosi e spietati narcotrafficanti, legge implacabile e spietata (mai come i preti…) di un universo senza leggi.
Buon compleanno al "bondinho" di Santa Teresa, tram che ti fa ridere e divertire come un bimbo, e ai suoi tramvieri dalla camicia bianca, serissimi custodi di un allegrissimo e colorato simbolo.
Buon compleanno a Suor Adma, a Roberto, a Tiào e a tutti quelli che amano i poveri e che li amano così tanto da non volerli più poveri.
Buon compleanno a Ronaldo, perché essere carioca e al tempo stesso interisti è quasi come avere conquistato la vita eterna senza fatica.
Buon compleanno ai matti che gridano in Largo da Carioca, agli alcolizzati che bevono "cachaça" nei "pés sujos", ai carcerati di Bangu.
Buon compleanno al mio amico pancione che vende "galetos fritos ao primeiro canto" in Rua Domingos Ferreira, ai cambisti, agli autisti degli "onibus".
Buon compleanno alle vittime innocenti delle "balas perdidas", ai 500 bimbi scomparsi ogni anno, alle anime dei 25 morti uccisi ogni giorno, a quelli che muoiono in ospedale perché non hanno soldi per pagare, ai bimbi che muoiono di "febbre" senza un perché, a quelli a cui tagliano gambe e braccia perché costa troppo curarli, a quelli che vendono i reni per il pane, a quelli che vendono le scarpe per la "cachaça", a quelli che vendono se stessi per un piatto di riso e fagioli.
Buon compleanno alle donne incinte e sono tante e sono forti.
Buon compleanno a tutti quelli che ho dimenticato e sono tantissimi. Ma io so che mi perdoneranno perché di una donna di cui si è innamorati non si vuole dimenticare nemmeno una vena né perdere nemmeno un capello.
Buon compleanno a tutti.
Vi confido che sono un po’ confuso perché vorrei chiedere a Rio di fare l’amore con me, ma sono timido e poi non so come si fa. I preti non me lo hanno mai detto. Mi hanno detto invece come "non" si fa e quello credo di averlo imparato fin troppo bene. Però a Rio io non posso proprio evitare di mandare un bacione grande grande e, a dispetto di chi mi ha insegnato come non si fa l’amore, questo bacione non sarà timido e pudico. E perché mai dovrebbe esserlo? Se Rio non è una vecchia zitella, ma è "uma garota bonita e gostosa", io questo dispetto lo faccio e sapete cosa vi dico? Appena posso, lo rifaccio e vi garantisco che sarà lungo e focoso.
Castano Primo, 20 gennaio 2001
Egidio Cardini,
insegnante nei licei di stato